Sondaggi elezioni europee 2014: salgono PD e M5S, Forza Italia al minimo storico3 min read

4 Aprile 2014 Politica Politica interna -

Sondaggi elezioni europee 2014: salgono PD e M5S, Forza Italia al minimo storico3 min read

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Forza Italia è sull’orlo del baratro, il Pd galoppa sull’onda del governo Renzi e il Movimento 5 Stelle sembra l’unica opposizione. Questo dicono gli ultimi sondaggi diffusi dall’istituto Ixè per la trasmissione Agorà sulle intenzioni di voto degli italiani.

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L’atteggiamento deciso di Matteo Renzi nell’attuare le sue riforme ha evidentemente premiato il PD, che continua a salire nelle preferenze degli intervistati, ora in testa con il 32,8%.

Il botta e risposta con il Presidente del Senato Grasso e altri illustri giuristi, non sembra aver minato le convinzioni degli elettori presi a campione che, per il 73%, continuano a considerare il Senato come una Camera “inutile”. Il 50% di loro è inoltre convinto che Renzi riuscirà alla fine ad abolirlo. Nelle prossime settimane vedremo se il governo riuscirà o meno ad attuare tali provvedimenti e quali saranno le conseguenze sul Partito Democratico.

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Sicuramente l’effetto Renzi è percepibile studiando i grafici relativi alle preferenze dei leader e alla considerazione dell’elettorato campione sul premier: la fiducia nei suoi confronti è aumentata del 2%, attestandosi sul 59%, e surclassa quella di tutti gli altri leader politici (il più vicino è Napolitano con 20 punti percentuali di distanza); l’89% lo considera intraprendente e per il 68% appare concreto, mentre valutazioni negative come arrogante e deludente non superano la soglia del 30%.

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Anche il Movimento 5 Stelle continua a guadagnare più consensi, confermandosi sempre di più come seconda forza politica del Paese col 25,5% delle preferenze. Questa settimana è, inoltre, partito il tour di Grillo in vista delle elezioni europee che lo porterà a visitare otto delle maggiori città italiane (ad oggi è già andato in scena a Catania e Napoli, domani ad Ancona). Riuscirà il comico genovese a raccogliere altri consensi con il suo tour?

Forza Italia continua, invece, a perdere le preferenze dell’elettorato campione, sicuramente spostate verso il PD renziano e probabilmente anche a favore dei più piccoli Nuovo CentroDestra di Alfano e Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale di La Russa e Meloni. Il 16,9% rilevato rappresenta il minimo storico del partito: settimana decisamente negativa per Silvio Berlusconi.

Alle faide interne al partito, si sono aggiunti: il rifiuto di Napolitano su una sua possibile “agibilità politica” subordinata all’appoggio totale alle riforme; la linea dura adottata da Renzi, che ha escluso qualunque nuova discussione sul pacchetto riforme già preparato proprio con Forza Italia; l’arresto di Nicola Cosentino (suo ex-parlamentare col Pdl) a Caserta, con l’accusa di estorsione e concorrenza sleale aggravata con finalità camorristica; ed infine il suo ricovero di ieri sera presso l’ospedale San Raffaele di Milano per una presunta infiammazione al ginocchio. Forza Italia è quindi chiamata a un grande sforzo per risalire nei sondaggi, al fine di scongiurare il rischio di uscire dalle prossime elezioni europee fin troppo ridimensionata, cosa che sicuramente Berlusconi non può permettersi.

Anche la Lega perde il suo 0,7%, fermandosi al 4,8% delle preferenze. Probabilmente, alcuni elettori non avranno gradito le ultime dichiarazioni di Matteo Salvini, segretario del partito, e degli altri importanti esponenti della Lega che hanno espresso la loro solidarietà al gruppo di secessionisti veneti beccati dai Ros dei Carabinieri ad organizzare una presunta “azione eclatante”, con tanto di trattore adattato a carro armato, per rivendicare l’indipendenza del Veneto dall’Italia (la bravata è costata alle 24 persone coinvolte l’accusa di “associazione con finalità di terrorismo, eversione dell’ordine democratico e fabbricazione e detenzione di armi da guerra”).

Altri dati interessanti da analizzare possono essere quelli relativi al “non voto”: vi è una diminuzione sia degli indecisi (20,2%) sia degli astenuti (24,7%), che porta a una diminuzione totale di quasi un punto percentuale rispetto alla rilevazione precendente (dal 45,8% al 44,9%). Il partito dei “non votanti” rimane comunque il primo partito del nostro Paese, ma per quasi la metà è formato da semplici indecisi. Vedremo quanto queste percentuali diminuiranno con l’avvicinarsi delle elezioni europee.

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Immagini| Agorà Rai

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Fiorentino di nascita, Web Marketing Specialist per diletto e Nerd di professione. Si nutre di cultura pop e vive la sua vita perennemente in direzione ostinata e contraria. Per Le Nius supporta l'area editoriale, in ambito politica, e l'area social. matteo@lenius.it
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