Le politiche italiane in tema di asilo, accoglienza e immigrazione4 min read

23 Aprile 2015 Politiche migratorie -

Le politiche italiane in tema di asilo, accoglienza e immigrazione4 min read

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politiche italiane immigrazione
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Come dimostra il dibattito innescato dai tragici naufragi di migranti degli ultimi giorni l’atteggiamento degli italiani nei confronti dell’immigrazione è da sempre polarizzato su due estremi irriducibili, l’accoglienza ed il rifiuto. Non stupisce, quindi, che le leggi fin qui introdotte per regolare i flussi migratori abbiano assecondato questa schizofrenia nel disperato tentativo di accontentare entrambi gli schieramenti.

Politiche italiane immigrazione: Legge Martelli, Turco-Napolitano e Bossi-Fini

La prima legge importante in materia ha un carattere emergenziale, arriva infatti, sull’onda dell’esplosione del fenomeno, nel 1990 e porta la firma dell’allora Vicepresidente del Consiglio Claudio Martelli. La norma ampliava e ridefiniva il concetto di rifugiato e del diritto d’asilo puntando a sanare, con l’istituzione del permesso di soggiorno della durata da sei mesi a due anni, la situazione dei tanti che si erano già stabiliti sul territorio.

Vengono inoltre istituite, per la prima volta, le cosiddette quote, subordinate alle necessità economiche e produttive del Paese, e la possibilità di espellere (con un foglio di via o nei casi più gravi con un accompagnamento coatto alla frontiera) gli immigrati pericolosi o clandestini. Sono infine introdotte pene detentive e pecuniarie contro coloro che favoriscono l’immigrazione clandestina.

Nel 1998 è la volta della Turco-Napolitano che, innestandosi sui principi già formulati dalla Martelli, tenta una razionalizzazione dell’intero sistema. Vengono infatti istituiti i controversi CPT, ovvero i Centri di Permanenza Temporanea che dovranno accogliere (o rinchiudere, a seconda dei punti di vista) per periodi lunghi fino a 30 giorni i richiedenti asilo che non siano in grado di fornire prova delle proprie generalità. Passato questo mese chi non sarà in grado di certificare la propria identità sarà “sottoposto a provvedimenti di espulsione e o di respingimento con accompagnamento coattivo alla frontiera non immediatamente eseguibile” entro i successivi 15 giorni.

Con la Bossi-Fini del 2002 i CPT di diventeranno Centri di Identificazione ed Espulsione, i tempi di permanenza si allungheranno da trenta a sessanta giorni mentre quelli per l’espulsione si ridurranno da quindici a due. La Bossi-Fini, tuttora in vigore, si situa quindi fra le leggi che hanno privilegiato il rifiuto rispetto all’accoglienza. Fra le altre cose la legge riformava in senso restrittivo il diritto d’asilo, privilegiava nella politica dei flussi i Paesi “collaborazionisti” (che avevano firmato accordi bilaterali sul tema con l’Italia) punendo i migranti provenienti da Stati meno collaborativi.

Uno degli aspetti più controversi rimane la sottomissione del permesso di soggiorno all’ottenimento di un contratto di lavoro. Difficile infatti immaginare un datore di lavoro che assuma uno straniero senza averlo mai visto, più facile pensare che possa e sia diventato un modo per sanare precedenti assunzioni in nero o che si trasformi in un ulteriore potere di ricatto da parte dei datori.

In ultimo, la Bossi Fini amplia, e di molto, il ricorso all’espulsione coatta con accompagnamento alla frontiera e tenta, di fatto, di aprire ai respingimenti in mare tramite l’impiego della marina militare. Respingimenti che hanno avuto il loro picco nel periodo dell’accordo fra il governo Berlusconi e la Libia di Gheddafi, poi condannati nel 2012 da una sentenza della Corte Europea dei diritti Umani.

Il 3 ottobre 2013 Matteo Renzi, dopo i tragici fatti di Lampedusa, twittava

Giusto il lutto nazionale. Oggi le lacrime. Ma da domani via la Bossi Fini, caccia agli scafisti e l’Europa si svegli.

Ad oggi però la Bossi Fini è ancora in vigore e gli scafisti continuano ad operare e a fare vittime. L’Europa e l’Italia con Triton hanno ridotto l’impegno profuso nel soccorso ai migranti dall’operazione Mare Nostrum.

All’indomani dell’ennesimo naufragio si prospettano inoltre soluzioni fantasiose e pericolose, come la distruzione dei barconi proposta da Alfano mentre l’attenzione è stata intenzionalmente spostata sulla repressione dello scafismo anziché su una diversa gestione di un fenomeno che appare, e su questo sono d’accordo quasi tutti, inarrestabile. Gli stessi 10 punti messi in campo dall’Europa puntano principalmente al contrasto all’immigrazione clandestina, al rimpatrio e al controllo dei migranti (operazioni di intelligence per contrastare le migrazioni, impronte digitali prelevate a tutti gli immigrati).

Sempre più Fortezza Europa quindi, come rileva la Conferenza Episcopale, fra le poche voci autorevoli a criticare la ricetta della UE

Piano debole e vergognoso

Sintomatico in questo clima che i pochi che provino a proporre soluzioni alternative o tentino di riflettere sul fenomeno migratorio diventino immediatamente bersaglio del più bieco razzismo italico.

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Quest'anno ho fatto il blogger, il copywriter, il cameriere, l'indoratore, il web designer, il dottorando in storia, il carpentiere, il bibliotecario. L'anno prossimo vorrei fare l'astronauta, il rapinatore, il cardiochirurgo, l'apicoltore, il ballerino e il giocatore di poker prof.
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