Il Mitreo di Londra: tracce dell’Impero Romano nel cuore della City6 min read

23 Gennaio 2018 Viaggi -

Il Mitreo di Londra: tracce dell’Impero Romano nel cuore della City6 min read

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Mitreo di Londra
@TheGuardian

Uno dei resti più interessanti e meno conosciuti della presenza romana in Gran Bretagna è il Mitreo di Londra tornato alla luce nel 1952. Il sito archeologico oggi “ospitato” nel sotterraneo della sede londinese di Bloomberg è una delle tracce meglio conservate del passaggio romano nell’allora Britannia, un insieme di rovine che ci aspetteremmo forse di trovare nel bacino del Mediterraneo e non nel cuore finanziario della capitale inglese, ma proprio per questo il Mitreo di Londra è una testimonianza tangibile dello splendore dell’Impero romano al tempo della sua massima espansione, dalle isole britanniche fino quasi ai lembi dell’Asia.

Pocket Nius: da sapere in breve

1. Londinium è stata fondata dai romani intorno al 40 D.C. su di un insediamento preesistente, in una porzione dell’odierna Londra che oggi fa parte della City. In origine il villaggio era grande più o meno quanto Hyde Park, e si sviluppava lungo un tratto del Tamigi, già allora snodo navigabile e strategico verso il mare.

2. La traccia più visibile del passaggio romano a Londra sono i resti delle mura che circondavano il primo insediamento di Londinium, che si trovano ancora oggi a Tower Hill.

3. Il nome Londinium è di derivazione incerta. I romani, come usavano fare, hanno latinizzato il nome dell’insediamento precedentemente esistente: Londinion, che a sua volta derivava dal nome proprio Londinos, la cui radice Lond sta per selvaggio.

4. In molti hanno notato similitudini fra il culto di Mitra e il Cristianesimo, in particolare è significativo come anche nel Mitraesimo sia presente il battesimo, come rito di purificazione necessario per essere ammessi nella comunità. Gli ultimi studi hanno però ridimensionato di molto queste suggestioni.

5. Il Museum of London raccoglie numerosi reperti del periodo romano e ricostruzioni interattive della storia di Londra, a partire dalla sua fondazione fino ai giorni nostri. Al suo interno si può fare un divertente e interessante viaggio nel tempo attraverso le varie fasi della crescita di Londra, da piccolo villagio a metropoli multietnica. Una tappa obbligata per gli appassionati di archeologia e storia.

Mitreo di Londra: ma che cos’era un Mitreo?

Un Mitreo era un tempio dedicato alla divinità di origine persiana Mitra, un culto di cui ancora oggi gli studiosi conoscono molto poco. Quasi tutto quello che sappiamo oggi del Mitraesimo è frutto di interpretazione sulla base degli artefatti rinvenuti: non esistono testimonianze attendibili riguardo i riti che venivano praticati e soprattutto non è ancora chiaro che cosa Mitra rappresentasse.

E’ certo però che quello di Mitra fosse un culto di tipo iniziatico, un culto cioè che prevedeva al suo interno vari gradi di apprendimento, e a ognuno di questi corrispondeva un maggiore grado di conoscenza. In alcuni suoi riti, insegnamenti e rimandi simbolici, il Mitraesimo somiglia al Cristianesimo, anche se a differenza di quest’ultimo si trattava di un culto riservato unicamente agli uomini. Sempre dagli studi effettuati in siti archeologici come il Mitreo di Londra, sappiamo che le cerimonie tipiche del Mitraesimo prevedevano canti, musiche, e la consumazione di pasti rituali a base di pollo, vino e miele, con quest’ultimo che veniva usato anche in rituali di purificazione.

Ma la cerimonia centrale nel culto di Mitra è senza dubbio la Tauroctonia, ovvero l’uccisione rituale di un toro. In tutte le rappresentazioni conosciute di Mitra, compreso il bassorilievo ritrovato nel Mitreo di Londra e oggi conservato al Museum of London, la divinità viene sempre rappresentata nell’atto di sgozzare un toro. Questo rituale, che veniva costantemente praticato anche nei Mitrei, secondo gli studiosi rappresenterebbe un mito della creazione, con il sangue del toro sgozzato a simboleggiare il nutrimento per il mondo.

