Palermo in Serie A: viva il calcio, Iachini e Santa Rosalia3 min read

4 Maggio 2014 Uncategorized -

Palermo in Serie A: viva il calcio, Iachini e Santa Rosalia3 min read

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palermo in serie aLa partita col Novara, l’ennesima partita poco avvincente di una stagione noiosa, è stata risolta da un gol di Franco Vasquez. E finalmente è arrivata la tanto agognata sicurezza matematica della promozione nella massima serie.

Ma noi tifosi avevamo già un’altra certezza matematica, ovvero che nell’istante esatto in cui avremmo cominciato a festeggiare da facebook, da twitter e dagli altri social network si sarebbe levato il coro dei nemici della contentezza: cosa avevamo noi popolo bue da festeggiare, in una città che cade letteralmente a pezzi, nella quale chiudono i negozi storici, dalla quale ogni anno scappano migliaia di giovani in cerca di un lavoro e nella quale arrivano altrettanti giovani, donne e bambini alla ricerca di un rifugio dalla fame, dalla guerra, dal bisogno.

Perché andare in piazza e cantare stupidi slogan quando il sindaco sedicente taumaturgo tenta con un rimpasto di ovviare a problemi che appaiono sempre più insormontabili, se perfino la parte migliore della città, quel movimento antimafia che è stato la spina dorsale del cambiamento oggi appare diviso, lacerato da una guerra fra bande.

Per quale motivo sfottere i cugini catanesi quasi retrocessi se alla fine stiamo retrocedendo tutti insieme, legati al destino di un governo regionale dalle maggioranze variabili che doveva fare la rivoluzione e non riesce nemmeno ad approvare un bilancio. Come appassionarsi, poi, alle sorti di una squadra con un presidente veneto, un allenatore ascolano e una rosa multinazionale?

Ancora più difficile è poi festeggiare in un giorno in cui il calcio rivela tutta la sua parte peggiore, la violenza portata fino alle estreme conseguenze, un giovane in fin di vita, e altri gravemente feriti per una partita di pallone. E sugli spalti la dittatura per niente sobria di Genny il capo Ultrà.

Eppure noi sappiamo, perché l’abbiamo visto, che questo sport ha anche un’altra faccia. La faccia del Ghanese di Ballarò, del ricercatore di via Notarbartolo, del bambino dello Zen, del pizzaiolo della Noce e del Tamil di Borgo Vecchio che ieri saltavano e cantavano insieme di fronte al teatro Massimo, anarchici e felici, l’esatto contrario della dittatoriale curva napoletana, del razzismo manifesto di tanti, troppi gruppi ultrà.

palermo in ASappiamo che lo sport è capace di farti sentire a casa anche quando sei a chilometri di distanza, perché sappiamo quanto è dolce sentire il proprio dialetto almeno per 90 minuti l’anno in un settore ospiti, perché abbiamo visto ieri i nostri amici sfoggiare le bandiere rosanero di fronte al Colosseo e al Duomo di Milano.

Come quel corteo Indiani, che incontrammo a Melbourne nel 2011, che festeggiava il titolo mondiale di cricket, o il mercato di Ballarò in festa per il 2-1 del Ghana agli Stati Uniti nel 2010, così ci siamo trovati noi, nel 2004, a gioire con altri mille palermitani lontani da Palermo per le strade di Bologna.

Provate voi, da dietro le vostre tastiere, cari amici rosiconi al punto di vergognarvi della vostra città e dei vostri stessi concittadini, a renderci così orgogliosi delle nostre radici, provi la politica ad unire come è capace di fare la mia squadra, visto che da più di un ventennio sembra aver perso ogni sua capacità aggregativa.

La verità è che vi serve Genny l’ultrà, vi serve il palazzo che crolla nel centro storico, vi servono la corruzione, la guerra, la crisi per continuare a dire che fa tutto schifo, per non farvi coinvolgere, per non cedere neanche per un minuto al giorno a quel meraviglioso, irrazionale, spaventoso sentimento che è la felicità.

Sapete che c’è, cari amici nemici ra cuntintuizza, che io oggi sono felice, viva Palermo, Iachini, e Santa Rosalia.

Immagine| Francesca Masarà

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A Palermo sin dal '600, sono un clan familiare sparso in giro per lo Stivale. Si riuniscono periodicamente presso il desco della nonna Ninetta. Il maggiore è emigrato a Milano per laurearsi in Comunicazione. Tra le sue passioni il teatro e i babbaluci al picchiopacchio della nonna. Ha fondato Plan Be. L'altro cugino quest'anno ha fatto il blogger, il copy, il cameriere, l'indoratore, il dottorando, il carpentiere, il bibliotecario. L'anno prossimo vorrebbe fare l'astronauta, il cardiochirurgo, l'apicultore e il ballerino.
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