Silence, parola di Scorsese6 min read

3 Febbraio 2017 Cultura -

Silence, parola di Scorsese6 min read

Reading Time: 5 minutes

(scritto a quattro mani con Paolo Dell’Oca)

Recensione Silence di Martin Scorsese

Ne è valsa la pena.

Di attendere 28 anni, quelli che ci sono voluti a Scorsese per completare un lavoro rimandato a lungo: raccontare la storia scritta da Shūsaku Endō* e pubblicata nel 1966. Silence, appunto. Martin Scorsese ha lavorato con Jay Cocks, sceneggiatore che conosce molto bene per averci collaborato in altri lungometraggi come The age of Innocence e Gangs of New York, nel portare alla luce una poco nota vicenda del XVII secolo: le persecuzioni dei cristiani in Giappone, in particolare quella dei missionari gesuiti partiti per evangelizzare l’estremo Oriente.

Sinossi. Il film narra la storia di due giovani padri gesuiti, Padre Sebastião Rodrigues (Andrew Garfield) e Padre Francisco Garupe (Adam Driver), che partono in cerca del loro mentore, Padre Cristóvão Ferreira (Liam Neeson), di cui si sono perse le tracce e si dice abbia abiurato e sposato una donna giapponese. Un viaggio alla ricerca del maestro si trasforma ben presto in un percorso dove i protagonisti toccheranno con mano il dramma della persecuzione e dovranno fare i conti con la verità della propria fede.

Interpretazione degli attori. Martin Scorsese ha scelto bene: impeccabile e misterioso Liam Neeson (The Mission, Schindler’s List, Michael Collins, Gangs of New York, Il cavaliere oscuro – Il ritorno, ma anche il Qui-Gon Jinn di Star Wars – Episodio I) che interpreta il maestro scomparso, molto credibile Adam Driver (J. Edgar di Clint Eastwood, A proposito di Davis dei Cohen, Star Wars: Il risveglio della Forza, Paterson), centratissimo anche Andrew Garfield (The Amazing Spider-Man, 99 Homes, La battaglia di Hacksaw Ridge), nonostante le accuse di parte della critica di essere un po’ troppo “belloccio” per il ruolo.

Abbiamo letto come in passato Scorsese avesse provato a ingaggiare dei “mostri sacri” come Daniel Day Lewis, Benicio Del Toro e Gael Garcia Bernal per il ruolo dei tre protagonisti, ma non c’è la controprova. La performance dei tre attori resta ottima, insieme all’ammirevole lavoro degli attori giapponesi Tadanobu Asano, Issei Ogata, Yoshi Oida, Yosuke Kubozouka (Kichijiro) e Shinya Tsukamoto.

Effetti sonori magistrali. Silence non ha praticamente colonna sonora eppure non possiamo dire non ci sia una musicalità straordinaria, creata dallo studio per i rumori di fondo del film, che creano perfetta sintonia tra immagine e spettatore. Averla affidata ad Howard Shore, vincitore di tre Oscar con la saga del Signore degli Anelli, si è rivelata una scelta azzeccata.

Regia e fotografia. La regia di Scorsese è essenziale, la fotografia eccellente, con certi passaggi del film, costato 40 milioni di dollari, che diventano veri e propri ritratti di un viaggio spirituale.

Recensione Silence di Martin Scorsese

Il film è “propaganda cristiana“? La risposta è no. Scorsese parte dal suo rapporto intimo con la fede ma dipinge uno scenario in cui miseria e nobiltà si mescolano, senza dare facili letture o chiare condanne ed assoluzioni. I persecutori sono giapponesi, e questo è molto chiaro: le torture inflitte sono tremende come è molto opprimente la mancanza di libertà religiosa. I persecutori però non sono dipinti come mostri assetati di sangue, ma come uomini molto razionali che difendono la propria cultura dall'”invasore” straniero.

Padroni a casa nostra, verrebbe da chiosare ascoltando i discorsi dell’inquisitore: molto contemporaneo.

Tanto è vero che, da un punto di vista politico, appare allo spettatore come perfettamente logica la difesa da parte del Giappone della propria identità: è molto bravo Scorsese a portarci in un campo minato, dove la razionalità confligge con la libertà. Il punto di vista dei persecutori è ascrivibile in una visione privatistica e nazionalistica del mondo: più di uno spettatore avrà percepito una sorta di arroganza nella scelta dei due giovani gesuiti di partire. Ma, lo dicono gli stessi giapponesi, il Giappone è una palude: è chiuso, ristagna, è luogo di morte.

