15 motivi per andare a Expo 20156 min read

5 Ottobre 2015 Cultura Società -

15 motivi per andare a Expo 20156 min read

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motivi per andare a Expo 2015
@Chiara Vitali

6. Expo come piazza virtuale. Ad Expo 2015 si parla di un po’ di tutto, come sul web: si discute di grandi temi, poi ci si azzuffa per stabilire se sono meglio le patatine belghe o quelle olandesi. L’Expo ha la struttura della pagina social di quei quotidiani in cui trovi accostate alle notizie sulle celebrità le stragi o gli eventi culturali, come se fosse tutto uguale. Anche Expo 2015 è un’insalata mista virtuale, condita con vari apparati multimediali. Capire Expo 2015 richiede la stessa dote indispensabile a chi naviga in rete: essere in grado di orientarsi tra milioni di input, valutando l’attendibilità delle informazioni.

7. Expo come passeggiata in montagna (atipica). La fatica per raggiungere l’agognata vetta consiste nello stare fermi in coda sotto gli agenti atmosferici per ore in attesa di entrare nel padiglione-meta, tipo attesa messianica. Ma lo sforzo ascetico prevede poi momenti di svacco e bivacco, in cui ti distendi su zone erbose, sdraio e sedie di design – che non trovi né a casa tua né nei rifugi – oppure ti ripari sotto simil-pergolati e pagode per pic nic. In agosto il ragionamento di molti è stato: se fa brutto al mare o in montagna, mi conviene andare all’Expo.

8. Expo come centro commerciale tematico (senza sconti). Ad Expo 2015 c’è una gran varietà e quantità di tutto: cinema, supermercato, spettacoli, bar, ristoranti, presentazioni di libri, zone bambini, negozi di manufatti, il tutto in salsa esotica. Ma, a differenza del centro commerciale, non è a prezzi più bassi. Poi mentre il centro commerciale resta saldamente lì dov’è, l’Expo a un certo punto finisce: merce a produzione limitata.

9. Expo come riscatto per Milano e per l’Italia. L’orgoglio (provinciale) milanese di sentirsi al centro del mondo, il tintinnio dei soldi che iniziano a entrare (che poi non è sempre così chiaro dove finiscano). Per Milano, ambasciatrice d’Italia, l’Expo è più come un’estetista che come un medico, anche se in effetti più carina lo è diventata. In attesa di fatti verificabili sul dopo Expo, diciamo: ai posteri l’ardua sentenza.

10. Expo come uguaglianza nella diversità. Programmaticamente Expo è un luogo progettato come a-gerarchico, in nome di un’ideale di uguaglianza universale. Ma c’è una inevitabile disuguaglianza tra i padiglioni, che si riflette su quelli con meno risorse economiche, che hanno meno impatto visivo ed efficacia di allestimento e contenuti. Alcuni paesi sono autonomi, altri sono raggruppati in cluster sotto un tema comune, dove spesso si va per entrare in un posto senza coda, ma senza soffermarsi sul singolo paese.

Motivi per andare a Expo 2015: dall’11 al 15

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Nata milanese, naturalizzata scozzese, morta veneziana, risorta in riva al Piave. Con alle spalle 12 traslochi e 2 lauree (lingue e arti visive), l'ex poetessa della classe non ha ancora capito cosa farà da grande, intanto si interessa di quasi tutto, a fasi. Qui è amante di cause perse, tipo comunicare.
6 Commenti
  1. Pinuccia Argento

    Come sappiamo già le esposizioni del passato hanno dato luogo a critiche anche anticipate ma, riteniamo che sia utile visitare i Padiglioni che ogni Paese partecipante ha realizzato ed esprimere alla fine dell’evento un giudizio consapevole. Il giornalista Indro Montanelli, riguardo l’esposizione universale di Milano del 1881, riferisce che fu formulata la critica che segue: ‘L’Expo era assolutamente sproporzionata all’ossatura lombarda, ancora fragile e arcaica’. Ma, nonostante tutto, attirò su Milano l’attenzione del capitalismo europeo in cerca di investimenti e quanto vi era in Italia di energie creative. L’expo di Milano aveva subito pesanti critiche e nonostante ciò Edison dopo aver costruito la prima grande centrale elettrica di New York scelse per istallare la seconda centrale, Milano. Edison Moderni, potrebbero realizzare lo scopo che il tema di Expo 2015 si prefigge. Le critiche passano mentre i risultati, che ci auguriamo di ottenere per sconfiggere la fame nel mondo, saranno una conquista dell’Umanità. Questo articolo, che condividiamo saggiamente, suggerisce ‘La cosa migliore è valutare di persona. Perché capire il nostro tempo passa anche per Expo.’

