Salgado a Milano: Genesi, inno alla Terra di un maestro della fotografia3 min read
Reading Time: 3 minutesLe foto di Sebastião Salgado a Milano. Una grande notizia per gli appassionati di fotografia. Per me, poi, non potrebbe esserci notizia migliore.
Salgado a Milano risveglia il mio orgoglio brasiliano, che nell’arte della fotografia non ha mai sfornato autori di tale livello.
Salgado a Milano risveglia l’entusiasmo adolescenziale verso un maestro. Un ispiratore. Quello cui più di tutti avrei voluto assomigliare come fotografo.
Salgado a Milano risveglia anche il rancore di due amici (per nulla interessati alla fotografia) che una sera di circa 15 anni fa trascinai a 100 km di distanza invece che alla birreria sotto casa dove avevamo appuntamento. Salgado quella volta era a Parma – fisicamente – e io volevo guardarlo negli occhi per capire se avessero qualche dotazione speciale per vedere la bellezza del mondo. Ma questa è un’altra storia.
Oggi Salgado ha portato a Milano il suo ultimo progetto, Genesi: un’epopea fotografica attraverso i 5 continenti che ci racconta il mondo senza l’uomo. E questa è una novità di un certo livello, per un fotografo che ha sempre messo l’uomo proprio al centro del suo racconto (l’uomo con il suo lavoro, le sue guerre, il suo rapporto con la terra, l’uomo con le sue migrazioni e le sue carestie…).
Con questo lavoro – 245 scatti frutto di 10 anni di viaggi – Salgado ci racconta il Pianeta Sud (le isole tra Capo Horn e il Polo Sud), i Santuari della natura (dalle Galapagos al Madagascar), il Grande Nord (la Siberia e la sua vita estrema), l’Amazzonia e il Pantanal (la pianura alluvionale sudamericana). Per la verità ci racconta anche l’uomo, ma è l’uomo primitivo, i popoli tribali che ancora (soprav)vivono nelle regioni più remote della Terra, dalle foreste equatoriali del Congo e della Nuova Guinea fino ai deserti del Kalahari e della Namibia.
[quote align=”center” color=”#999999″]Il 46% del mondo è ancora come il giorno della Genesi.[/quote]
E Salgado ce lo ricorda, raccontandoci le origini anche per preservare il futuro. Come lui fa attraverso il suo Instituto Terra, che ha già piantato decine di migliaia di alberi riconvertendo alla foresta equatoriale una vasta area a rischio di sparizione. Secondo Wim Wenders, che è stato a lungo a fianco di Salgado per la realizzazione del suo documentario presentato di recente a Cannes – questo rimboschimento rappresenta per il fotografo una sorta di happy end, dopo tutta la disperazione di cui è stato testimone e la depressione in cui era precipitato al ritorno dall’ultimo viaggio in Rwanda. Come dice il regista,
[quote align=”center” color=”#999999″]Salgado non ha soltanto consacrato Genesis, la sua ultima monumentale opera, alla natura, ma è proprio la natura ad avergli permesso di non perdere la sua fede nell’uomo.[/quote]
E allora non perdiamoci questa mostra, decisamente il modo migliore per inaugurare il nuovo spazio permanente dedicato alla fotografia presso il Palazzo della Ragione a Milano.
Salgado a Milano: orari e biglietti
Apertura: tutti i giorni fino al 2 novembre dalle 9:30 alle 20:30; il giovedì e il sabato dalle 9.30 alle 22:30; l’ultimo ingresso avviene un’ora prima della chiusura; lunedì chiusura settimanale.
Prezzo: 10€ intero, 8,50€ ridotto (11,50€ in prevendita). Audio-guida inclusa.
Indirizzo: Palazzo della Ragione, Piazza dei Mercanti.
Pier
Bellissima occasione per vedere un grande foto-antropologo come Salgado!
dav1de
MI sembra di capire che meriti. Ci vado! :)
Nikolas Kallmorgen
Vai assolutamente. E non rinunciare all'audioguida che è inclusa e ti fa immergere ancora di più. "Foto-antropologo": definizione molto condivisibile!
Stefania Cardinale
io sono andata: bellissime foto, emozionante sentire il racconto degli incontri fatti e del viaggio grazie all'audio guida. Forse me l'aspettavo più grande.
Piero Pelizzaro
Si dice che sia una grossa fonte d'ispirazione anche per noi clima-resilienti? Confermi Nikolas?
Nikolas Kallmorgen
Non mi stupirebbe. Che cos'è questo progetto se non un reportage fotografico sulla resilienza della Terra rispetto all'uomo e la resilienza dei popoli indigeni rispetto all'industrializzazione? ;)