Politici 2013: chi sale, chi scende7 min read

30 Dicembre 2013 Politica Politica interna -

Politici 2013: chi sale, chi scende7 min read

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politici 2013

Non basterebbero un tomo o dieci enciclopedie per raccontare questa annata politica italiana, che ha fatto tanto parlare, finendo al primo posto tra i trend di Facebook per le elezioni, ma ha lasciato poco di buono e molto di amaro. Il modo più semplice e diretto che abbiamo per farlo è attraverso i suoi protagonisti, i politici 2013.

Vediamo quelli che sono improvvisamente saliti alla ribalta, come Alfano, i soggetti politici che hanno raggiunto livelli imprevedibili, come il Movimento 5 stelle e i premier presenti e futuri, come Enrico Letta e Matteo Renzi. L’anno però ha visto anche il declino di “mostri sacri” della politica come Silvio Berlusconi, Gianfranco Fini e Pierluigi Bersani, emblema delle tragiche elezioni politiche del 24 e 25 febbraio.

Politici 2013: chi scende

Silvio Berlusconi

Alla fine la condanna è arrivata: dopo 20 anni di battaglie giudiziarie, proclami di innocenza, lodi per salvarsi il didietro, Silvio Berlusconi non ha potuto evitare che almeno un processo vedesse la sua fine. La condanna a 4 anni nel processo per i diritti tv Mediaset e la successiva estromissione di Berlusconi dal Senato hanno avuto le conseguenze di un vero e proprio terremoto politico: il centrodestra si è spaccato, è rinata Forza Italia che è uscita dal governo e si è messa all’opposizione, Berlusconi sta a provando a tornare quello del 1994. Da non sottovalutare, gli anni però sono passati e si vedono tutti.

Mario Monti

Da salvatore della patria a indesiderato: il senatore a vita ed ex premier Mario Monti aveva tutte le carte in regola per diventare il nuovo Presidente della Repubblica dopo essere stato al comando del governo tecnico, eppure ha sbagliato un gol a porta vuota. Ha deciso di candidarsi creando una nuova lista, Scelta Civica, e forse sottovalutando la potenza di fuoco in campagna elettorale di Berlusconi, che è riuscito ad additarlo come causa di tutti i mali e delle tasse e chi più ne ha più ne metta: fatto sta che la Coalizione con Monti per l’Italia si è fermato sotto il 10% e nel giro di pochi mesi si è sgretolata in litigi interni fino all’epilogo recente: Mario Monti ha lasciato Scelta Civica. Resta la domanda: Marione, perché l’hai fatto?

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Nichi Vendola

Dopo essersi presentato con coraggio alle Primarie del Pd per eleggere il candidato premier per le elezioni 2013 ha scelto la linea di totale adesione al progetto Bersani, cosa che ha ammazzato Sinistra Ecologia e Libertà. Va bene essere leali e far parte di una coalizione, ma in un’Italia dove manca completamente una sinistra non distinguersi dal Pd, peraltro autore di una campagna piuttosto grigia e conservativa, è stato un errore letale. Caduto Bersani, Vendola non sta tanto meglio; se poi consideriamo le recenti intercettazioni pubblicate dal Fatto sull’Ilva di Taranto con conseguenti polemiche infuocate, pare che il governatore della Puglia rischi di avviarsi ad un lento declino. Peccato, Nichi.

Pierluigi Bersani

Il vero protagonista della prima parte del 2013, dopo aver sconfitto Matteo Renzi alle Primarie poteva essere indiscusso premier di un governo di centro sinistra degno di questo nome: invece, ancora una volta, per niente aiutato dagli invidiosi dirigenti di partito, ha fallito la campagna elettorale, finendo per “non vincere”, triste espressione entrata nei dizionari politici di storia. Sempre leale e dal profilo basso, ha provato ad interloquire inutilmente con il Movimento 5 stelle e ha tenuto botta per quanto ha potuto: l’affossamento di Prodi da parte dei 101 durante l’elezione del Presidente della Repubblica gli ha dato il colpo finale. Gigi, il vecchio Pd non ti merita.

Gianfranco Fini

Uno dei personaggi politici che meglio incarnano il declino, ha pagato a caro prezzo la scissione da Berlusconi e il distaccarsi da alcuni cavalli di battaglia storici della destra, come una certa xenofobia e la nostalgia degli anni 20′. Odiato più a destra che a sinistra dopo aver definito il fascismo male assoluto, ha visto il suo Futuro e Libertà prendere lo 0.5 % alle elezioni. Ricomparso negli ultimi tempi per promuovere il suo nuovo libro Il ventennio. Io, Berlusconi e la destra tradita, edito da Rizzoli, ha dichiarato con una certa autoironia di avere un sacco di tempo libero per scrivere e studiare. Prima donna mancata, aspirante leader, è sembrato all’improvviso a disagio tra i camerati di sempre, gli stessi che lo avevano portato sul palmo di mano fino a farlo diventare l’erede di Almirante. Resta una domanda: ma ‘sta casa di Montecarlo?…

