Profughi siriani a Milano: giochi di libertà3 min read

9 Dicembre 2013 Migrazioni -

Profughi siriani a Milano: giochi di libertà3 min read

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profughi siriani
@james_gordon_losangeles

27 Novembre 2013

Sfidando la memoria corta degli italiani e il silenzio dei mezzi di informazione, i profughi siriani in fuga dalla guerra sono ancora a Milano. Le persone di cui si è parlato tanto per qualche giorno, ma delle quali non si è più saputo nulla, sono finite in un Centro Accoglienza a Quarto Oggiaro.

Ad oggi sono più di 500 i siriani che sono passati per il Centro, aperto nel Dicembre 2012 come luogo di accoglienza, cura e degenza per le persone senza dimora. La gestione della struttura è stata affidata dal Comune di Milano alla Fondazione Progetto Arca, con il contributo di altre organizzazioni. Si tratta di una ex-scuola, organizzata in 20 stanze distribuite su 1500 mq, con un centinaio di posti letto.

Tuttavia durante le prime settimane di novembre “la gente dormiva su delle brandine di fortuna sistemate perfino lungo i corridoi… Sedevano qui, nell’ingresso, sulle poltroncine, vagavano, erano dappertutto…” racconta una volontaria. Oggi il loro numero è diminuito drasticamente, ma potrebbe improvvisamente aumentare da un giorno all’altro. Tra coloro che sono oggi al centro c’è chi è fermo qui da mesi, chi è solo di passaggio, chi vi fa ritorno dopo un illusorio tentativo di partenza.

Arrivo al centro come volontaria dell’Albero della Vita, Associazione, Cooperativa e Fondazione che si occupa del Punto Giochi. Questo spazio, dedicato ai bambini, è attivo tutti i giorni dalle 15.30 alle 18.00 e assicura anche ai genitori un momento di relax durante il quale potersi dedicare a loro stessi, senza il pensiero dei bambini.

Lo spazio del Punto Giochi è più piccolo di quanto mi immaginavo, ma è luminoso, coloratissimo e molto intimo. Giochi di ogni tipo e per ogni età si trovano lungo il perimetro della stanza e altrettanti sono sistemati sugli scaffali di una libreria e sparsi a terra.

Il pavimento è quasi interamente ricoperto da tappeti e le pareti ospitano un centinaio di disegni, uno accanto all’altro, di ogni genere. Alcuni con delle scritte in arabo, altri con caratteri latini. Molti disegni ritraggono la nuova bandiera siriana – o meglio la vecchia, antecedente al regime di Assad – tricolore: verde, bianca e nera, con le tre stelle rosse al centro (al posto di quella ufficiale: rossa, bianca e nera, con due stelle verdi nel mezzo).

Perfino dagli angoli del soffitto pendono dei fili colorati ai quali sono attaccati altri disegni e decorazioni colorate. L’Isola dei Balocchi nel Paese della Fuga. Oggi siamo tre volontari e un’educatrice a creare un clima di festa sull’Isola, ma sono solo due i bimbi presenti, Abud e Amud, due fratellini di circa 5 e 6 anni. Giochiamo con loro improvvisando diverse attività.

La più gettonata per i bimbi è Anna per la sua simpatia e spontaneità e anche perché dopo Said, di origini tunisine, è tra di noi quella che parla meglio l’arabo. Hanno inventato questo gioco: Anna mostra ai bambini, una alla volta, delle carte che raffigurano diversi oggetti e loro devono indovinare di cosa si tratta. Ad un tratto compare l’immagine di una bandiera: “Cos’è questa?” I bambini hanno un attimo di esitazione… finché uno dei due non grida “La libertà! Quella è la libertà!!”.

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Migrante tra i migranti. “Ex-per il momento-arabista”, laureata in studi linguistici e culturali sul Mediterraneo, studia scienze sociali per la mediazione interculturale. Irrefrenabilmente attratta dal mutevole e dall’intangibile – vale a dire dalla natura del mondo e delle relazioni – cerca se stessa nell’incontro con l’Altro.
3 Commenti
  1. Davide

    Grazie Sarissa per il costante aggiornamento. Trovi possibile intervistare qualche profugo o rifugiato di quelli ancora a Milano?

  2. sarissa

    credo si possa fare, ci proverò per gennaio!

    • Davide

      bene!

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