15 motivi per andare a Expo 20156 min read

5 Ottobre 2015 Cultura Società -

15 motivi per andare a Expo 20156 min read

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motivi per andare a Expo 2015
@Chiara Vitali

11. Expo come marchio di moda. Sono quelli dell'”io c’ero”, che si fanno le foto accanto ad ogni padiglione e ad ogni timbro sul passaporto virtuale, sono i tanti giovani che ci lavorano che ostentano il badge anche in metro. C’è un senso di appartenenza a qualcosa che sembra andare oltre il piattume odierno. Sembra.

12. Expo come vetrina mediatica. Per alcuni è come andare in tv. Si assiste a giorni alterni alla sfilata di personaggi famosi, che calcano il suolo di Expo spesso per puro e semplice spirito di presenzialismo. Gli chef, meglio se stellati e osannati, sono padroni di casa, abilissimi nel ritagliarsi una nicchia da star nell’evento culinario del momento.

13. Expo come monumento alle istituzioni. Le istituzioni “che contano” ci sono, ci devono essere, col petto in fuori, dall’alto della loro consolidata esistenza legittimata. Di conseguenza sono d’obbligo visite di ogni genere di rappresentanti delle istituzioni, senza farsi mancare anche figli di, mogli di e assimilati. Detto questo non si può non ricordare che questo aspetto è inevitabile, perché è alla base di tutte le Expo, che nascono proprio come eventi istituzionali, in cui l’aspetto politico-economico è centrale.

14. Expo come paesaggio nel paesaggio. Nella fantasia dei progettisti nasce come un’isola circondata dall’acqua e piena di corsi d’acqua, con spazi verdi e una collina, anche se in realtà è un parco tematico. Abbiamo strade concettualmente ispirate alla Roma antica, in cui sorgono architetture effimere (i padiglioni). Ci sono poi i monumenti: opere d’arte ignorate e sculture di carciofi e peperoncini (…). Infine, la toureiffel della situazione: l’Albero della Vita.

15. Expo come film. Tra il blockbuster in coproduzione e la fiction scritta a più mani, Expo 2015 assomiglia a quei film effetto torta multistrato in cui c’è dentro di tutto, che ti tengono incollato alla sedia anche se troppo lunghi.

C’è che Expo ha quest’aria da seduttore e, come tutti i seduttori, è un po’ mendace e illusorio. I 15 motivi, a leggerli bene, potrebbero essere altrettante critiche. La cosa migliore è valutare in prima persona. Perché capire il nostro tempo passa anche per Expo 2015.

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Nata milanese, naturalizzata scozzese, morta veneziana, risorta in riva al Piave. Con alle spalle 12 traslochi e 2 lauree (lingue e arti visive), l'ex poetessa della classe non ha ancora capito cosa farà da grande, intanto si interessa di quasi tutto, a fasi. Qui è amante di cause perse, tipo comunicare.
6 Commenti
  1. Pinuccia Argento

    Come sappiamo già le esposizioni del passato hanno dato luogo a critiche anche anticipate ma, riteniamo che sia utile visitare i Padiglioni che ogni Paese partecipante ha realizzato ed esprimere alla fine dell’evento un giudizio consapevole. Il giornalista Indro Montanelli, riguardo l’esposizione universale di Milano del 1881, riferisce che fu formulata la critica che segue: ‘L’Expo era assolutamente sproporzionata all’ossatura lombarda, ancora fragile e arcaica’. Ma, nonostante tutto, attirò su Milano l’attenzione del capitalismo europeo in cerca di investimenti e quanto vi era in Italia di energie creative. L’expo di Milano aveva subito pesanti critiche e nonostante ciò Edison dopo aver costruito la prima grande centrale elettrica di New York scelse per istallare la seconda centrale, Milano. Edison Moderni, potrebbero realizzare lo scopo che il tema di Expo 2015 si prefigge. Le critiche passano mentre i risultati, che ci auguriamo di ottenere per sconfiggere la fame nel mondo, saranno una conquista dell’Umanità. Questo articolo, che condividiamo saggiamente, suggerisce ‘La cosa migliore è valutare di persona. Perché capire il nostro tempo passa anche per Expo.’

    • Chiara Vitali

      quello che ci si augura è infatti poter parlare in futuro di risultati con almeno un buon numero di risvolti positivi.

  2. lorenzo

    Difficile (ma non impossibile) per chi abita a Milano non andare all'Expo. Eppure succede. Personalmente mi ha attirato l'idea di vedere di persona architetture innovative talvolta originali talvolta meno, di fotografarne alcune magari con una luce particolare. Di fatto mi hanno attirato le idee degli architetti, più liberi in tali situazioni di esprimersi al di là delle necessità legate alla destinazione d'uso e dell'inserimento in un determinato contesto urbano. Tutto il resto onestamente meno. Ma indubbiamente c'è molto altro. Sensazione a pelle? Vale la pena di andarci alla fine.

    • Chiara Vitali

      Io trovo che al di là di tutto, anche solo per curiosità, per un milanese vale sicuramente la pena di andarci una sera e cogliere l'atmosfera generale. Le architetture sono interessanti, ricordano un po' quelle della Serpentine Gallery londinese.

  3. Silvia B.

    Beh interessante come sempre. Si hai ragione, hai utilizzato l'occhio da visitatrice critica e attenta. Io devo rinunciare a visitarlo, con un pizzico di rammarico, perché comunque rimane qualcosa di grandioso, multietnico e global. Qualcosa di importante per Milano e per l'Italia tutta. Sicuramente il tema è rilevante e di questi tempi fondamentale per l'umanità, ma probabilmente deve essere prima di tutto un luogo accessibile a tutti, per garantire affluenza etc ed è proprio quello che mi colpisce del tuo articolo. Riconosco in quello che percepisco dai giornali e dalla TV, ma anche in chi ci è stato e mi ha regalato qualche briciolo delle sue sensazioni, la novità, la curiosità, ma quanto veramente un "non addetto ai lavori" può percepire anche solo un pò il tema di Expo, o forse quello che ho sempre capito io dovesse essere il tema di Expo? Dici che il carrozzone così strutturato, possa davvero avvicinarti alle culture e alla sostenibilità? Le mie sono solo alcune delle domande che una che l'Expo in Italia non lo vedrà mai, si pone.

    • Chiara Vitali

      Come dico nell'articolo, Expo avvicina alla cultura e ai grandi temi fondamentalmente chi va già lì con idee chiare e conoscenze su questi temi al limite da approfondire. Andare in visita a braccio invece può essere divertente ma frastornante e non particolarmente concludente. Ci vuole la stessa capacità di informarsi di quando navighi sul web e devi inevitabilmente filtrare immagini e dati e verificarne l'attendibilità. Detto ciò, c'è anche una grande differenza tra un padiglione e l'altro: alcuni sono più turistici, altri solo quasi solo scenografici, altri di puro intrattenimento, altri danno info geografiche ma parziali, altri sono di propaganda di una dittatura, altri sono centrati sul tema. Dipende molto da chi li finanzia (se uno stato - e che tipo di stato è - o se anche un gruppo di imprenditori privati). Per approfondire questi aspetti di retroscena ti rimando alla lettura di quest'altro mio articolo: https://www.lenius.it/critica-expo/ In ogni caso Expo è un prodotto multisfacettato, che piace a un gran numero di persone proprio perchè potendo essere vissuto su tanti livelli diversi questo aumenta di molto la probabilità che almeno un paio possano interessare o piacere a un gran numero di persone. Poi si sa che le code si alimentano da sè: più vedi gente in fila e più pensi che ne valga la pena, così ti metti in fila anche tu.

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