Podemos Spagna: chi sono e cosa dicono6 min read

21 Dicembre 2015 Politica -

Podemos Spagna: chi sono e cosa dicono6 min read

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Podemos Spagna: chi sono e cosa dicono
@eldiario.es

La Spagna ha votato ma non ha scelto. Si potrebbe definire così il risultato elettorale, che vede primeggiare i popolari di Rajoy che non raggiungono però quota 176 seggi, la maggioranza necessaria per governare. I popolari si fermano a 123 seggi, pari al 28,7% dei voti, 65 in meno rispetto al 2011. Secondi i socialisti di Pedro Sanchez con il 22% dei voti e 90 deputati. Al terzo posto Podemos, il movimento guidato da Pablo Iglesias al 20% (69 seggi), segue il movimento Ciudadanos, che conquista il 14% dei consensi. L’affluenza è stata del 73,13%, quasi quattro punti in più rispetto al 2011.

Ad oggi nessuno è in grado di governare e sarà difficile nascano alleanze tra socialisti e popolari o tra socialisti e Podemos. Una cosa è certa, il terremoto Podemos si è fatto sentire e ha sconvolto le geografie elettorali spagnole.

20 Dicembre

Oggi si vota in Spagna. Vediamo il programma del movimento che rappresenta la vera novità di queste elezioni, Podemos. Nonostante i sondaggi diano avanti i Popolari di Rajoy, il 40% degli elettori dichiara di essere indeciso. Ci potrebbero essere delle sorprese.

Podemos Spagna: chi sono e cosa dicono

Cosa dice Podemos? Innanzitutto parte dal tema molto controverso del debito, a partire da quello personale dei cittadini. Cancellazione di una parte del debito, considerato illegittimo, e democratizzazione delle istituzioni finanziarie. Il tema della finanza non può che essere centrale per un partito che si proponga di rimettere al centro il tema di una maggiore equità. A questo proposito un’altra proposta molto forte è indurire la pena per le frodi fiscali sopra i 50.000 euro e mettere fine ai paradisi fiscali con condanne penali per quelle aziende che portano i capitali in questi eden sperduti.

Un punto a noi più familiare (ne parlano sia Pd che 5 Stelle) è il reddito minimo, per dare dignità anche a chi è senza lavoro, una soluzione adottata con successo da tempo nel Nord Europa. Come recuperare i soldi? Con una fiscalità più equa che vada a chiedere molto di più a chi ha tanto.

Podemos propone di vietare a chi ricopre cariche pubbliche di partecipare a consigli d’amministrazione (fino ai 10 anni successivi al termine degli incarichi) e tutti i deputati del partito movimento non potranno avere uno stipendio che vado oltre il triplo del salario minimo. Iglesias e gli eletti quindi percepiranno 1.900 euro mensili.

Tutte le riforme che hanno a che fare con lo Stato verrano sottoposte a referendum, così come la richiesta di alcune regioni dell’autodeterminazione, punto caldissimo quest’ultimo in uno stato multi-identitario come la Spagna. Su manifestazioni e temi etici Podemos si pone in un filone libertario, proclamando il diritto alla libertà di espressione e di autodeterminazione del proprio corpo.

Uguaglianza salariale tra uomini e donne e un’attenzione maggiore all’istruzione e alla cultura dimostrano ulteriormente come Podemos abbia le idee chiare sulle basi su cui ricostruire. Eliminazione dei Centri di Identificazione ed Espulsione, fine di Frontex e della “Direttiva della vergogna” e stop della politica dei respingimenti a Ceuta e Melilla fanno comprendere bene perché Podemos sia lontana anni luce su certi temi come l’immigrazione dall’ambiguità del Movimento 5 Stelle.

Podemos Spagna: chi sono e cosa dicono
@elcorreo

In ultimo, e non meno importante, Podemos propone l’abbandono o la modifica del Trattato di Lisbona, il rifiuto dell’accordo di libero commercio tra Unione Europea e Stati Uniti e una rivalutazione dei rapporti commerciali con l’America Latina che rispetti le persone e i diritti umani. Dunque, oltre Partito Socialista e Partito Popolare ma chiaramente in un solco culturale e politica di sinistra radicale.

La via di Podemos sembra la più affascinante anche per l’Italia. Dimenticate le varie sigle e i nomi che hanno caratterizzato una stagione del radicalismo italiano, si potrebbe lanciare un nuovo soggetto che guardi sì alla società civile, ma non a quella dei soliti noti Flores D’Arcais, Castellina, Camilleri, ma a quella vera dei precari e dei disoccupati, dei cassaintegrati, degli operai e dei lavoratori in nero, delle partite iva strozzate dal renzismo e dei lavoratori della conoscenza, dei creativi e degli studenti, dei migranti.

