Nemici di penna: come litigano gli scrittori4 min read

27 Marzo 2014 Cultura -

Nemici di penna: come litigano gli scrittori4 min read

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Nemici di penna come litigano gli scrittoriLe parole sono un micidiale strumento di potere, specie se maneggiate da scrittori professionisti che lottano verbalmente uno contro l’altro. Giulio Passerini ha raccolto i più accesi e agguerriti duelli letterari della storia in un libro spassoso: Nemici di penna.

I litigi non riguardano solo scrittori che si stuzzicano (o si picchiano!) tra loro. Michel Houellebecq non risparmia a sua madre parole dure e affilate. La giornalista e scrittrice Jennifer Weiner riserva acide e pungenti frecciate a Jennifer Egan, autrice de Il tempo è un bastardo. Se ne può dedurre che quando gli scrittori si arrabbiano, non scendono in strada a rigare la macchina dell’avversario con un mazzo di chiavi, ma sfregiano orgoglio e reputazione del contendente con l’affilata punta di una penna (vera o digitale che sia). Ecco le cinque sfide più avvincenti.

Norman Mailer vs Gore Vidal. Ha avuto 6 mogli, 9 figli, ha scritto 40 libri e ha vinto 2 premi Pulitzer: questi sono i numeri di Norman Mailer che, accanto a questi edificanti risultati, ha collezionato anche svariati arresti per droga, alcol e violenze (ha picchiato un marinaio per strada dopo che questi aveva avanzato dei dubbi sulla sessualità del suo cane). A Gore Vidal, suo acerrimo nemico, colpevole di aver stroncato il suo libro Il prigioniero del sesso, Mailer riservò una rissa dietro le quinte dello show di Dick Cavett: più che le parole, in quel caso furono i cazzotti a parlare.

Michel Hoellebecq vs sua madre. A Lucie Ceccaldi Le particelle elementari non è mai piaciuto. Come probabilmente a molte altre persone nel mondo. Solo che madame Ceccaldi non è una 88enne qualsiasi: è la mamma di Michel Houellebecq, l’autore del libro che ha venduto 300.000 copie in 25 Paesi. L’arzilla vecchietta, con piglio schietto e tagliente, dichiarò al Guardian “Se non fosse stato mio figlio non avrei letto tutte quelle stronzate. […] quel libro è pura pornografia, è ripugnante, una merda”. Inoltre l’agguerrita ottuagenaria non ha preso bene il suo ritratto camuffato nella madre dei due protagonisti, tanto da minacciare il figlio di fargli causa. Tuttavia Houellebecq non ha fatto altro che togliersi un sassolino dalla scarpa su quella che lui definisce “vecchia puttana” senza troppi complimenti, a causa della vita da hippie che la madre avrebbe preferito al prendersi cura di lui.

Mark Twain vs Jane Austen. Osannata in tutto il mondo, Jane Austen sembra un’icona inattaccabile. Niente affatto: ha avuto detrattori di grosso calibro tra cui Mark Twain che, senza mezze misure, disse di Orgoglio e pregiudizio: “Tutte le volte che [lo] leggo mi viene voglia di disseppellirla e di spaccarle il cranio con la sua stessa tibia”. Tuttavia Emily Auerbach, ricercatrice universitaria e studiosa della Austen, ha avanzato un’ipotesi curiosa: secondo lei Twain non era altro che un vero “janeauster” e tutto questo astio nient’altro che una posa. Altrimenti perché dovrebbe torturarsi, leggendo molte volte i libri della scrittrice?

Bret Easton Ellis vs il fantasma di David Foster Wallace. Niente interviste o lettere: questo duello extra-terreno si è consumato niente meno che su Twitter. Easton Ellis ha riservato al trapassato autore di Infinite Jest alcuni “cinguettii” poco simpatici. Dopo averlo definito lo scrittore più noioso della terra e un impostore, se l’è presa anche con i suoi lettori: “Una generazione che legge i suoi libri solo per sentirsi più intelligente. Chiunque giudichi Foster Wallace un genio letterario dovrebbe essere incluso nel Pantheon degli imbecilli”. Al contrario di Foster Wallace, i lettori hanno risposto all’autore di American psycho: l’Huffington Post ad esempio ha twittato: “Da oggi, visto che Easton Ellis usa in modo anti sociale e insultante Twitter, noi non lo seguiremo più”.

William Faulkner vs Ernest Hemingway. Oxford, 1947: William Faulkner tiene una delle sue conferenze più celebri sull’idea di letteratura. Il suo intervento fu ripreso anche dall’Herald Tribune. Del passaggio che lo riguardava, Ernest Hemingway non fu molto contento. Anzi, diciamo proprio che le parole di Faulkner lo fecero infuriare: “Non ha coraggio, non si è mai arrampicato su un ramo sporgente. Non ha mai usato una parola che inducesse il lettore a cercarla sul vocabolario”. L’autore di Fiesta però rispose in modo misurato, dicendo: “Povero Faulkner. Crede davvero che le grandi emozioni derivino dalle grandi parole?”. Ma sull’accusa di codardia chiese niente meno che al generale Lanham, al cui comando Hemingway aveva militato sotto le armi, di scagionarlo, scrivendo una lettera ad hoc che provasse il suo coraggio. Falkner porse a Hemingway le sue scuse e i due continuarono a detestarsi cordialmente per il resto della vita.

La citazione: “Le cinque buone regole per una buona lite letteraria: 1. Per disprezzare devi prima assaggiare: conosci le opere del nemico tuo come le tue tasche. 2. Sfida solo chi è al tuo livello, meglio se ha venduto più copie di te (l’invidia è considerata sempre un’ottima attenuante). 3. Prendersela con un morto è valido solo nel caso in cui abbia il canone mondiale dalla sua parte e il cadavere sia freddo, diversamente non avrai speranze. 4. Ingegno ed eleganza sono armi improprie, non essere così stupido da non usarle. 5. Non cercare la lite per motivi diversi dall’invidia, il tuo ego, l’odio personale o l’amor di realtà. Sono tutte ottime ragioni”.

Consigliato a chi: ama conoscere le storie degli uomini dietro ai grandi libri. Provate anche con Lampi di Jean Echenoz.
Il libro: Nemici di penna, Giulio Passerini, pp. 94, 9,90 euro, Editrice Bibliografica, Milano 2014.

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Stefania nasce nel '82, mentre in Portogallo si dava alle stampe l’allora sconosciuto Il libro dell’inquietudine di Pessoa. Il suo destino sembra essere legato all’editoria: lavora per 10 anni in 4 diverse fucine editoriali. Sin dai tempi dell'università, scrive di libri su vari portali. Ora lavora come web editor freelance, scrive di libri, finanza e lifestyle e, quando è tempo, fa l’olio più buono del mondo.
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