Milan: 10 cose che non (mi) vanno2 min read

24 Marzo 2014 Uncategorized -

Milan: 10 cose che non (mi) vanno2 min read

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Milan: 10
@Tsutomu Takasu

La stampa sportiva ci riporta quotidianamente sguardi dallo spioncino dello spogliatoio milanista che ci comunicano informazioni, vere o presunte tali, che non dovrebbero uscire.

Dopo il decalogo dei cambiamenti della gestione Seedorf e quello delle rimostranze nei confronti del tecnico olandese da parte di alcuni giocatori, anch’io scriverò in questo modo di Milan: 10 situazioni che non mi aggradano.

1. L’esonero di Massimiliano Allegri: sono contrario agli esoneri, per quanto fossi esasperato dal tecnico livornese e non l’abbia mai (mai) amato. È stato un grave autogol (volontario?) quello di raccontare ai giornalisti come a luglio 2012 abbia deciso che questa sarebbe stata la sua ultima stagione rossonera.

2. Clarence Seedorf (come Gennaro Gattuso) non è un allenatore. Se gli si affida la squadra per la seconda metà della stagione lo si invita ad imparare il mestiere in corsa, con una squadra “non sua”. Se un “progetto Milan” c’è, questo prevede che Clarence dimostrerà le sue capacità nella stagione 2014-2015, a prescindere dai risultati che raccoglierà in questi sei mesi.

I riflettori improvvisamente puntati su di lui mi paiono un’operazione di controllo mediatico che interroga le nostre intelligenze. La preparazione di un dossier per avanzare un procedimento di licenziamento per giusta causa, se reale, mi pare una mossa del tutto ingiustificata.

3. Io non concepisco che una rappresentanza dei tifosi incontri, senza che fosse previsto, l’allenatore e alcuni giocatori (Kakà, Bonera, Abate e Balotelli) dopo una partita. E che quindi poi questi raccontino la loro versione dell’incontro mettendo in crisi una società che già sta vivendo un momento delicato.

4. Lo spogliatoio diviso, e la Gazzetta descrive le parti: Montolivo, Abate, Pazzini, Abbiati, Bonera, Poli e De Sciglio VS Balotelli, Rami, Taarabt, Emanuelson, Mexès e Constant.

5. La fascia a Mexès e il 10 a Honda. Se per il giapponese si tratta di marketing, io credo che Kakà debba essere il capitano di questo Milan; non lo è? Che allora gli sia riconosciuto il ruolo di vice.

6. Il monte ingaggi, il secondo della Serie A (a botte di parametri zero…), con Mexès a 4 milioni e Robinho a 2,5.

7. La scarsa fiducia accordata a Saponara, De Sciglio, Cristante e El Sharaawy.

8. Il massiccio numero di infortuni delle ultime stagioni.

9. L’acquisto di Michael Essien (e la sua resa).

10. Sempre. Andrea Pirlo alla Juve.

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Nasco tra Milan(o) e l'Inghilterra. E lascio il cuore in Olanda, già che ci sono, tripartito. Da milanista tifo i piedi educati e le menti aperte, i capitani di lungo corso e i registi. Faccio più fatica con i cugini che con i gobbi. Credo che la poesia sia ciò che spunta quando hai la palla all'altezza della linea di metà campo e alzi la testa: tutti i gol migliori partono da lì, che poi vengano segnati di esterno o di fegato, di cuore o di doping.
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