    • Chiara Vitali

      quello che ci si augura è infatti poter parlare in futuro di risultati con almeno un buon numero di risvolti positivi.

  2. lorenzo

    Difficile (ma non impossibile) per chi abita a Milano non andare all'Expo. Eppure succede. Personalmente mi ha attirato l'idea di vedere di persona architetture innovative talvolta originali talvolta meno, di fotografarne alcune magari con una luce particolare. Di fatto mi hanno attirato le idee degli architetti, più liberi in tali situazioni di esprimersi al di là delle necessità legate alla destinazione d'uso e dell'inserimento in un determinato contesto urbano. Tutto il resto onestamente meno. Ma indubbiamente c'è molto altro. Sensazione a pelle? Vale la pena di andarci alla fine.

    • Chiara Vitali

      Io trovo che al di là di tutto, anche solo per curiosità, per un milanese vale sicuramente la pena di andarci una sera e cogliere l'atmosfera generale. Le architetture sono interessanti, ricordano un po' quelle della Serpentine Gallery londinese.

  3. Silvia B.

    Beh interessante come sempre. Si hai ragione, hai utilizzato l'occhio da visitatrice critica e attenta. Io devo rinunciare a visitarlo, con un pizzico di rammarico, perché comunque rimane qualcosa di grandioso, multietnico e global. Qualcosa di importante per Milano e per l'Italia tutta. Sicuramente il tema è rilevante e di questi tempi fondamentale per l'umanità, ma probabilmente deve essere prima di tutto un luogo accessibile a tutti, per garantire affluenza etc ed è proprio quello che mi colpisce del tuo articolo. Riconosco in quello che percepisco dai giornali e dalla TV, ma anche in chi ci è stato e mi ha regalato qualche briciolo delle sue sensazioni, la novità, la curiosità, ma quanto veramente un "non addetto ai lavori" può percepire anche solo un pò il tema di Expo, o forse quello che ho sempre capito io dovesse essere il tema di Expo? Dici che il carrozzone così strutturato, possa davvero avvicinarti alle culture e alla sostenibilità? Le mie sono solo alcune delle domande che una che l'Expo in Italia non lo vedrà mai, si pone.

    • Chiara Vitali

      Come dico nell'articolo, Expo avvicina alla cultura e ai grandi temi fondamentalmente chi va già lì con idee chiare e conoscenze su questi temi al limite da approfondire. Andare in visita a braccio invece può essere divertente ma frastornante e non particolarmente concludente. Ci vuole la stessa capacità di informarsi di quando navighi sul web e devi inevitabilmente filtrare immagini e dati e verificarne l'attendibilità. Detto ciò, c'è anche una grande differenza tra un padiglione e l'altro: alcuni sono più turistici, altri solo quasi solo scenografici, altri di puro intrattenimento, altri danno info geografiche ma parziali, altri sono di propaganda di una dittatura, altri sono centrati sul tema. Dipende molto da chi li finanzia (se uno stato - e che tipo di stato è - o se anche un gruppo di imprenditori privati). Per approfondire questi aspetti di retroscena ti rimando alla lettura di quest'altro mio articolo: https://www.lenius.it/critica-expo/ In ogni caso Expo è un prodotto multisfacettato, che piace a un gran numero di persone proprio perchè potendo essere vissuto su tanti livelli diversi questo aumenta di molto la probabilità che almeno un paio possano interessare o piacere a un gran numero di persone. Poi si sa che le code si alimentano da sè: più vedi gente in fila e più pensi che ne valga la pena, così ti metti in fila anche tu.

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