Di Sassuolo-Roma, o di quando si tornò a vincere senza sofferenze3 min read

1 Maggio 2015 Uncategorized -

Di Sassuolo-Roma, o di quando si tornò a vincere senza sofferenze3 min read

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@AsRoma

Che a me Eusebio Di Francesco è sempre piaciuto. Io non me lo dimentico che lui nella prima stagione della prima Roma di Zeman fece undici gol da centrocampista, e non me lo dimentico che l’anno dello scudetto, maglia numero sette, non giocò praticamente mai perché veniva da un brutto infortunio; ma quanto ha esultato, però? Quanto è stato importante nello spogliatoio?
No vabbè so’ domande retoriche, non dovete risponde sul serio.

Che io ogni volta che sento nominare Cannavaro mi ricordo perché nel 2006 tifavo Inghilterra ai mondiali, ma poi penso che questo è Paolo e lui col Napoli ha alzato il primo trofeo dopo l’inferno; e quella coppa Italia valeva più di un di una coppa del mondo e antipatico antipatico pure per sto motivo non me sta, pure se io cambierei cognome.
Fossi in lui.

Che invece a Brighi ve lo ricordate quando gli era preso de segna’? Che era, dicevano, il Nocerino della Roma, o forse lui era arrivato prima e quindi Nocerino era il Brighi del Milan, mo non me ricordo le tempistiche ma in ogni caso cambiando l’ordine dei fattori il risultano non me pare che cambi la storia del calcio contemporaneo.

Ecco, prima della partita ho pensato a tutte ‘ste cose, e che tutte ‘ste cose non ce devono rompe il cazzo perché tra noi e il derby che vale qualcosa non ce devono sta’ ostacoli. Perché noi gli ostacoli se li creamo da soli e possibilmente lo faremo proprio durante quella partita. E allora da adesso al 24 maggio sarà una cavalcata bellissima fatta di tifosi che ritrovano la loro proverbiale verve e di risultati positivi ed eventi tra l’epico e lo straordinario. Che tipo, tipo…

Tipo Doumbia fa un gol di testa che piega le mani del portiere, che forse però erano già mezze piegate in partenza e che quasi non ce crede manco lui e sicuramente non ce credemo noi che tra la palla in rete e l’urlo c’è stato quel mezzo secondo in cui: “Ma che Doumbia? Ma davero?”

Ma lo vedi? L’avevo sempre detto io che era ‘n campione questo e che toccava solo lasciaje il tempo giusto per ambientasse che poi vojo dì Gervinho ce sta a mette du’ anni per ambientasse, in fondo.

Tipo Florenzi fa un gol che la mette all’incrocio tirando da casa sua a Vitinia.

Ma lo vedi? L’avevo sempre detto io che era ‘n campione questo e che toccava solo lasciaje il tempo giusto per ambientasse che poi vojo dì Gervihno ce sta a mette du’ anni per ambientasse, in fondo.

Quindi Pjanic raccoglie un cross che non se capisce se è un gioco di prestigio di Gervinho o un test per accertare la labirintite dello stesso, poi la stoppa e la mette sotto la traversa. Ed esulta che non esulta. Che fa molto esultanza primavera estate 2015.

Ma lo vedi? L’avevo sempre detto io che era ‘n campione questo e che toccava solo lasciaje il tempo giusto per ambientasse che poi vojo dì Gervihno ce sta a mette du’ anni per ambientasse, in fondo.

Insomma è notte, sto imbottito di antibiotici e non lo so bene manco io quello che volevo scrive se non che certe volte semo davvero tifosi cacacazzi che non ce sta mai bene niente, però è bello torna’ a vince come se vinceva una volta.
Che c’era una pratica e la sbrigavi senza manco troppa fatica.

Che quando vincemo semo più belli e più sorridenti.
E te viene pure voja de ajo, ojo e peperoncino a mezzanotte.

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Anche noto come Coso. Classe 1981, attualmente in vita. Nasce brutto e povero e non potendosi permettere di cambiare vita chirurgicamente è costretto a vendere il suo corpo al giornalismo, ma nessuno se lo compra. Casca, si rialza, non se rompe. È tipo il pongo. Scrive cose, fa lavatrici.
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