Riforma della giustizia: rivoluzione o fumo negli occhi?4 min read

2 Luglio 2014 Politica Politica interna -

Riforma della giustizia: rivoluzione o fumo negli occhi?4 min read

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riforma della giustiziaCome previsto dal cronoprogramma di febbraio il Governo è arrivato in extremis a presentare la propria Riforma della giustizia. Finito “il derby ideologico” che da vent’anni blocca qualunque ipotesi di trasformazione dell’iter giudiziario ora è finalmente possibile per l’esecutivo rottamatore presentare un provvedimento che affronti in maniera laica la questione rivoluzionando un sistema ormai ingolfato. Tutto bene quindi? Non proprio.

Riforma della giustizia: tempi lunghi

Le cronoriforme Renziane prevedevano una sorta di rivoluzione copernicana del sistema Italia entro i primi sei mesi di governo. In realtà ieri si è dato solo inizio ad un percorso partecipato di elaborazione della riforma in concertazione con le parti sociali in causa e financo con i semplici cittadini (che potranno mandare la loro al sobrissimo indirizzo mail rivoluzione@governo.it). Quanto gli italiani siano pronti a intavolare “una discussione la più filosofica, concettuale e astratta prima di approvare la riforma” a luglio e agosto tra una partita del mondiale e un torneo di racchettoni in spiaggia ce lo dirà solo il tempo.

Inconsistenza

Come per altri provvedimenti anche stavolta al posto di un decreto legge abbiamo delle slide, anzi, una slide. Aboliti colori, foto di carrelli pieni e famiglie sorridenti in Power Point alle spalle del Matteo nazionale campeggiava un foglio Word con su un elenco puntato e numerato in Calibri Light. Dodici i punti programmatici presentati, ovvero le “dodici palle” del ministro Orlando. Di questi, quattro (riduzione dei tempi del processo e dimezzamento del numero di processi arretrati nel civile, informatizzazione del sistema giudiziario, riqualificazione del personale amministrativo) erano i più ovvi, oltre ad essere già state obiettivo dichiarato di tutti i tentativi di riforma abortiti negli ultimi venti anni. Il problema è ovviamente il come tutto questo venga realizzato, e su questo il dibattito “filosofico, concettuale e astratto” è aperto da almeno due decadi.

Un colpo alla botte ed uno al cerchio

Altri tre punti, quelli sulla riforma del CSM (chi nomina non giudica chi giudica non nomina, carriere sul merito e non sull’appartenenza) e sulla responsabilità civile dei magistrati sembrano fatti apposta per compiacere il centrodestra berlusconiano (e la parte più garantista del centro, anche piddino), equilibrati però dalla promessa di accelerare il processo penale, allungare i tempi della prescrizione e inasprire le sanzioni contro la criminalità economica (falso in bilancio, autoriciclaggio). Una riforma, insomma, pensata col bilancino per tentare una (impossibile?) mediazione fra i potenti e opposti schieramenti degli ultragarantisti e dei fanatici giustizialisti. Altro che fine del “derby ideologico”.

Riforma della giustizia

Intercettazioni

Altro punto controverso è quello che riguarda le intercettazioni. L’obiettivo, ambizioso, è quello di garantire contemporaneamente il diritto all’informazione e la tutela della privacy. Anche qui molto dipenderà da dove sarà fissata l’asticella che separa un campo dall’altro, basterebbe poco a farsi accusare da opposizioni i giornali di preparare una legge bavaglio.

Follie preferenziali

Infine c’è il fumoso progetto di corsie preferenziali nel processo civile per famiglie e imprese. Il significato di tutto ciò davvero ci sfugge, forse che due coppie di inquilini in causa col padrone di casa avranno tempi di soluzione dei contenziosi diverse a seconda che una sia formata da marito e moglie mentre l’altra no? Ma non è un diritto di tutti avere giustizia in tempi certi?

Lacune

Infine manca del tutto quello che è, a nostro avviso, lo strumento principe per disingolfare la macchina della giustizia penale in Italia, cioè la depenalizzazione di tutta una serie di reati minori, a cominciare da quelli legati allo spaccio ed alla detenzione delle sostanze psicotrope, se non altro di quelle considerate leggere.

Insomma, ancora una volta più che ad una riforma ci troviamo di fronte ad un contenitore vuoto senza sapere nemmeno esattamente come si vorrà riempirlo. Il Renzi decisionista dei primi tempi (che ha forse più a cuore in questo momento le riforme costituzionali ed elettorali) sembra essersi trasformato (quantomeno a parole e nonostante il 40 e cocci per cento delle europee) in un tale fautore della democrazia partecipata che nemmeno i più radicali altermondisti dei social forum avrebbero retto il confronto. Resta da capire se tutto ciò sia un bene o è un male, nel frattempo però si rischia di passare dal Governo del fare a quello del farò.

Immagini| www.forexinfo.it| agi.it

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Quest'anno ho fatto il blogger, il copywriter, il cameriere, l'indoratore, il web designer, il dottorando in storia, il carpentiere, il bibliotecario. L'anno prossimo vorrei fare l'astronauta, il rapinatore, il cardiochirurgo, l'apicoltore, il ballerino e il giocatore di poker prof.
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