Shopping online post pandemia: qualche dato e i cambiamenti5 min read

18 Maggio 2021 Uncategorized -

Shopping online post pandemia: qualche dato e i cambiamenti5 min read

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Con mesi di blocco e distanziamento sociale per il virus COVID-19, i consumatori sono stati costretti a fare acquisti in modo diverso ridisegnando le priorità di spesa inizialmente a ciò che è essenziale, e sostituendo la fila alla cassa con molto shopping online. Alcuni di questi cambiamenti nel panorama dell’e-commerce, e in generale del nostro modo di fare shopping, saranno probabilmente di natura a lungo termine.

Lo shopping ai tempi del Covid-19

L’e-commerce ha fornito a quasi tutti l’accesso a una varietà significativa di prodotti dalla comodità e sicurezza delle proprie case: non solo beni di lusso o di prima necessità. Ha consentito inoltre, alle aziende abituate a lavorare solo offline di continuare (talvolta cominciare) ad operare online, nonostante le restrizioni di contatto e altre misure di confinamento specifiche.

Secondo gli ultimi dati OECD in un report di fine 2020, la crisi da COVID-19 ha di fatto aumentato il dinamismo nel panorama dell’e-commerce in tutti i paesi e ha ampliato la portata dello shopping online.

L’aumento del settore online riconosciuto dall’OECD passa attraverso questi fattori determinanti:

  • l’arrivo online di nuove aziende
  • la capacità di inglobare nuovi segmenti di consumatori (ad esempio gli anziani e il B2B)
  • la capacità di inglobare anche nuovi prodotti prima meno disponibili online (ad esempio generi alimentare)

Grazie anche a questi fattori, le transazioni di shopping online si sono spostate da beni e servizi di lusso verso le necessità quotidiane e soprattutto la comodità e la sicurezza del far shopping da casa, elementi rilevanti per un numero crescenti di individui e imprese. Siti di shopping online come Miraglobo che si occupa di vendita di ricambi, accessori e prodotti per la casa e il quotidiano, agevolano non solo l’acquisto al dettaglio per clienti privati, ma anche il commercio online B2B (business-to-business) – che identifica scambi commerciali tra imprese e la vendita all’ingrosso – con consegna a breve termine 48/72h, costo di spedizione agevolato, molteplici metodi di pagamento veloce.

Crescita e investimenti dello shopping online

Le stime OCSE suggeriscono che gli ordini online sono aumentati in diverse regioni durante la prima metà del 2020, tra cui Europa, Nord America e Asia-Pacifico (OCSE, 2020). Per i paesi dell’Asia-Pacifico, l’e-commerce era già aumentato in modo significativo nel primo trimestre del 2020, mentre l’aumento è avvenuto successivamente in Europa e Nord America, ovvero dopo che diversi paesi hanno seguito l’esempio dell’Italia e introdotto misure di confinamento in un breve periodo di tempo.

I consumatori anziani che hanno iniziato a dedicarsi allo shopping online come mezzo per aumentare le distanze fisiche potrebbero in parte attenersi alle loro routine appena acquisite. L’utilizzo di carte di credito da parte di circa 10 milioni di titolari di carte di credito in Giappone suggerisce infatti che l’aumento della quota di acquisti online nelle transazioni con carta di credito è stato massimo per gli utenti sessantenni (dal 15,4% di gennaio al 21,9% di marzo 2020) e per quelli di 70 anni (dal 10,9% al 16,4%).

Un sondaggio McKinsey riportato nel recente report dell’OCSCE (citato ad inizio articolo) ha suggerito inoltre che i nuovi utenti dello shopping online – ovvero gli utenti che non si erano mai impegnati in queste attività di acquisto online prima della pandemia – hanno guidato per oltre il 50% dell’aumento della spesa online (Brasile e Sud Africa), hanno scelto il ritiro (take away) da ristoranti (Francia, Germania, Italia, Sud Africa, Regno Unito e Stati Uniti) o il ritiro (click and collect) da negozi di altro tipo (Italia, Sud Africa, Regno Unito, Stati Uniti).

Ad illustrare la stretta relazione tra le aspettative attuali dei consumatori nei confronti dell’e-commerce, l’azione dei governi e il cambiamento comportamentale in corso in realtà l’OCSE suggerisce anche un altro fattore. Anche prima che venissero introdotte misure di confinamento effettive la ricerca in Google sulle opzioni di consegna a casa per un acquisto, da parte degli utenti, è quasi raddoppiata nel 2019-2020 in alcuni paesi (ad esempio Germania, Regno Unito (OCSCE,2020).

Come ha sottolineato Celine Pannuti, responsabile della ricerca europea sugli alimenti, casa e cura della persona di J.P. Morgan:

Lo shopping online è davvero avanzato oggi. Questo è molto evidente in Cina, dove l’esperienza digitale per gli acquirenti e l’integrazione online è estremamente avanzata. Con tutti bloccati a casa, c’è stata molta più attenzione ai sistemi di acquisto online, alla pubblicità e alla consegna da parte dell’azienda e questo rafforzerà la spinta del settore dello shopping online. In molti casi, il boom registrato da alcune aziende nell’e-commerce nella prima metà dell’anno ha compensato le parti più lente della loro attività, portandole a ripensare e investire nelle proprie capacità di e-commerce nei prossimi trimestri.

L’e-commerce ha rappresentato il 12% delle vendite nei primi sei mesi dell’anno 2020, crescendo di oltre il 60% con ottime prestazioni sui canali digitali, comprese le vendite dirette al consumatore e le soluzioni click and collect.

Nonostante gli sforzi di alcuni governi per promuovere il commercio elettronico durante la crisi del COVID-19, le persistenti divisioni digitali implicano che non tutti sono stati in grado di partecipare. Inoltre, regolamenti non adattati al commercio elettronico possono ancora creare delle barriere alle imprese, come nel caso di modelli di vendita omnicanale emergenti o di nuove modalità di consegna. Sebbene molte di queste sfide esistessero prima del COVID-19, l’attuale crisi e il nuovo ruolo del commercio elettronico per i privati ​​e B2B hanno aumentato anche la necessità di un’azione politica.

Alcuni di questi cambiamenti che per esigenze emergenziali si sono rafforzati nel primo trimestre del 2020, saranno probabilmente di natura a lungo termine, alla luce delle (ancora attuali) ondate epidemiche, ma anche della convenienza delle nuove abitudini di acquisto, dei costi agevolati del mercato online e dell’incentivo per le imprese a capitalizzare investimenti in nuovi canali di vendita.

E voi avete fatto più shopping online dall’arrivo del coronavirus?

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