Milan-Genoa, mio figlio, un divano e la Grappa4 min read

30 Aprile 2015 Uncategorized -

Milan-Genoa, mio figlio, un divano e la Grappa4 min read

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@GenoaCFC

Turno infrasettimanale, quindi niente San Siro. Sono settimane decisive per l’anno scolastico di mio figlio, meglio non rischiare di gettare alle ortiche tutti i lavori di una stagione faticosa. Poi vuoi veramente andare allo stadio a vedere questi qua? Fuori piove. Meno male che abbiamo tagliato l’erba prima, ci vuole un minimo di programmazione nella vita. O fortuna. In ogni caso ci si piazza sul divano a guardare Giardini da Incubo fino al fischio d’inizio. Farà già abbastanza male guardare la partita, inutile seguire anche i preliminari. Classico quickie con la tipa brutta, -6. “Dai, che ce la facciamo”. Erano in ritiro e Pippo ci ha promesso che ci sarà la reazione d’orgoglio. Già. “Wow!” 46 secondi e primo tiro in porta. “Vedrai che ci sarà un’altra Udine”. Commento mio, subito accolto da Sky che sottolinea come il Genoa non ci batte in casa da duecento anni. “Bene, bene”. Dannazione che devo riportare il figlio dalla mamma dopo la partita, i superalcolici sono esclusi. Tiro di Niang. Mi accendo la sigaretta dell’intervallo. Ancora 88 minuti, ce la possiamo fare. “Ti ricordi quando eravamo arrabbiati per Allegri?“.

Mbaye sembra voler segnare a tutti costi. E un po’ glielo auguro, ultimo di una lunga catena di giocatori o mezzi giocatori che magicamente hanno trovato forma e motivazione altrove. Mi fa sorridere ‘sto ragazzo. Faccia buffa, gli arti che sembrano sempre troppo lunghi quando corre. Ma intanto corre, non come Van Ginkel che osserva attentamente il culo del campione pluridecorato Bertolacci. 0-1. “Ora arriverà la reazione!” mi spiega mio figlio. Intanto mi accendo un’altra sigaretta. Voglio la Grappa. Osservo il padre di Inzaghi che sbraita a centrocampo. “Ma gli devi spiegare tutto adesso? In settimana non c’era tempo?” Il meglio della partita finora è che si possono sentire i commenti dei giocatori, sembra assistere a una partitella degli esordienti del Voluntas Suna. Squadra a mio figlio tanto cara, e che ha lasciato qualche settimana fa perché non esattamente in sintonia col mister. Capita. Giallo a Ménez. “Vedrai che è nervoso, oggi si piglierà anche il rosso”. Seguono una mezza dozzina di tiri del Genoa accompagnati dai nostri “alé” da buoni tifosotti da divano. Intervallo. Sigaretta. Voglio la Grappa, ma in fondo sono solo 45 minuti, poi porto il figlio dalla mamma e posso andare a dormire. Ce la possiamo fare. “Senza Diego Lopéz eravamo già sotto 0-3“.

Il padre di Pippo avrà strigliato la squadra, la rimonta è ancora possibile, ci sono ancora cinque finali e mezzo da giocare. Gol di Niang. Almeno lui ha voglia di dimostrare qualcosa al Milan. Mi accendo una sigaretta e mi metto comodo comodo. “Grappa, stiamo arrivando”. Ogni tanto quelli di Sky fanno vedere la faccia di Galliani. Non sembra contento neanche lui. Fuori tuona il temporale, peccato che non posso chiudere la finestra. O magari sarebbe meglio fumare fuori. Il figlio sbadiglia. “Eh, io non posso bere Grappa e tu non ti puoi addormentare a metà ripresa come al solito, mi sembra giusto”. Intanto la Curva Sud si svuota. Come il resto dello stadio, desolante vedere l’esecuzione di un calcio d’angolo (nostro) mentre in fondo vedi file di persone incuranti che scende le scale. Arriva la bomba di Mexès, un capolavoro di rara bellezza che stona parecchio con il resto dell’ambiente. Dai che ce la possiamo fare. Persino Beppe Bergomi cerca di definirla “partita riaperta”, avrà paura dei milanisti che cambiano canale. Fuori Ménez. Che incubo avere sempre ragione. Vedo la mia squadra di fantacalcio sprofondare. Il figlio va in bagno e ci rimane per un sacco di tempo. “Oh, ti sei perso una doppia parata”. “Di López?” Che razza di domande mi fa ‘sto tizio? Bel giallo anche ad Abate che sarà il terzo a saltare la trasferta a Napoli. “Tutti a casa alé” festeggiano i tifosi del Genoa. Ringraziate i milanisti se potete tornare col pullman senza trovare traffico, così presto non eravate mai tornati in Liguria dopo una partita al San Siro.

“Dovevamo andare a San Siro oggi, non credo che c’erano gli steward dove paghi il parcheggio”. Non so dove ha preso questa ironia mio figlio. Al fischio finale siamo già vestiti. Si spegne Sky e sotto il diluvio si corre verso la macchina. Metto la radio su Rai Radio 1 per non perdere le interviste post-gara. Come farei senza sentire Pippo che ci racconta dei ragazzi che hanno dato tutto, della necessità di lavorare, delle 5 finali? Ringrazierà il presidente anche oggi? Vado a casa della ex e ritorno ascoltando i giudizi di allenatori vari. Niente Pippo. Torno sul parcheggio di casa, metto la retromarcia sulle parole “Sentiamo il tecnico del Milan…” Spengo. Dirà che la squadra lo segue ma poi scende in campo e non si sa cosa succede. Vogliamo dargli torto? Mi riempio il bicchiere di Grappa e accendo una sigaretta. Speriamo che Mr. Bee non abbia cambiato idea.

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Blog dal nome sofisticato gestito da un gruppo di pazzi scatenati accomunati dall'amore smisurato per il rosso e il nero. Undici maschi, una quota rosa e tante idee per la testa. Nel nome di Baresi, di Maldini e di Savićević santo. Diavoltaire, pensatori liberi, i filosofanti ciarlatani del Milan.
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