Movimenti per la casa: la quiete prima della lotta4 min read

16 Gennaio 2014 Società -

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Sociologo

Movimenti per la casa: la quiete prima della lotta4 min read

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movimenti per la casa
@darioste

Mentre lo scorso dicembre scrivevo di Forconi, mi chiedevo quante altre esperienze meritevoli di spazio potessero esserci, quante altre istanze e rivendicazioni venissero trascurate.

Tanto più che il nostro interesse per i movimenti non deriva certo dal “casino che fanno” ma dalla loro capacità di anticipare temi sociali più ampi e di fare luce su fenomeni e processi solitamente relegati ai margini.

Così non ci è sfuggito quello che è successo il 18 dicembre scorso a Roma: mentre in Piazza del Popolo si celebrava il dissolvimento dei Forconi, in Piazza dell’Esquilino si svolgeva una manifestazione, meno mediatica ma nonostante questo più partecipata, dei movimenti per la casa di Roma.

I movimenti per la casa a Roma si presentano come “Movimenti per il diritto all’abitare”, una firma che comprende una galassia di piccole e grandi realtà di cui la più significativa è certamente il Coordinamento Cittadino di lotta per la casa.

Prepariamoci allora alla tre giorni di protesta indetta per i prossimi 18-20 gennaio conoscendo più da vicino i movimenti per la casa romani, e in particolare il Coordinamento.

Il Coordinamento Cittadino di lotta per la casa

Diciamo subito che si tratta secondo noi di uno dei movimenti più interessanti oggi in Italia. È una realtà longeva, che muove i primi passi (ufficiali, perché i suoi germi vengono ancora da più lontano) nel 1988, con una grande occupazione nel quartiere periferico di San Basilio.

Il repertorio di azione si basa sull’occupazione di alloggi pubblici non utilizzati, ma dimostra anche una certa creatività, spaziando dalla gestione di tendopoli all’autorecupero di stabili abbandonati.

Alcune di queste azioni sono diventate nel tempo prassi riconosciute e promosse anche da amministrazioni pubbliche e organizzazioni del terzo settore, come ad esempio l’autorecupero e altri metodi di intervento che si stanno diffondendo a livello mondiale, come l’housing first, che parte dal principio della casa come elemento fondante la stabilità psicologica e sociale delle persone.

La presenza di una realtà organizzata attorno al tema del diritto alla casa si rivela determinante per spingere le istituzioni ad occuparsi della questione: uno dei più grandi successi del Movimento è l’approvazione nel 2001 del Protocollo sull’emergenza abitativa, bloccato da due anni, ottenuta occupando nello stesso giorno il Comune di Roma e la Regione Lazio.

È una vittoria storica perché avvia nuovi investimenti pubblici per l’ampliamento del patrimonio alloggiativo disponibile e consente l’avvio ufficiale di progetti di autorecupero.

Nonostante questo a Roma la questione della casa rimane esplosiva: gli affitti raggiungono livelli insostenibili, l’offerta di edilizia pubblica è del tutto insufficiente, gli sfratti e gli sgomberi sono all’ordine del giorno.

La crisi e le politiche di austerità degli ultimi anni complicano ulteriormente le cose.

movimenti per la casa
@en-ri

Movimenti per la casa: visione del mondo

Con il passare del tempo il tema della casa viene inserito in una visione del mondo più ampia, dove le parole d’ordine sono diritti, dignità, reddito e le mobilitazioni prendono di mira i CIE, la precarietà, l’austerità.

Nasce la firma “Movimento per il diritto all’abitare” dove convergono movimenti, gruppi e comitati che portano avanti, oltre a quella del diritto alla casa, le istanze dei precari, dei migranti, degli studenti.

Questa visione plurale ma unitaria della lotta per tutti i diritti e per ogni diritto è particolarmente visibile sul fronte dei diritti dei migranti: la loro presenza nelle file dei movimenti per la casa si fa sempre più attiva, tanto che questi ultimi diventano una sorta di laboratorio interetnico in cui a partire dal bisogno della casa vengono affrontati pubblicamente i temi della cittadinanza, dei diritti sociali e politici.

Questo inedito e informale laboratorio è attivo dai primi anni novanta, anticipando anche qui i tempi in cui la questione della convivenza interculturale sarebbe diventata un tema sociale centrale.

Movimenti per la casa: prospettive

Anche grazie a questa capacità di unire nella lotta categorie diverse, anche se a volte sovrapposte, il Coordinamento di lotta per la casa sta acquisendo un ruolo importante nel panorama dei movimenti sociali italiani, e con lui tutti i movimenti per la casa.

Tramite la rete “Abitare nella crisi” e trascinate dall’esperienza di Roma iniziative simili sono ormai attive in molte città italiane: Asti, Bergamo, Bologna, Brescia, Cosenza, Cremona, Firenze, Genova, Milano, Parma, Torino.

A Roma i movimenti per la casa sfornano mobilitazioni (molto partecipate) con un ritmo impressionante: 19 ottobre, 31 ottobre, 29 novembre, 18 dicembre, 27 dicembre e ora 18-20 gennaio.

Insomma quello della casa sembra uno dei pochi temi su cui si intravede la possibilità di sviluppare un movimento di portata nazionale in grado di connettersi anche ad altre importanti esperienze internazionali, in primis quella spagnola.

In questo nostro tentativo di monitorare i movimenti che avvengono nella società manterremo quindi l’attenzione alta sulle lotte per la casa, storiche o estemporanee, in Italia e all’estero, perché il sospetto è che diventeranno sempre più importanti.

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Sociologo, lavora come progettista e project manager per Sineglossa. Per Le Nius è responsabile editoriale, autore e formatore. Crede nell'amore e ha una vera passione per i treni. fabio@lenius.it
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