L’appartenenza di Podemos al gruppo europeo del GUE/NGL (lo stesso di Syriza, Linke, Izquierda Unida e L’Altra Europa) e il pugno chiuso spesso e volentieri mostrato da Iglesias non lasciano dubbi sulla sua aderenza a determinati principi, eppure ascoltando alcune dichiarazioni (“né destra né sinistra”) il movimento si muove ancora in un crinale pericoloso fra il radicalismo di sinistra e il populismo qualunquista, soprattutto se inquadrato da una prospettiva italica.

Per una sinistra italiana che volesse seguire le orme di Podemos anche la “questione leader” non è da sottovalutare. Hai voglia a dire che un partito si fa con le idee e non con le persone ma al consenso, da che mondo è mondo, serve il traino di un leader carismatico. Il giovane comunista dal passato No Global, Tsipras, e il professore di scienze politiche, Iglesias, sembrano aver convinto i loro concittadini di essere uomini nuovi, slegati dalle vecchie logiche bipolariste e capaci di traghettare i rispettivi Paesi fuori dalla crisi offrendo nel contempo all’Europa due modelli (finora vincenti) di europeismo fortemente critico ma nettamente alternativo all’euroscetticismo populista e razzista delle destre, cosa non proprio scontata fino ad un anno fa. Non mi pare si intraveda, al momento, in Italia una figura di pari spessore.

5 febbraio

Podemos Spagna: chi sono e cosa dicono
@icebergfinanza.finanza.com

Passato il tormentone Syriza in Grecia l’attenzione della politica europea e soprattutto della scalcagnata sinistra italica non può non concentrarsi sul fenomeno Podemos Spagna. Non è infatti passata inosservata la presenza di Pablo Iglesias sul palco del vincitore delle elezioni elleniche, mentre alla brigata Kalimera non restava che impallare le inquadrature dei tg nostrani in trasferta con le bandiere de “l’Altra Europa” e portare a casa il magro risultato dell’internazionalizzazione di Bella Ciao.

Syriza e Podemos rappresentano, nelle loro differenze, due possibili strade di uscita dall’empasse per la sinistra italiana. Il modello Syriza corrisponde al tentativo, più e più volte tentato da rifondazioni, arcobaleni, rivoluzioni civili e altre Europe di federare le mille realtà, partitiche, associative, sociali della galassia radicale del Bel Paese, come fece con fatica e non senza lacerazioni e spaccature nel 2004 il partito di Tsipras, ritrovandosi però, dieci anni dopo, alla guida della nazione.

Podemos segue un altro binario, anche questo tentato più e più volte nello stivale da girotondi, popoli viola e movimenti vari, ovvero quello di trasformare in alternativa politica le mobilitazioni di piazza come quelle che caratterizzarono la Spagna nel 2011, grazie agli Indignados del Movimento 15-M delusi tanto dal fallimento del socialismo ruggente zapateriano quanto dall’alternativa offerta dal partito popolare di Mariano Rajoy.

Operazione che sembra fin qui riuscita visto l’inaspettato otto per cento alle ultime europee, l’imponente manifestazione di Madrid dello scorso 30 gennaio nell’ormai caratteristica  Puerta del Sol, e soprattutto visti i sondaggi che danno Podemos come primo partito in Spagna, nell’anno in cui si terranno, a novembre, le politiche, precedute da tutta una serie di elezioni locali e amministrative che faranno da cartina tornasole della reale potenza elettorale del partito.

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Quest'anno ho fatto il blogger, il copywriter, il cameriere, l'indoratore, il web designer, il dottorando in storia, il carpentiere, il bibliotecario. L'anno prossimo vorrei fare l'astronauta, il rapinatore, il cardiochirurgo, l'apicoltore, il ballerino e il giocatore di poker prof.
2 Commenti
  1. ema

    Segnalo un errore nell'articolo: il Trattato di Lisbona non è il trattato di libero scambio con gli Stati Uniti. Il primo e' il Trattato che dal 2009 ha riformato la struttura e le competenze dell'UE - e Podemos non vi è affatto contrario - mentre il secondo e' il TTIP, in discussione e ancora lungi dall'essere concluso (a questo, o meglio ai termini conosciuti di questo, Podemos e' contrario così come molte altre forze).

    • dav1de

      Ema, grazie della segnalazione della svista. Da quello che ci risulta però Podemos chiede l'abolizione o modifica anche del Trattato di Lisbona, che ovviamente non è il TTIP.

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