Renzi e il M5S: l’ideologia delle idee3 min read

5 Marzo 2014 Politica -

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Sociologo

Renzi e il M5S: l’ideologia delle idee3 min read

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Renzi e il M5SLa recente dialettica politica italiana ha visto emergere due soggetti, Matteo Renzi e il MoVimento 5 Stelle, che fanno della centratura sulle idee uno dei loro cavalli di battaglia. Renzi e il M5S, in maniera molto simile, fanno di questo nuovo approccio al mondo un elemento di propaganda da sfoggiare per distinguersi da un passato che, sottintendono, alle idee preferiva le ideologie.

Ma che rapporto c’è tra idee e ideologie? Piuttosto semplice: ideologia significa “discorso sopra le idee” e altro non è che la coerenza di insieme che si dà alle proprie idee in modo che non si contraddicano (o che lo facciano il meno possibile) l’una con l’altra. È la riflessione che si fa sulle idee che si hanno e che porta a chiedersi, ad esempio: promuovere le energie rinnovabili e respingere i migranti alle frontiere sono azioni politiche che rientrano nello stesso orizzonte di senso?

In poche parole in assenza di ideologie il sistema di idee manca di coerenza interna. L’ideologia è dunque fondamentale per orientare le scelte (derivanti dalle idee) verso una direzione di senso. Posso avere idee meravigliose per la cena di stasera, ma se non rifletto e le organizzo in un menù coerente rischio di proporre un antipasto di pesce fresco e un secondo di polenta, funghi e salsiccia bagnati da quel meraviglioso cocktail rum, succo d’ananas e menta fresca che da molto volevo sperimentare.

Il processo di “de-ideologizzazione” è in atto da tempo, ed è raro ormai che qualcuno si ispiri esplicitamente al socialismo, al comunismo, al liberalismo. Tuttavia questi riferimenti permangono e continuano a delineare orizzonti, seppur sempre più confusi e inintelligibili. Renzi e il M5S, a mio parere, impongono un’accelerazione al processo rendendolo esplicito, quasi rivendicandolo. Abbiamo solo idee e nessuna ideologia, sembrano voler continuamente ribadire.

Questo non significa che fino all’emergere di questi due soggetti i sistemi di idee fossero coerenti. Certo che no. Ma non c’era quella rivendicazione quasi snob rispetto al primato delle idee. Persino Berlusconi, pur nel marasma delle sue peripezie personali e imprenditoriali, abbracciava una vaga ideologia liberale/liberista, così come, in teoria, l’ideologia socialdemocratica (in salsa cattolica-conservatrice) caratterizzava il PD fino a Bersani (e Epifani). E prima di loro saldi riferimenti cattolici (orientati di volta in volta al conservatorismo o al progressismo) muovevano la Democrazia Cristiana e il Partito Socialista e Comunista si commentano da sé.

Ora per prendere le distanze da questo panorama visto come un relitto del passato, Renzi e il M5S finiscono per demolire il concetto stesso di ideologia. La questione però non è secondo me prendere le distanze dalle ideologie, quasi sprezzandole ma, al contrario, ridar loro senso. Se il PD predica la socialdemocrazia e foraggia continuamente le banche amiche dei propri dirigenti ignorando lavoratori e soggetti deboli non è certo colpa della socialdemocrazia, ma del PD.

Nel discorso programmatico alle Camere della scorsa settimana Renzi ha ribadito più volte la sua smania di lavorare sulle idee, quasi a voler implicitamente scrollarsi di dosso la possibilità di essere associato ad un’ideologia. Lo stesso fa il MoVimento 5 Stelle, impegnato a ripeterci continuamente che destra e sinistra non esistono più e che l’unica cosa che conta è portare avanti le idee dei cittadini, senza curarsi di quali visioni del mondo abbiano alle proprie spalle (le idee e i cittadini).

La mia lettura è che entrambi questi soggetti ci stanno prendendo in giro. Non esistono idee senza ideologie. Si va profilando tutt’al più una sorta di “ideologia delle idee” che, mentre rivendica la distanza da qualsiasi ideologia, ne forgia e applica paradossalmente una tutta sua, ancora più feroce proprio perché implicita.

Nel momento in cui ti fai una domanda su un’idea sei già nell’ottica di un’ideologia. Ma se non ti sforzi di darle un nome e costruire ed esplicitare i collegamenti, ed anzi rifiuti il pensiero stesso di poterlo fare, stai negando la possibilità di un orizzonte. E l’orizzonte, come recita una famosa frase, è ciò che serve per camminare.

Immagine | latinapress.it

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Sociologo, lavora come progettista e project manager per Sineglossa. Per Le Nius è responsabile editoriale, autore e formatore. Crede nell'amore e ha una vera passione per i treni. fabio@lenius.it
1 Commenti
  1. pier

    ''Ideologia'' è parola che non mi piace perché ne scorgo il profilo mistificatorio, la visione della realtà piegata ad un risultato politico, l'orientamento al potere. Preferisco parlare di ''pensiero'', ''riflessione'' e simili. Ma è vero che farsi beffe delle ideologie, del loro contenuto e valore, in nome della presunta maggior efficacia delle idee isolate, estemporanee ma spacciate per più efficaci, è inaccettabile dal ceto politico. Chi lo propugna figura come un adolescente un pò ripetente, che cerca la scorciatoia pratica, la ''dritta'' per ''sfangare''. Atteggiamento che riflette il senso comune secondo cui bisogna essere sempre ''pratici'', ''concreti'' (come se fosse la stessa cosa), non farsi troppe ''seghe mentali''. E d'altra parte un uomo riflessivo come Letta, col suo cacciavite, ha fatto la fine che sappiamo.

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