Perché si festeggia il primo maggio5 min read

28 Aprile 2017 Politica interna -

Perché si festeggia il primo maggio5 min read

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Perché si festeggia il primo maggio? Perché è considerata la festa dei lavoratori?
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Il primo maggio è una festa nazionale civile italiana, diffusa in molti altri Paesi del mondo. Chiamata Festa del lavoro o Festa dei lavoratori, celebra e ricorda la lotta dei lavoratori per i propri diritti, in particolare la conquista della riduzione delle ore lavorative.

Primo maggio: origini e storia

Le radici della festa dei lavoratori affondano nella seconda metà del diciannovesimo secolo, negli Stati Uniti ed in Europa, nel pieno della seconda rivoluzione industriale. All’alba del capitalismo, la classe operaia iniziò a prendere coscienza di sé, della sua importanza ai fini del processo produttivo e si organizzò per rivendicare diritti fino a quel momento negati, come quello all’assicurazione sul lavoro, alle condizioni igienico-sanitarie in fabbrica, al salario e al limite di ore di lavoro.

A Ginevra nel 1866 la Prima internazionale, associazione europea di movimenti socialisti, repubblicani e anarchici formatasi per coordinare e rivendicare in tutti i paesi d Europa diritti negati al proletariato, animata dalle opere di Marx, Bakunin e della nascenti ideologie derivate, propose di limitare la giornata lavorativa alle 8 ore. Contemporaneamente negli Stati Uniti, lo stato dell’Illinois approvò una legge che introduceva la giornata lavorativa di otto ore. L’entrata in vigore della legge era stata fissata per il primo maggio 1867, giornata che venne celebrata con una imponente manifestazione nella città di Chicago.

La strage di Chicago

Fu però il grande sciopero di centinaia di migliaia di lavoratori, indetto il primo maggio 1886 nell’Illinois ed esteso subito in tutti gli USA, che fissò definitivamente nella storia questa data come simbolo dei diritti del lavoro. La legge sulle otto ore lavorative non era ancora effettiva a causa limitazioni tecniche che ne pregiudicavano l’operatività e solo uno sciopero generale di enormi dimensioni avrebbe potuto catalizzare l’attenzione necessaria al varo definitivo della legge. Dal 1° al 4 maggio la tensione tra i manifestanti e le forze dell’ordine crebbe, fino a sfociare in uno scontro a fuoco in cui decine di operai e un poliziotto persero la vita. L’episodio dei “Martiri di Chicago” rimase indelebile nelle coscienze operaie e divenne un simbolo di lotta universale del proletariato.

Il 20 luglio 1889 la Seconda Internazionale, organizzazione dei Partiti operai e socialisti d’Europa guidati dal potente partito socialdemocratico tedesco, erede della Prima ma priva dell’ala anarchica più radicale e carica di spirito riformista, propose di organizzare una grande manifestazione in modo che contemporaneamente in tutti i Paesi e in tutte le città i lavoratori potessero difendere le otto ore lavorative. La scelta della data, in memoria dei fatti di Chicago, cadde sul primo maggio. Così nell’agosto del 1891 il II° congresso dell’Internazionale assunse la decisione di rendere permanente la ricorrenza. Da allora, soprattutto in Europa e successivamente anche in altri Paesi del mondo (anche se negli USA viene celebrata il primo settembre), la data della festa dei lavoratori ha avuto una cadenza regolare e ha rappresentato un’occasione per rivendicare sempre più diritti riguardanti ogni aspetto della vita lavorativa.

Primo maggio in Italia

Nel nostro Paese questa festa ha avuto fin dalla propria istituzione una grande seguito popolare. I motivi vanno rintracciati nell’arretratezza economica italiana di fine 800’ rispetto ad altre nazioni, e alla conseguente arretratezza legislativa in materia di diritto del lavoro. La forte presenza di partiti di massa di stampo socialista–comunista, l’istituzione dei sindacati e l’espansione della grande industria hanno contribuito a porre in primo piano, a cavallo tra 800’ e 900’, temi quali il diritto del lavoro, la questione sociale, il rapporto tra proletario e capitale.

Nel corso della storia d’Italia la festa ha assunto un valore differente a seconda del periodo in cui è caduta. Ad esempio, durante il fascismo venne completamente soppressa e sostituita col 21 Aprile, festa dell’anniversario della fondazione di Roma. E certamente ha avuto un significato durante il boom economico di fine anni 50’ differente rispetto agli anni 70’, con la crisi economica ed il culmine della lotta proletaria e sindacale. L’evento più tragico accaduto il 1 maggio fu la strage di Portella della Ginestra, quando nel 1947 il fuoco della banda di Salvatore Giuliano piombò su una manifestazione di duemila lavoratori siciliani che protestavano contro il latifondo.

Perché festeggiamo oggi il primo maggio

Dal 1990 l’evento simbolo del 1° maggio può essere considerato il concerto organizzato dal sindacato in piazza San Giovanni in Laterano a Roma e saltuariamente anche in altre città d’Italia, anche se a dire il vero con gli anni l’importanza del raduno romano è scemata e per il suo essere kermesse musicale e per la sempre più scarsa popolarità del sindacato. Il cosiddetto concertone accoglie centinaia di migliaia di partecipanti e decine di artisti anche internazionali e cerca di dar voce alle numerose problematiche che riguardano il mondo del lavoro e dei diritti in generale. Altre manifestazioni, celebrazioni e rivendicazioni si sono affermate negli anni, dalla May Day Parade con al centro San Precario al concerto di Taranto. Fatto sta che mai come negli ultimi anni si è sentito il bisogno di questa giornata di festa e riflessione sul mondo del lavoro: con la globalizzazione dell’economia, la crisi finanziaria prima ed economica dopo, il tema della mancanza di lavoro e soprattutto del lavoro giovanile che ha pervaso la sfera pubblica la festa ha abbandonato una connotazione specificatamente operaia, “abbracciando” tutte le categorie di lavoratori esistenti. A distanza di 126 anni dall’istituzione ufficiale, il primo Maggio continua ad essere un simbolo di speranza, di lotta e di libertà dalle ingiustizie per tutti i lavoratori del mondo.

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Pugliese, classe 91’, ho studiato lettere e filosofia a Bari e studio storia a Milano. Da piccolo ero un cultore dell’Epica e dei nomi dei pianeti del Sistema solare, ma soprattutto dei film Disney, ed anche adesso se vedo Bambi o il Re Leone piango. Sono interista, socialista, liberale e agnostico (una vitaccia). Oggi divido il mio tempo tra le passate di pomodoro pugliesi e la mia passione più grande, la politica.
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