L’Italia rurale risorsa per un cambiamento sostenibile: cos’è la Rete Rurale Nazionale5 min read

2 Luglio 2021 Società -

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L’Italia rurale risorsa per un cambiamento sostenibile: cos’è la Rete Rurale Nazionale5 min read

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Quando si pensa all’Italia rurale l’immaginario spesso corre a paesaggi ampi, verdi, abbandonati. È facile, viaggiando per le nostre campagne, imbattersi in borghi spopolati, casali crollati sotto il peso del tempo, pascoli d’alta quota riconquistati dal bosco. Eppure le cose stanno cambiando. Man mano che la vita urbana mostra i suoi limiti e (talvolta) perde la sua attrattiva in termini di opportunità, l’Italia rurale sembra offrire quello che oggi manca agli oltre 50 milioni di italiani che abitano nelle città: lo spazio, non solo fisico, per esprimersi; la possibilità di recuperare un rapporto più stretto e sano con le risorse naturali, con il tempo, il cibo. Con le persone.

In questo senso, la campagna non è più soltanto il luogo in cui andare a cercare l’aria buona durante i weekend, o da cui scappare in cerca di opportunità di lavoro: la ruralità torna ad essere vista come risorsa anche culturale, sociale ed economica su cui fare leva per un cambiamento collettivo in senso più ampio. Tornando al nostro viaggio immaginario nella campagne italiane, infatti, è anche facile trovarsi di fronte a edifici in ristrutturazione, vecchie case rurali con altalene colorate nei giardini, terreni agricoli tornati produttivi con metodi innovativi e biologici.

Foto Simon Rae, Unsplash

Non a caso, un’analisi di Coldiretti registra nel 2020 uno storico aumento del 14% del numero di giovani imprenditori in agricoltura. Questo nonostante, o forse grazie, alla crisi provocata dalla pandemia. Molti di loro sono agricoltori di prima generazione, ovvero giovani che provengono da altri tipi di attività produttive e che si dedicano alla terra per una scelta libera e mirata. La ruralità, infatti, è strettamente legata ad agricoltura e allevamento. Un settore che si sta trasformando sotto la spinta della necessità di invertire la rotta dal punto di vista dello sfruttamento delle risorse, attraverso un’innovazione sia tecnica che culturale.

La trasformazione virtuosa dell’agricoltura però non può fare a meno di abbandonare quella competizione verso il massimo ribasso dei prezzi e il massimo sfruttamento delle risorse che ha dominato i decenni passati

Questo porta alla necessità, da una parte, di opportuni sostegni economici, come quelli che vengono dai fondi europei per lo sviluppo rurale, e dall’altra di fare rete per ottimizzare risorse e conoscenze.

Anche per questo è nata la Rete Rurale Nazionale (RNN) italiana, con l’obiettivo di armonizzare, integrare e coordinare le politiche per lo sviluppo rurale.

Cos’è la Rete Rurale Nazionale

Istituita nel 2008 per volontà del Ministero delle politiche agricole, la Rete Rurale Nazionale è uno strumento pensato per migliorare l’attuazione dei Programmi di Sviluppo Rurale (PSR), favorendo la condivisione di conoscenze e pratiche tra tutti i soggetti interessati e rendendo più chiare le politiche comunitarie e nazionali.

Inoltre, la rete serve per ottimizzare le risorse, perché permette di monitorare e gestire in modo organizzato i fondi comunitari acquisiti negli anni attraverso il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr).

Quando parliamo di PSR intendiamo quei documenti, redatti a livello locale, per attuare gli obiettivi fissati dalla Politica Agricola Comune europea, ovvero l’insieme di regole che l’Unione si è data per uno sviluppo redditizio e sostenibile del comparto agricolo dei Paesi membri.

L’importanza della Rete Rurale Nazionale

Come accade anche in molti altri ambiti, ad esempio la sanità, la programmazione delle politiche rurali in Italia avviene a livello regionale e può essere molto diversa in termini di efficienza e organizzazione. Questa differenziazione, che in altri ambiti ha mostrato i suoi limiti in tempo di pandemia, rende quanto mai essenziale la presenza di una rete capace di tirare le fila. Soprattutto in questo momento, con l’imminente arrivo dei fondi del PNRR.

È solo facendo rete, puntando sull’innovazione e sulla creazione di opportunità, che l’Italia rurale potrà andare incontro a una crescita sostenibile, con tutto ciò che questo comporta in termini di benessere socio economico e qualità della vita.

La RRN è un’opportunità in modo particolare per i giovani e per chi è interessato a promuovere l’innovazione nel settore agroalimentare e forestale. È essenziale che queste persone trovino una mano tesa in termini di informazione, opportunità e facilitazioni, per avviarsi a una scelta che ha certamente i suoi aspetti critici. Ed è importante, più banalmente, che gli interessati sappiano dell’esistenza di queste opportunità e delle condizioni necessarie per accedervi.

La Rete Rurale Nazionale nei fatti

Nel periodo 2014 – 2020 l’attività della RRN ha portato con sé molte iniziative, come la produzione di “Sviluppo rurale, tutta un’altra storia”, un catalogo contenente 65 casi di buone pratiche attuate grazie ai programmi di sviluppo rurale regionali. In questo modo, un agricoltore piemontese può conoscere e prendere ispirazione dal lavoro di un collega siciliano, e viceversa. Da esperienze individuali potranno nascere collaborazioni, progetti collettivi e istituzionali.

Un altro progetto interessante è Rural 4 Learning, che ha lo scopo di comunicare lo sviluppo rurale e le opportunità dei fondi europei alle nuove generazioni. L’iniziativa costituisce anche un modello replicabile per trasferire conoscenze e buone pratiche attraverso un approccio basato sulla cooperazione istruzione e mondo del lavoro.

Sulla stessa linea Rural 4 University, che risponde ai bisogni di formazione specifica su sostenibilità e innovazione, e di far conoscere buone pratiche e casi di successo in tema di sviluppo rurale.

Oltre a puntare su eventi e pubblicazioni, per comunicare al meglio l’impatto sul territorio dei programmi di sviluppo rurale, la Rete si è affidata anche al linguaggio dell’arte, organizzando eventi, contest e perfino una web serie che racconta di un fenomeno italiano d’eccellenza: l’agriturismo.

Il ruolo dell’agricoltura nella crescita sostenibile

Gli agricoltori devono affrontare una duplice sfida: produrre alimenti e contemporaneamente proteggere la natura. Utilizzare con prudenza le risorse naturali è essenziale per la nostra qualità di vita, ed è un processo di cambiamento anche culturale che deve coinvolgere tutti, inclusi i consumatori.

L’agricoltura può essere oggi il motore di questo cambiamento, che sappia finalmente conciliare un reddito soddisfacente per gli agricoltori e uno sviluppo sostenibile. L’obiettivo è arrivare a territori più ricchi, dunque, non solo di biodiversità ma anche di idee, relazioni umane e valori.

Clicca qui per scoprire di più sulla RRN.

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Educatore professionale e formatore, ha lavorato in diversi ambiti del terzo settore. Nel suo lavoro mescola linguaggi e strumenti per creare occasioni di crescita personale attraverso esperienze condivise. Per Le Nius scrive di temi sociali e non profit.
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