Fattore C e Fattore M: Miranda-Murillo, la coppia che funziona3 min read

15 Novembre 2015 Uncategorized -

Fattore C e Fattore M: Miranda-Murillo, la coppia che funziona3 min read

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miranda-murillo
@spaziointer

In questi giorni su quel bel social network che è il Twitter qualcuno mi ha chiesto se tutti questi 1-0 dell’Inter vogliono dire che i nerazzurri sono una grande squadra oppure se è tutto culo. Una risposta certa, ad oggi, non ce l’ho. So solo che il confine tra ottima difesa e fortuna è abbastanza labile. E spesso per questo incidono i singoli.

Miranda-Murillo, perché la coppia funziona

Ecco, forse la sostanza, almeno a livello difensivo, è che l’Inter è tornata ad avere due difensori come Dio comanda. Il fattore M, Miranda&Murillo, Joao&Jeison, l’esperto e il giovane, il riflessivo e l’esuberante, il brasiliano e il colombiano. La coppia funziona, insieme finora hanno giocato relativamente poco (518′ complessivi, cioè meno della metà dei minuti totali) subendo altrettanto poco: solo 2 gol, cioè uno ogni 259′. Entrambi su carambole o comunque in situazioni in cui potevano fare poco, tra l’altro, sia sulla rete di Di Gaudio contro il Carpi che su quella di Gilardino contro il Palermo.

Senza fare paragoni, due difensori senzienti (calcisticamente) insieme l’Inter li ha avuto per l’ultima volta forse nell’anno del Triplete. Da lì, complici cali fisici, cali mentali, problemi tattici e quant’altro, le difficoltà sono stati enormi. Ma la sensazione ora che è da qui si possa ripartire.

Perché Miranda e Murillo sono due leader. Uno silenzioso, meno esuberante, anche a parole, più che un brasiliano pare un tedesco; l’altro decisamente più sudamericano, lo si vede in campo dare indicazioni a tutti, mettere lì qualche urlo quando serve. Quello di cui c’era bisogno, insomma, ad una squadra che negli ultimi anni ha fatto della difesa il suo peggior problema. I numeri dicono che funziona, non solo per loro due, ma anche per una migliorata fase difensiva (e qui c’è lo zampino di Mancini): 7 gol subiti in 12 partite, porta inviolata in 8 su 12. Poi c’è anche Handanovic, che tolta la partita con la Fiorentina pare essere tornato un portiere affidabile per tutti i 90′.

La cosa più positiva è che M&M danno anche la sensazione di avere un ottimo affiatamento. Non solo perché uno copre bene gli errori dell’altro (che ci sono stati, soprattutto quando Murillo si fida troppo delle sue capacità fisiche, in stile Juan Jesus), ma anche per come giocano, per come guidano la difesa. Una sensazione – magari in realtà si odiano (permettetemi di dubitarne fortemente) – però per ora va benissimo così.

Poi, ovviamente, c’è il Fattore C. Senza il quale magari il discorso oggi sarebbe “che flop Miranda e Murillo”. Non lo considero certo l’unico motivo per cui l’Inter è lì in alto, però ogni tanto ha aiutato, non credo sia un peccato dirlo. Se poi vogliamo considerare “culo” un portiere che fa il suo mestiere, questo è un altro discorso. Se è solo culo o c’è qualcos’altro dietro, lo dirà solo il tempo. Intanto gli interisti si godano la M&M che, detto da uno (scarsissimo) ex difensore, è davvero un bel vedere.

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Classe 1990, trapiantato a Milano ma orgogliosamente friulano, collaboro dal 2011 con il Messaggero Veneto, dal 2013 con Libero e dal 2015 su FabbricaInter, occupandomi prevalentemente di sport. Il mio film preferito è "The Blues Brothers" e John Belushi è la mia guida spirituale, anche se Dio è portoghese.
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