5 regali da non fare ad un milanista4 min read

10 Dicembre 2013 Uncategorized -

5 regali da non fare ad un milanista4 min read

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Arriva il Natale, e io non so mica cosa suggerirvi di regalare ad un milanista. La mia squadra esprime un gioco talmente imbruttito, che io le regalerei un gioco. Ma cosa si può far trovare sotto l’albero ad un tifoso rossonero? Soltanto un Thiago Silva imbavagliato potrebbe farlo gioire. Il resto sono briciole di panettone donate a chi piace il pandoro. Scervellandomi ho sfornato soltanto idee di regali che non vorrei e ne ho scelti 5.

1. Una panchina

@decafinata
@decafinata
Se volete regalargli una panchina la bontà (e l’originalità) delle vostre intenzioni sarebbe inattaccabile: se il vostro amico entrasse a San Siro con una panca e la piazzasse a lato del campo è probabile che i giocatori ascolterebbero lui invece che Allegri. Ma astenetevi da un dono del genere: se anche riuscisse a passare per i tornelli, ricordate che tappi delle bottigliette e panchine non superano i controlli e l’amico milanista si troverebbe in breve fuori dallo stadio. Con una panchina. A quel punto si recherà tristemente alla Montagnetta di San Siro, si siederà sulla sua panchina e getterà ai piccioni pezzetti di pane e biglietto, urlando loro di volare sulle fasce e di non ciondolare per il campo. Non proprio un bello spettacolo per nessuno. Tranne che per juventini e interisti.

2. Io Ibra

@calciostreaming
@calciostreaming
Il talento svedese si è raccontato a David Lagercrantz nel 2011 in un’autobiografia che se uscisse oggi potrebbe forse essere intitolata Dio Ibra. Non è scritta malissimo, anche se i capitoli più ghiotti sono i primi: comprensibilmente svela poco dei suoi tempi al Milan, motivo per cui l’amico milanista non rintraccerà i prodromi di ciò che sta accadendo oggi, ma leggerà di Guardiola che tira le trecce a Zlatan che fa la pernacchia a Guardiola, o di Raiola che mette i piedi sul tavolo di Moggi, o di Ibra che tira i coppini a Cassano. Il racconto della giovinezza sportiva del giocatore e delle sue relazioni familiari è godibile, ma non vale la pena regalarlo ad un milanista, fidatevi.

Per evitarvi rimpianti, riporto qua il passaggio per me più efficace del libro, quando Ibra descrive Helena Seger, che sarebbe diventata sua moglie.

«Veniva da una famiglia modello di Lindesberg, una di quelle famiglie dove si dice “Tesoro, per favore, puoi passarmi il latte?”, mentre da noi, a tavola, ci urlavamo minacce di morte a vicenda».

3. Penso quindi gioco

@DrabikPany
@DrabikPany
Ecco, checché ne dica Antonio Soares, questa autobiografia invece è anche scritta male. Andrea è un calciatore formidabile, tanto pacato, quasi svogliato, con i giornalisti quanto scherzoso negli spogliatoi, ma questo libro non gli fa onore. Il milanista potrà sorridere della relazione con Gattuso, potrà diventare, se lo crede, un supporter di Barbara Berlusconi leggendo come Pirlo racconta di essere stato liquidato, potrà strofinarsi gli occhi a leggere cosa pensa il fuoriclasse bresciano di Matri.

Quando gioca, tocca un pallone e fa gol, ne tocca un altro e segna di nuovo. La sua media è impressionante, spesso penso che sia un giocatore troppo sottovalutato, fossi il presidente di una squadra uno così sarebbe in cima alla mia lista dei desideri. Una garanzia valida un miliardo di anni.

Ma rimane un libro con passaggi stucchevoli e metafore grossolane e se volete buttarvi su un’autobiografia, scegliete Open.

4. Una guida turistica di Istanbul

Gliela regalereste sapendo che lui per ovvi motivi non si recherà mai in quella città e allora pensate di fargliela conoscere almeno attraverso un libro, ma al milanista verace di Costantinopoli non interessa nulla: la relativa cartella nella sua memoria è zeppa di aspettative, dolore, pugni e lacrime: non ci sta altro. Qualcuno può confonderlo per un processo di rimozione, la realtà è che la finale più incredibile di Champions League è impossibile da dimenticare e il milanista non può saperne altro di Bisanzio, sarebbe solo masochista.

5. Uno scaldacollo VIP a righe

È proposto dallo store online ufficiale della squadra e può essere un regalo tipico che una ragazza pensa per il suo fidanzato malato di Milan: “è inverno, allo stadio (e fuori) fa freddo, gli faccio capire che ho inteso quanto conti la squadra per lui e gli regalo uno scaldacollo. Pure VIP, perché per me è una persona importante”. Ecco, no. Perché il suo animo generoso sarebbe anche capace di apprezzare, ma è una stagione questa in cui il milanista dovrà imparare a sopportare il freddo anche oltre l’inverno, ed eviterà volentieri le freddure di amici e non amici di altre squadre sfoggiando accessori protettivi troppo evidenti.

Ma non rassegnatevi: a questo link potete trovare molti altri regali suggeriti dalla redazione di Le Nius.

Immagini| exfordy

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Nasco tra Milan(o) e l'Inghilterra. E lascio il cuore in Olanda, già che ci sono, tripartito. Da milanista tifo i piedi educati e le menti aperte, i capitani di lungo corso e i registi. Faccio più fatica con i cugini che con i gobbi. Credo che la poesia sia ciò che spunta quando hai la palla all'altezza della linea di metà campo e alzi la testa: tutti i gol migliori partono da lì, che poi vengano segnati di esterno o di fegato, di cuore o di doping.
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