Politici 2013: chi sale

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Matteo Renzi

Matteo Renzi è il protagonista indiscusso di questa fine 2013. Aveva perso le Primarie, combattendo brillantemente, e sembrava dover aspettare 5 anni per prendersi il palcoscenico, invece il mezzo fallimento del suo partito, il Pd, e della classe dirigente a lui avversa, gli ha spianato la strada verso il comando del partito, e più avanti sarà il governo, nell’attesa che finiscano le larghe intese. Brillante comunicatore, rapporti tesi con i sindacati e una parte del Partito, Renzi deve dimostrare ancora tutto ma pensando a D’Alema e ai 101 forse è l’unica persona in grado di dare al Pd una speranza di vincere. Sarà assoluto protagonista nel 2014.

Movimento 5 Stelle

La vera, grande, sorpresa delle elezioni politiche 2013. Un crescendo continuo, fino a diventare il primo partito italiano con 46 mila voti in più del Partito Democratico, che ha dato al Movimento 5 stelle una forza e dei numeri in Parlamento insperati anche dai più ottimisti. Forza dirompente, a riprova del ribrezzo degli italiani per i politici votati per 20 anni, il Movimento 5 Stelle -un po’ per inesperienza, un po’ per errori grossolani del suo leader, Giuseppe Piero Grillo, detto Beppe- non ha saputo far fruttare a pieno i propri voti. Respinta la proposta di Bersani, definita irricevibile, il Movimento 5 Stelle ha provato a far saltare il banco con la proposta di Rodotà Presidente della Repubblica, ma era già troppo tardi e la spaccatura con il Pd non era più ricomponibile. A metà tra il partito e il Movimento, i 5 stelle alternano momenti di ottima opposizione ad altri di scarsa prontezza: chiudono bene l’anno dando battaglia sulla cosiddetta ‘Salvaroma’. Il vero punto di domanda del 2014: ascesa definitiva o declino?

Angelino Alfano

Nessuno ci avrebbe scommesso un euro, probabilmente neanche lo stesso Alfano, e invece il galoppino e uomo di fiducia di Silvio Berlusconi, dopo esser diventato vicepremier del governo di larghe intese, guida una ribellione interna e rompe con il leader alle porte della rinascita di Forza Italia. Nonostante la rottura sia stata molto sofferta, Alfano porta a casa in questo 2013 le elezioni in cui il centrodestra ha “non perso” e la nascita di questo Nuovo Centrodestra di governo. A rischio estinzione come i precedenti “Giuda”, vedi Fini, è innegabile che Angelino abbia sorpreso tutti.

Enrico Letta

Vice di Bersani durante le elezioni 2013, fallito il tentativo di Pierluigi di mettere su un governo senza Berlusconi, Enrico Letta si prende la scena e dimostra tutta la sua abilità politica. Fa il governo, tiene a cuccia il centrodestra come solo un vero democristiano sa fare, si propone come uomo del fare e ha alle spalle l’appoggio pesantissimo del Capo dello Stato a garantirgli lunga vita nonostante un governo bizzoso. Beneficia della rottura interna al centrodestra, di cui probabilmente è anche artefice, e vede il 2014 come possibile anno di governo senza rotture. Unica incognita Matteo Renzi, da quanto andrà d’accordo con il nuovo segretario del Pd sarà possibile capire quanto durerà il governo di larghe intese. Unico del Pd insieme a Renzi ad uscire dal 2013 senza le ossa rotte. Ma quei 101…

Giorgio Napolitano

Il coro da stadio “Puoi cantare finché vuoi, ma i campioni dell’Italia siamo noi” è perfetto per il 2013 del Presidente della Repubblica italiana. Gli altri sbraitano, lo accusano, gli dicono di tutto, lui risponde pacioso con i suoi discorsi da scoperta dell’acqua calda tipo “fate meno caciara” o “servono le riforme” e se li beve tutti in un solo sorso quando i leader politici italiani vanno da lui a implorare un secondo mandato per uscire dalla paralisi, dopo la bocciatura di Marini e Prodi. Giorgio Napolitano dice sì, ma alle sue condizioni. La vera mente del governo tecnico e delle larghe intese, l’unico rappresentante italiano riconosciuto all’estero, chiamato dai nemici Re Giorgio, Napolitano oltre ad essere il primo Presidente della Storia della Repubblica italiana a ricevere un secondo mandato è il deus ex machina degli ultimi anni di storia italiana: la direzione, i modi e i contenuti li decide lui, gli altri parlano, lui fa i fatti. Re-pubblicano assoluto.

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Lo appassionano filosofia, semiotica e Fc Internazionale. Prova a prendersi cura della comunità di Le Nius, in pratica delle relazioni con le persone. Formatore nelle scuole. Per lavoro si occupa di strategie digitali. davide@lenius.it
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