Il Mitreo di Londra, eretto intorno al 240 DC, sorgeva in un area che oggi fa parte di Walbrook Street, ma che al tempo della fondazione di Londinium da parte dei romani era un argine del fiume Walbrook, che segnava il confine del primo insediamento cittadino. Con l’espandersi della città, il Walbrook venne ricoperto di terra e scarti di costruzione fino a sparire e a diventare uno dei fiumi perduti di Londra.
Nel terzo secolo d.C., circa 200 anni dopo la fondazione di Londinium, proprio in questa nuova porzione di città, nata dopo l’interramento del Walbrook, venne eretto il Mitreo da parte di un veterano dell’esercito, Ulpius Silvanus. Non stupisce che a fondare un luogo di culto dedicato a questa misteriosa divinità sia stato un militare; infatti il culto mitraico era molto diffuso, in generale fra tutti gli strati sociali, ma in particolare fra i soldati. Mitra infatti è rappresentato come un guerriero e un eroe, e l’iconografia che lo ritraeva sempre nell’atto di sgozzare il toro faceva molto presa in questo senso.

Il Mitreo di Londra è visitabile gratuitamente (serve però prenotare in anticipo perchè i posti per una sessione di visita sono limitati). Il tempio oggi sorge di nuovo nella sua posizione originaria, dove era stato riscoperto nel 1952 nel corso di alcuni lavori di ricostruzione di un’area bombardata durante la Seconda Guerra Mondiale e dal quale però era stato subito spostato. Intorno al sito, infatti, poco dopo la sua scoperta si aprì una diatriba fra chi riteneva opportuno lasciare i resti dove erano e chi voleva procedere in ogni caso alla costruzione dei nuovi edifici in progetto. Alla fine si arrivò a una soluzione di compromesso che prevedeva lo spostamento del Mitreo di qualche centinaio di metri per consentire ai lavori di ricostruzione di proseguire. Questo spostamento ha però danneggiato in parte i resti e in parte la disposizione originale del tempio. Soltanto nel 2010, dopo l’acquisto da parte di Bloomberg dell’area sulla quale sorgeva il Mitreo in origine, per la realizzazione della sede europea della compagnia, si è proceduto alla ricollocazione del tempio nel suo sito originario, ricostruendolo fedelmente sulla base delle piante disegnate nel 1952 al momento dei primi scavi.

Mitreo di Londra
@TimeOut

La visita al Mitreo è molto suggestiva: l’ambiente è tenuto volutamente in penombra e durante la permanenza al suo interno effetti sonori e giochi di luci evocano l’atmosfera misteriosa del luogo.
Prima di scendere fino al livello del terreno dove in origine sorgeva il tempio, è possibile vedere esposti, all’ingresso del Bloomberg Space, alcuni interessanti artefatti del periodo romano ritrovati durante i lavori di scavo. I più curiosi sono certamente due tavolette incise, una che riporta il nome Londinium (si tratta della più antica testimonianza con il nome della città), e un’altra che viene mostrata con fierezza, nel cuore economico di Londra, come il primo documento finanziario della storia: si tratta di una sorta di cambiale, un documento che registra un debito di 105 denari che un certo Tibullus  si impegna a restituire in sei mesi al suo creditore.

La visita al Mitreo è una esperienza diversa e interessante con cui impiegare un’ora del vostro tempo se siete a passeggio per la City, un parte della città ricca di misteri e di luoghi nascosti sotto la frenesia che la anima dal lunedì al venerdì. Non perdetevelo al vostro prossimo giro a Londra.

5 link per saperne di +

1. Il + televisivo

Per chi vuole vedere il Mitreo di Londra alla TV, in un servizio della BBC.

2. Il + archeologico

Per chi vuole fare un viaggio nel tempo attraverso Londra.

3. Il + atletico

Per chi vuole affrontare un percorso a piedi nella Londra romana.

4. Il + enciclopedico

Per chi vuole sapere cosa dice del culto di Mitra la Treccani

5. Il + fantasioso

Per chi vuole sapere come sarebbe stata la rete metropolitana ai tempi di Londinium

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Nato in provincia nel 1981. Dopo anni passati a minacciare di farlo, finalmente si trasferisce a Londra in tempo per godersi gli Hipsters, il Royal Wedding, le Olimpiadi e la Brexit. Nel 2016 ha pubblicato il romanzo “novantaquattro” per la Nativi Digitali Edizioni.
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