Roma-Chievo, un pensiero al minuto: se tu non me voi bene4 min read

19 Ottobre 2014 Uncategorized -

Roma-Chievo, un pensiero al minuto: se tu non me voi bene4 min read

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Di partenze razzo, telefonate paterne, speranze, macchine da guerra bianconere che non si incepperanno mai e flussi di coscienza nei primi 33 minuti di Roma–Chievo.

0′ Immagini Sky dallo spogliatoio della Roma. De Rossi bacia e si infila il parastinco sinistro con lo stemma dell’Ostiamare. E quasi piango. Perché sarò Anonimo Quadraro, ma sono cresciuto a Ostia e Daniele, due anni più piccolo di me, durante le ricreazioni nello storico Liceo Scientifico Enriques lo beccavo spesso.
1′ Comincia. Speriamo bene. Temo sempre il peggio. Ho iniziato la stagione col basso profilo e non voglio minimamente alzarlo.
2′ Un unico, grosso, immenso, comprensibilissimo coro parte dall’Olimpico e invade la Capitale: … Andare in fabbrica e servire il tuo padroneeeeeeeeeeeeeeeee
3′ è evidente che la ferita del 5 ottobre è ancora aperta. Il coro batte dove il dente duole.
4′ Calcio d’angolo, Pjanic col sinistro. Destro con la testa. Gol! Destro sotto la nord, mostra l’orecchio. Lo raggiungono gli altri. A me le ammucchiate sotto la curva piacciano sempre tanto.
5′ Realizzo che ho Pjanic al fantacalcio e che prenderà il bonus per l’assist. Esulto di nuovo
6′ Il Chievo saprà trovare una reazione a questo immediato svantaggio? Si domanda qualcuno. Ma Corini con 27 gradi non c’avrà caldo col gilet di lana sopra la camicia? Mi domando io.
7′ Correte scappate arriva lo squadrone giallorosso!
8′ Altre cose che probabilmente mi domando solo io. I capelli di Nainggolan come saranno dopo la doccia?
9′ Chiama mio padre (lo fa sempre quando si esalta).
– Hai visto?
– Sì papà ho visto.
– Guarda quest’anno te lo dico…
– Dai papà zitto.
– No ma davero.
– Eh, ho capito papà.
– Vabbè se sentimo dopo.
– Ciao
10′ (salta skyGo. Non saprò mai cosa è accaduto all’undicesimo minuto).
11′ E mi ricordo improvvisamente che c’è stato un momento nella mia vita in cui volevo fare il regista televisivo delle partite di calcio. Volevo diventare il nuovo Popi Bonnici.
12′ Apprendo che la coppia Compagnoni–Marchegiani commenterà pure la Champions martedì e io sono ancor più felice felice di andarmene allo stadio.
13′ Che io il prossimo martedì l’aspetto da fine agosto.
14′ Pure Benatia, mi dicono.
15′ Ljajic ci prova al volo e fa una cosa inguardabile. Ci voleva coraggio però, ammettiamolo.
16′ Totti lo redarguisce come mi avrebbe redarguito mio nonno dopo una marachella. Sembra (HO DETTO SEMBRA) che si divertano.
17′ Sta cosa de Totti, Ljajic, mì nonno mi fa pensare che potrebbe aver fatto lo stesso pensiero pure mio padre. Mi aspetto quindi a breve una telefonata.
18′ E infatti arriva un messaggio, ma sono amici che stanno allo stadio.
19′ E la notizia vera della giornata è che all’Olimpico sta funzionando la rete dati.
20′ Ma quindi Anonimo, come la stai a vede’? Daje!
21′ Profilo basso, ricordate il Sassuolo l’anno scorso.
22′ Cazzo Coso, rilassate un po’ pure te…
23′ Mai.
24′ Al 24esimo muore di nuovo la rete dati all’Olimpico. Per sempre credo.
25′ Totti fa un passaggio che da solo vale il biglietto della partita. Ljajic decide di fare il ragazzetto preciso e a modo; la controlla, se ne va e fa un gran gol. 2-0. Abbasso il volume del telefono per non sentire la telefonata incombente di mio padre.
26′ A me Ljajic piace poco, lo confesso. Sembra farti un favore quando gioca a pallone. Mi ricorda, nell’atteggiamento, Morfeo. E io Morfeo l’ho sempre considerato il mio nemico calcistico numero uno, poraccio. Non so mica perché! Se un giorno incontrassi Morfeo gli offrirei volentieri un caffè, se lo merita.
27′ Ok la storia del profilo basso l’ho già detta. La storia del gilet di Corini, pure. Ma quanti gilet inadatti al clima e quanti profili bassi mancano da qui a giugno?
28′ Meglio non pensarci.
29′ Meglio concentrarsi che ne so, sul sabato sera.
30′ Poi a un certo punto percepisci nell’aria qualcosa, tipo quando un Highlander captava un suo simile nel raggio di pochi chilometri. E infatti.
31′ E infatti rigore per la Roma. Che quando ti danno sti rigori pensi che ti stanno prendendo in giro. Perchè è netto, ma è il classico: ce ne sono decine a partita. E ci sta che non lo fischino. E però te lo danno. E torni con la mente a Torino. E allora fischi. Fischi come se il rigore fosse contro di te. Perchè in fondo un po’, effettivamente, lo è.
32′ Che io non so gli altri, ma quando Totti tira i rigori, dai tempi del gol con l’Autralia nel 2006, è un po’ come se li tirassi pure io. La sento pure io la responsabilità di quel momento verso chi sta trattenendo il fiato a casa o allo stadio. Tiro, gol. 237 volte in serie A.
33′ Che forse è il caso di ribadirlo. 237. Due. Tre. Sette. Duecentotrentasette.
34′ Vabbè mi rilasso. Stiamo ottenendo il massimo risultato col minimo sforzo. Stasera al trentaquattresimo, come minimo la Juve starà asfaltando 0-5 il Sassuolo e ‘sto 3-0 lampo sarà abbondantemente ridimensionato.
Vedete se non c’ho ragione io.

Immagine| goal.com

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Anche noto come Coso. Classe 1981, attualmente in vita. Nasce brutto e povero e non potendosi permettere di cambiare vita chirurgicamente è costretto a vendere il suo corpo al giornalismo, ma nessuno se lo compra. Casca, si rialza, non se rompe. È tipo il pongo. Scrive cose, fa lavatrici.
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