Milan-Sampdoria: quando l’Europa chiama…3 min read

13 Aprile 2015 Uncategorized -

Milan-Sampdoria: quando l’Europa chiama…3 min read

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@AlfredoDeVuono

Sappiamo che siete in attesa di leggere le gesta di questo grande Milan, ma tocca presentarci e ringraziare Le Nius per questa collaborazione che inizia oggi, 13 aprile anno del Signore del Calcio 2015. Siamo un blog dal nome sofisticato, DiaVoltaire, ma in realtà siamo un gruppo di pazzi scatenati accomunati dall’amore smisurato per il rosso e il nero. Undici maschi, una quota rosa e tante idee per la testa. Nel nome di Baresi, di Maldini e di Savićević santo.

Milan-Sampdoria: quando l’Europa chiama…

L’Europa chiama, il Milan risponde: non ce ne siamo accorti. La squadra più sbadata della serie A raccoglie un solo punto a San Siro contro la Sampdoria di un sempre minaccioso Mihajlović (con quella faccia da “ti anniento con un solo sguardo”). Una gara che ha comunque dato diversi spunti di riflessione.

Partiamo dalla formazione e gridiamo subito al miracolo: Inzaghi deve aver fatto un corso intensivo di gestione della rosa perché per la prima volta in stagione ripropone gli stessi undici della scorsa settimana, per la serie “ah, ma allora si può!”. Finita l’era a centrocampo dell’asse catastrofico Muntari-Essien spazio a Van Ginkel che non solo è vivo e vegeto, ma gioca pure meglio dei Ghana Brothers. Sì, so che state pensando “graziealcazzo”, ma Pippo ha bisogno di tempo per realizzare, ci vuole pazienza.

Pronti via, e si capisce subito che Cerci è in una di quelle serate da calcio che non conta, che Ménez ha litigato con Ménez fin dalla mattinata e che Destro diventerà nonno prima che gli arrivi un pallone buono tra i piedi. In tutto ciò Okaka rischia la vita per aver accecato un Mexès già incazzato da una settimana e al Meazza si spengono le luci dell’intero impianto, con la curva sud che invita Galliani a pagare le bollette: “Buio a San Siro”, Vecchioni scánsate.

Ci pensa quel vecchio marpione di Eto’o a illuminare lo stadio con due mine consecutive dalla distanza, ma se una sfiora il palo, l’altra viene annullata da San Diego Lopéz da Paradela. L’ex interista però non si fa sfuggire l’occasione che mister parametro zero dell’anno Ménez gli offre al 58′: un colpo di tacco alquanto audace che diventa un assist perfetto verso i piedi di Soriano, 1-0 e Ferrero in tribuna balla la samba. Un ballo sfrenato che dura solo 7 minuti, fino a quando de Jong non confeziona una via di mezzo tra una rovesciata e una sforbiciata di classe che, con l’aiuto prezioso della deviazione di Duncan, spiazza Viviano e si insacca in rete: è l’1-1 e Inzaghi riacquista colore.

Non succede più nulla, o quasi… Sì, perché il Prescelto ieri sera ha capito pure che Cerci si può panchinare e che Suso può essere degno di calcare il nostro verde prato, facendo in pochi minuti il quadruplo di quello fatto dall’ex granata, compreso un palo dopo un tiro a giro alla Messi. Che dici Pippo, contro i cugini c’è speranza di vederlo titolare? Un punto utile quanto la presenza di Bonera nel circuito dei professionisti. Ora però bando alle ciance, inizia la settimana del derby, anche se è il più triste degli ultimi anni.

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Blog dal nome sofisticato gestito da un gruppo di pazzi scatenati accomunati dall'amore smisurato per il rosso e il nero. Undici maschi, una quota rosa e tante idee per la testa. Nel nome di Baresi, di Maldini e di Savićević santo. Diavoltaire, pensatori liberi, i filosofanti ciarlatani del Milan.
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