Il cuore del film non è comunque il discorso politico identitario. Silence è un’esperienza intima, una cavalcata di 160 minuti estremamente personale, intensa e diversa per ogni spettatore. Non è un film per tutti, richiede adesione e disponibilità a mettersi in gioco senza risposte preconcette. Allo stesso tempo è un film capace di parlare alla spiritualità di molti, perché affronta il tema in dettaglio, approfonditamente, e quindi coglie diversi momenti di transizione spirituale in cui è possibile riconoscersi. Non sorprendetevi se uscirete dalla sala disturbati e confusi.

Scorsese (autore di film come L’Ultima tentazione di Cristo e Kundun) ci accompagna in un fatto storico, lasciandoci di fronte a domande decisive quanto complesse: cos’è la fede? Noi siamo le cose che facciamo o c’è qualcosa di più profondo? Cos’è la conversione? Cosa significa soffrire per gli altri? Si può sacrificare il prossimo in nome di un amore per Gesù Cristo? Cosa vuol dire amare la croce? Il film è tutt’altro che silenzioso: l’unico silenzio è quello di Dio.

Uno dei personaggi chiave del film è personaggio Kichijiro, che prima li guida in terra giapponese, e poi tradisce Padre Rodrigues a più riprese, restandogli però accanto fino in fondo: Kichijiro può rappresentare nel senso più comune il classico esempio di persona debole, l’antieroe per eccellenza. Ma è una lettura superficiale, perché Kichijiro potrebbe anche essere la rappresentazione del fallimento della missione di Rodrigues o forse il suo pieno compimento: il perdono mai negato, per quanto concesso con una fatica crescente. Più probabilmente Kichijiro è l’esempio perfetto di cristiano: che sbaglia ripetutamente, ma non smette di sperare e di chiedere perdono. Kichijiro dà l’impressione di essere pienamente consapevole dei suoi limiti e del male che infligge, ma torna, sempre.

Anche Padre Garupe, il personaggio interpretato da Adam Driver, si avvale di una scrittura di spessore: rigido, deciso, apparentemente più fragile del confratello, è protagonista di una delle scene più importanti del film, quella in cui è portato a credere che il compagno abbia abiurato.

E poi c’è Padre Sebastião Rodrigues, portato in scena da Andrew Garfield: numerose biografie vengono fortemente connotate dalle scelte che si fanno in una manciata di anni, solitamente quelli dell’ingresso all’età adulta. Silence può essere letto anche come la storia della conversione del protagonista, dell’incontro con la sua fede: prende il mare alla ricerca del maestro, e quando lo trova questi gli dà l’ultima lezione, quella della maturità.

Silence è un film che abbiamo profondamente amato, un regalo di Martin Scorsese. Voto: 9.

recensione silence

Curiosità
• L’anteprima del film si è tenuta a Roma davanti a 400 padri gesuiti con il benestare di padre James J. Martin, editore della rivista gesuita America, che ha collaborato come consulente nella produzione del film.
• La rivista dei gesuiti La Civiltà Cattolica il 9 dicembre successivo ha pubblicato in italiano e inglese un’ampia intervista di 22 pagine a Martin Scorsese, realizzata dal direttore Antonio Spadaro, nella quale il regista parla estesamente dell’ispirazione del suo film.
• Il film è principalmente girato a Taiwan.

Recensioni esterne
MyMovies: 3,6/5
IMDB: 7,6/10
Rotten Tomatoes 7,6/10
Cineblog: 4,2/5
Cinematographe: 4,4/5

Riconoscimenti:
2017 – Premio Oscar
Candidatura alla Migliore fotografia a Rodrigo Prieto
2016 – National Board of Review Awards
Migliori dieci film dell’anno
Miglior sceneggiatura non originale a Jay Cocks e Martin Scorsese
2016 – American Film Institute
Migliori dieci film dell’anno

Informazioni
DATA USCITA: 12 gennaio 2017
GENERE: Drammatico, Storico
ANNO: 2016
REGIA: Martin Scorsese
ATTORI: Adam Driver, Andrew Garfield, Liam Neeson, Ciarán Hinds, Issey Ogata, Tadanobu Asano, Shinya Tsukamoto, Ryô Kase
SCENEGGIATURA: Jay Cocks
FOTOGRAFIA: Rodrigo Prieto
MONTAGGIO: Thelma Schoonmaker
MUSICHE: Howard Shore
PRODUZIONE: Cappa Defina Productions, CatchPlay, Cecchi Gori Pictures, Fábrica de CineSharp, Sword Films, Sikelia Productions.
DISTRIBUZIONE: 01 Distribution
PAESE: USA
DURATA: 161′

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Lo appassionano filosofia, semiotica e Fc Internazionale. Prova a prendersi cura della comunità di Le Nius, in pratica delle relazioni con le persone. Formatore nelle scuole. Per lavoro si occupa di strategie digitali. davide@lenius.it
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