Red Dead Redemption 2: i 5 motivi per cui Rockstar Games ha già vinto7 min read

1 Novembre 2016 Giochi -

Red Dead Redemption 2: i 5 motivi per cui Rockstar Games ha già vinto7 min read

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red dead redemption 2
rockstargames.com

È di pochi giorni fa uno degli annunci più attesi degli ultimi anni nel mondo dei videogiochi. Dopo una campagna di marketing virale giocata sui social network a suon di immagini criptiche (ma neanche troppo, per gli appassionati) Rockstar Games ha infatti confermato l’uscita per il 2017 del suo nuovo titolo, Red Dead Redemption 2.

Il gioco, forse seguito o forse prequel dell’omonimo uscito nel 2010 ed entrato nella storia e nel cuore di moltissimi videogiocatori, sarà un free roaming open world ambientato nel Far West e sarà disponibile al lancio per PS4 e Xbox One, ma oltre a questo si hanno ben poche informazioni precise. Lo stesso breve teaser e l’immagine usati per l’annuncio mondiale, pure analizzandoli con metodi da far impallidire i RIS, non permettono altro che supposizioni e ci lasciano frementi di hype nell’attesa di nuovi dettagli.

Tuttavia, le sole immagini pubblicate da Rockstar Games prima dell’annuncio (tra cui la semplice R del logo, su sfondo rosso) hanno letteralmente “spaccato” la comunità videoludica, registrando centinaia di migliaia di like, condivisioni e commenti e facendo moltiplicare le discussioni su forum e siti specializzati con un tasso di crescita che neanche una coltura batterica… Ad oggi il teaser del gioco vanta oltre 7 milioni di visualizzazioni e gli analisti si sono esposti prevedendone la vendita di almeno 15 milioni di copie (un dato, probabilmente, arrotondato per difetto).

Insomma, quando Rockstar Games si muove, il mercato freme e si prepara a grandi esperienze e spesso a importanti rivoluzioni. Da più parti il colosso dell’industria videoludica è considerato il migliore, o comunque quello per cui aspettarsi novità e successi ha più senso che prevedere delusioni.

Ma cosa rende Rockstar Games così speciale? Proviamo a rispondere in cinque brevi punti.

1. Rockstar Games non ha fretta (e non ne ha avuta per Red Dead Redemption 2)

Parlando di videogiochi, viviamo ormai in un mondo pesantemente influenzato da titoli a cadenza annuale. Se sul lato sportivo questo può trovare giustificazione (aggiornamento delle rose, qualche piccola miglioria tecnica o nuova modalità di gioco), per altri generi la tendenza a sfornare un gioco all’anno, pur rispondendo alla domanda di gran parte dell’utenza, ha come effetto l’abbassamento del livello generale dell’esperienza videoludica. Titoli fotocopia di se stessi, con fasi single player ridotte all’osso o con meccaniche ormai trite e ritrite inserite in contesti nuovi, possono decretare il declino e la fine anche di grandi serie.

Rockstar Games non segue la moda e non si lascia prendere dalla frenesia. Ci si può ritenere fortunati quando passano cinque anni tra un gioco e il suo seguito e non si può sperare in più di due/tre titoli per ogni generazione di console. Tra GTA IV e GTA V sono trascorsi appunto cinque anni e Red Dead Redemption 2 staccherà di ben sette anni il suo predecessore.

Tempi simili sono certamente giustificati da vendite sempre soddisfacenti sia dei giochi che dei loro contenuti aggiuntivi, ma rispondono anche alla volontà di lavorare ad un progetto avendo come obiettivo un prodotto completo ed innovativo e non una data sul calendario. Senza contare che la lunga attesa affama i fan e di fatto li tiene al guinzaglio, come dimostrano le reazioni spropositate al recente annuncio.

2. Rockstar Games non si sbottona

Recentemente il team di sviluppo di Mafia 3 ha condotto una campagna promozionale costruita su decine di trailer e video gameplay rilasciati a cadenza regolare nelle settimane precedenti al lancio del gioco. Chi li avesse guardati tutti avrebbe avuto una panoramica quasi completa su grafica, gameplay, meccaniche di gioco, stili di approccio, insomma avrebbe quasi giocato prima ancora di avere il disco tra le mani.

Chi conosce Rockstar Games sa invece che informazioni, immagini e video vengono centellinati in modo esasperante, tra l’altro con una invidiabile bravura a proteggersi anche da indesiderate fughe di notizie. Sul sito e sui social della software house, nei mesi tra l’annuncio e l’uscita di un nuovo gioco, si moltiplicano le richieste pressanti e deliranti di nuovi dettagli da parte dei fan, richieste che restano invariabilmente deluse.

La promozione e il marketing Rockstar procedono solitamente per tappe definite e con una politica che suggerisce, più che mostrare, aumentando così l’immancabile hype. Come una bellissima ragazza che non si concede facilmente.

