Quale futuro per la Destra italiana?5 min read

28 Novembre 2014 Politica Politica interna -

Quale futuro per la Destra italiana?5 min read

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Quale futuro per la destra italiana?
@AffariItaliani

Quale futuro per la Destra italiana? Cerchiamo di capire quali sono le prospettive per il dopo Berlusconi. Per farlo ripartiamo dall’inizio.

Nel 1994 Forza Italia diventa il partito di riferimento per tutto il centrodestra: Silvio Berlusconi è “il nuovo che avanza”, l’uomo della provvidenza che promette di gestire l’Italia come un’azienda. Efficienza, onestà -mica quelli della Prima Repubblica- e lavoro. Il partito del Cavaliere vince le elezioni anche grazie all’alleanza con la Lega Nord di Bossi, partito esploso nel post-tangentopoli e in ascesa soprattutto al Nord. La differente natura dei due partiti viene fuori poco tempo dopo la nascita dell’esecutivo e il primo Governo Berlusconi ha vita breve.

Bossi e Berlusconi si dichiarano odio eterno e nascono nuove alleanze come l’asse An-FI con Fini e gli ex democristiani dell’Udc, prima col Polo delle Libertà che perde le elezioni del ’96, e poi nella Casa delle Libertà assieme anche ai repubblicani e al nuovo PSI, che nel 2001 vince lo scontro elettorale aprendo le porte per i Governi Berlusconi II e III.

La stessa coalizione si presenta alle politiche del 2006, ma stavolta esce perdente contro Romano Prodi. Allora Berlusconi cambia: scioglie Forza Italia e dà vita al Popolo della Libertà, nel quale confluiranno anche Alleanza Nazionale di Fini, che se ne pentirà amaramente, come ha recentemente dichiarato su twitter,

il nuovo PSI, i piccoli partiti di centro cattolici e alcuni dei movimenti più nostalgici come quello di Alessandra Mussolini. Degli alleati storici, a rimanere fuori dal PdL sono l’ex-democristiano Casini, che prende la guida dell’Unione Democratica di Centro (Udc), e Daniela Santanchè con Francesco Storace, che insieme si presenteranno alle elezioni col nuovo partito La Destra.

Da qui è storia recente: il Pdl vince le elezioni grazie alla rinnovata alleanza con la Lega ma, nonostante una maggioranza schiacciante, il Governo Berlusconi IV non mantiene le promesse (o è vittima di un complotto, a seconda dei punti di vista) e cade nel baratro dello spread, venendo sciolto prematuramente per fare spazio ad un governo di tecnici presieduto da Mario Monti. Nel frattempo, Gianfranco Fini e i suoi fedelissimi escono dal PdL per creare un nuovo partito, Futuro e Libertà per l’Italia, con la promessa di dare una valida alternativa per la destra italiana, e gli alleati della Lega perdono quel che resta della poca credibilità a causa dagli scandali finanziari che colpiscono il partito e la famiglia Bossi.

Con l’avvento del Governo Monti, si apre l’ultima stagione per il PdL. Le correnti interne portano alla scissione del partito. Dall’insediamento di Monti e alla caduta del successivo Governo Letta nascono dal PdL: Fratelli d’Italia, su iniziativa di Giorgia Meloni, il CentroDestra Nazionale, guidato da Ignazio La Russa, il Nuovo Centro-Destra, nato da Alfano e nuovamente Forza Italia, con Berlusconi a capo del nuovo/vecchio partito assieme ai suoi fedelissimi.

Il Pdl cade a pezzi e gli ex alleati non stanno meglio: UDC e FLI seguono Monti nella sua fallimentare corsa elettorale del 2013 e solo Casini riesce a tenersi il suo seggio in Parlamento mentre Fini rimane a spasso; La Destra, dopo essere rientrata in coalizione con il Pdl, aderisce nuovamente a Forza Italia nel Marzo del 2014; la Lega Nord, invece, messa da parte la famiglia Bossi, scopre una nuova gioventù grazie a Matteo Salvini.

Quale futuro per la Destra italiana?

La destra italiana non è mai andata oltre la figura del Berlusconi imprenditore della provvidenza del 1994: vi ricordate le fallite primarie? Forse proprio per questo in molti hanno scelto di guardare oltre lo schieramento politico e dare fiducia a Matteo Renzi.

Lo stesso Berlusconi ha più volte fatto intendere coi fatti di considerare l’ex-sindaco di Firenze un po’ come il suo erede politico, malgrado gli schieramenti opposti (in teoria). Il premier toscano, d’altra parte, potrebbe portare a compimento parte del programma che Mister B. non è mai riuscito a realizzare, a suo dire per colpa del Parlamento.

Questa (non) opposizione -come dimostrano le ultime elezioni- sta annientando il consenso di Forza Italia e creando una paralisi senza fine nel partito, considerata fino alle elezioni emiliane la terza forza del paese, dietro Pd e 5 Stelle. Fino ad oggi, appunto.

L’unico che sta provando a ricostruire a destra è Matteo Salvini. Sotto la sua guida la Lega è tornata a dei numeri che mai si sarebbero ritenuti possibili dopo i disastri di Bossi e famiglia. È una destra però populista e alle volte apertamente razzista, che non ha più i “comunisti” come nemici ma le fasce più deboli come immigrati e rom. È una destra xenofoba e anti-euro, che vuole uscire dall’euro e chiudere le frontiere.

Salvini sa bene, nonostante le dichiarazioni, di non poter fare da solo, quindi continua a corteggiare Berlusconi, nella speranza che ritorni all’ovile e aiuti il leader leghista a creare un nuovo fronte a destra.

Un appoggio potrebbe venire dai vecchi alleati della Casa delle Libertà: l’alleanza con Fratelli d’Italia è già nata. È da vedere quanti del vecchio centrodestra sono disposti a far parte di una coalizione che arriva fino a CasaPound, dichiaratamente fascista.

Se la destra più radicale sembra poter sopravvivere anche alla Seconda Repubblica e anzi crescere sulla scia della Le Pen in Francia, lo stesso non si può dire per il centro-destra tradizionale. Forza Italia non ha ancora affrontato il problema del dopo Berlusconi, e forse non esiste un dopo quel leader che ha creato il partito e ora sembra volerlo distruggere.

I suoi voti ormai stanno transitando verso Matteo Renzi e Matteo Salvini, e se la situazione non dovesse evolvere potrebbero non tornare più. Né il Nuovo Centro-Destra di Alfano né Scelta Civica rimarranno sulla scena politica per molto tempo.

Vista la grossa crisi del Movimento 5 Stelle e di Forza Italia, non sembra così improbabile la nascita di una destra radicale che diventi seconda forza e resti eterna opposizione nei confronti di Matteo Renzi, destinato a perdere voti a sinistra ma a inglobarsi una grossa fette di centristi e liberisti.

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Fiorentino di nascita, Web Marketing Specialist per diletto e Nerd di professione. Si nutre di cultura pop e vive la sua vita perennemente in direzione ostinata e contraria. Per Le Nius supporta l'area editoriale, in ambito politica, e l'area social. matteo@lenius.it
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