3. Rockstar Games è ironica

I giochi Rockstar Games, in particolar modo quelli della serie GTA e in parte lo stesso Red Dead Redemption, sono ambientati in città fittizie chiaramente ispirate a controparti reali. Così troviamo Liberty City (New York), Los Santos (Los Angeles), San Fierro (San Francisco), Las Venturas (Las Vegas), Vice City (Miami).

Questa scelta, di certo non esclusiva di Rockstar Games, permette di trasportare la similitudine tra città videoludiche e reali anche a determinate tematiche trattate nei giochi stessi. Così, tralasciando la trama principale, tutto ciò che ruota intorno ad essa e la condisce (programmi radiofonici, notizie di cronaca, siti web, eventi particolari di cui i videogiochi GTA sono ricchi) è pervaso da una forte ironia, spesso tesa all’esagerazione, che assolve ad una duplice funzione.

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Una pubblicità sul social network fittizio di GTA V Lifeinvader, dove i “follower” sono chiamati “stalker”. La Redwood Cigarettes offre uno sconto su visite mediche, a patto che non siano per malattie collegabili al consumo di sigarette… [Immagine| orcz.com]
Da un lato, semplicemente, diverte e intrattiene. Dall’altro fa riflettere, perché alcuni difetti, alcune contraddizioni, alcuni scandali possono essere ritrovati anche nel mondo reale, di cui i videogiochi Rockstar fanno a tutti gli effetti una critica “subliminale”. Una Fattoria degli Animali orwelliana in salsa videoludica. Un’esperienza così completa non è da tutti.

4. Rockstar Games vende giochi longevi

Oggi, salvo rare eccezioni, trovare giochi che non si concludano nel giro di una ventina di ore è impossibile. La longevità di un titolo viene affidata ai trofei/obiettivi (che spesso richiedono due o più ripetizioni del gioco e la ricerca di oggetti nascosti) e soprattutto al comparto online.

Generalmente, invece, quando si acquista un gioco Rockstar Games si è certi che l’esperienza non sarà breve, anche ipotizzando di dedicarsi solo alle missioni principali. Se si aggiungono poi quelle secondarie, quelle attivabili casualmente, le fasi di esplorazione libera delle città e dei dintorni, le attività collaterali, la lettura di notizie e siti fittizi, un utente medio con due/tre ore a giorno a disposizione per i videogame può restare impegnato per settimane.

Come se non bastasse, il comparto online, diventato di fatto un’esperienza a sé con GTA Online, estende all’infinito l’esperienza affidandosi non solo alla competitività tra i giocatori, ma ad un supporto continuo e vario da parte della Rockstar Games stessa. Nuove modalità, nuovi elementi di gioco, nuove sfide, tornei ed eventi speciali periodici bastano ad assorbire un utente (ed i suoi soldi) per anni.

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Immagine| media.rockstargames.com

5. Rockstar Games ti vizia

Rockstar Games è la regina dei giochi free roaming open world. Le sue mappe aperte e totalmente esplorabili sono ormai copiate, spesso invano, da molti giochi concorrenti e questa struttura di gioco si sta estendendo anche a videogiochi che magari non ne avrebbero bisogno.

Quando si affronta un GTA o un Red Dead Redemption 2 si è certi, sin dal primo minuto, che ogni centimetro della vasta mappa sarà raggiungibile e offrirà qualche spunto di interesse (fosse anche solo un easter egg). La stessa esplorazione, l’osservazione di edifici, dei passanti e dei loro comportamenti, l’ascolto delle conversazioni casuali tra pedoni fanno parte dell’esperienza, la arricchiscono creando un’immersione totale in un mondo alternativo che sembra in grado di vivere anche al di fuori della nostra interazione con esso.

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La mappa di GTA V [Immagine| theaveragegamer.com]
Altro marchio di fabbrica dei giochi Rockstar Games sono le attività collaterali. Le possibilità per personalizzare il nostro avatar o i mezzi di trasporto sono sempre moltissime. I minigiochi sparsi per le città sono piccoli tesori: in GTA V si possono disputare addirittura partite a tennis o andare sulle montagne russe, in GTA San Andreas si poteva andare in palestra e giocare nei casinò di Las Venturas, in Red Dead Redemption ci si sfidava a braccio di ferro o al lancio dei ferri di cavallo. Quando si acquistano giochi simili non si sa mai dove si finirà.

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Classe '85, divido il tempo tra la moglie e i tre figli e le più svariate passioni. Amo la lettura, la scrittura (ho pubblicato cinque romanzi) ed i videogiochi, non disprezzo fumetti, calcio, cinema e cucina. Eterno bambino, amo la vita e credo che sia troppo breve per non interessarsi a... tutto!
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