Cosa diavolo sta succedendo con tutti questi migranti?7 min read

29 Agosto 2015 Migrazioni Politica -

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Sociologo

Cosa diavolo sta succedendo con tutti questi migranti?7 min read

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migranti in arrivo
@Arsenie Coseac

Il treno arriva in stazione e quando accosta il mio sguardo dal finestrino incrocia decine di gambe a penzoloni sul binario 4. Sono “le gambe dei profughi”, uscite dagli schermi televisivi per prendere vita davanti agli occhi un po’ perplessi degli abitanti di questo piccolo treno regionale. Le notizie, quando si fanno vita quotidiana, generano molte domande. E anche quando pensi di avere la certezza delle tue risposte, non puoi evitare di chiederti: cosa diavolo sta succedendo?

L’attenzione sul tema delle migrazioni non è forse mai stata così alta come nel 2015. L’idea che se ne ricava è quella di un continente, l’Europa, attraversato da continui e inimmaginabili flussi di persone che non si capisce da dove vengono, dove vanno, se è giusto accoglierle o no, se sono buone o cattive, se scappano dalla guerra o se vengono a conquistarci.

C’è davvero tanta confusione, e in parte è inevitabile perché è un fenomeno che ribolle. Mai uguale a se stesso, in continuo mutamento, con protagonisti svegli, intraprendenti, radicali. Pronti a cambiare rotta non appena se ne chiude una, ad assaltare treni, a gettarsi sotto i camion, a sfidare l’asfissia dentro le stive delle navi, a camminare per centinaia di chilometri. È un fenomeno che ha un impatto mediatico ma anche immediato, visibile e sperimentabile da tutti, davvero forte. Per questo è giusto farsi delle domande per provare a capirlo meglio.

Quanti sono i migranti che arrivano dal Mediterraneo?

Intanto, partiamo da un dato: secondo l’Unhcr (Alto Commissariato Onu per i Rifugiati) nel mondo 60 milioni di persone sono costrette a fuggire dalle loro case, come se tutta l’Italia fosse in fuga. Il mondo quindi è un luogo sempre più instabile e insicuro per un numero crescente di persone, se pensiamo che gli sfollati erano 37 milioni solo dieci anni fa. Si tratta di 60 milioni di persone che, per un motivo o per l’altro, non possono tornare a casa e sono alla ricerca di un posto dove stare. La maggior parte rimane, come abbiamo visto, nei paesi del sud del mondo, ma molti di loro tentano la fortuna nei paesi ricchi.

Nel 2014 circa 219 mila persone hanno attraversato il Mediterraneo. Si tratta del dato più alto di sempre, pensate che erano 60 mila nel 2013 e 22 mila nel 2012. Di queste 219 mila persone, circa 170 mila sono sbarcate in Italia, contro le 43.500 in Grecia e le poco più che tremila in Spagna. Con l’aumento dei viaggi sul Mediterraneo aumentano anche le morti: nel 2014 sono state circa 3.500, contro le 600 del 2013.

La situazione sta tuttavia mutando nel 2015, che ha visto la Grecia diventare il primo paese di sbarco dei migranti. Finora quest’anno sono arrivate dal Mediterraneo circa 290 mila persone, di cui almeno 180 mila in Grecia, che diventa così il primo paese di sbarco. In Italia nel 2015 sono arrivate circa 110 mila persone.

Da dove vengono tutti questi migranti?

Diciamolo subito, il grande incremento nell’arrivo di migranti dal Mediterraneo è dovuto alla massiccia presenza di siriani in fuga dalla guerra. Delle quasi 290 mila persone arrivate in Europa attraverso il Mediterraneo, circa 126 mila (il 43%) sono provenienti dalla Siria. Altri importanti paesi di provenienza sono l’Afghanistan (35 mila persone, il 12%), l’Eritrea (29 mila persone, il 10%) e, con numeri minori, Nigeria e Somalia.

Le circa 110 mila persone arrivate in Italia provengono soprattutto da Eritrea (29 mila persone, il 27%), Nigeria (13 mila persone, il 12%) e Somalia (8 mila persone, l’8%). Altri importanti paesi di provenienza sono Sudan, Siria (da dove sono arrivate nel 2015 circa 6.500 persone), Gambia, Bangladesh, Senegal, Mali, Ghana.

In Grecia il 63% delle persone arrivate nel 2015 proviene dalla Siria, il 20% dall’Afghanistan, il 5% dall’Iraq.

migranti in arrivo
@AMISOM

Da dove passano i migranti una volta che arrivano?

È facilmente intuibile che le persone provenienti dalla Siria tendono a passare dalla Turchia e da qui in Grecia. Per questo i numeri degli sbarchi in Grecia sono aumentati così tanto nel 2015. Dalla Grecia provano poi a muoversi verso il nord Europa, passando dove possono. Attualmente la rotta tanto discussa sembra essere Macedonia-Serbia-Ungheria-Austria-Germania.

Altrettanto intuibile il fatto che le persone provenienti dall’Africa tendono a seguire la rotta che li porta in Libia e da lì a tentare la traversata verso l’Italia. I numeri degli arrivi in Italia sono quindi sempre molto alti, ma tendenzialmente stabili rispetto all’anno scorso. Dall’Italia provano poi, con differenti mezzi, a superare i confini del Brennero e di Ventimiglia per arrivare in altri paesi europei. Spicca la presenza di migranti dal Bangladesh tra coloro che sbarcano sulle coste italiane. Ebbene sì, c’è una rotta che porta dal Bangladesh alla Turchia, e da lì all’Italia, magari nascosti nei camion che attraversano l’Adriatico.

Spicca anche l’assenza della Spagna come terra di arrivo dei migranti. In Spagna nel 2015 sono arrivate solamente duemila persone, provenienti principalmente da Algeria, Camerun e Costa d’Avorio. Come mai? Sembra che i motivi siano sostanzialmente due. Il primo è che la Spagna ha stabilito degli accordi di ferro con Marocco e Algeria, simili a quelli che l’Italia aveva con la Libia ai tempi di Gheddafi. Secondo, la Libia è l’hub delle migrazioni provenienti da tutta l’Africa subsahariana. È qui che si concentrano le persone, le professionalità, le reti, le strutture per sostenere il percorso migratorio. E dalla Libia il viaggio più breve è quello verso le coste italiane.

Dove vanno a stare i migranti?

Altro capitolo è il dove vanno queste persone. La grande maggioranza di loro non vuole fermarsi nei paesi di primo arrivo, ma punta ad arrivare in paesi come la Germania, la Francia, la Gran Bretagna, la Svezia e altri paesi del nord Europa. Qui infatti si concentrano il maggior numero di immigrati, di rifugiati e di richieste di asilo, come abbiamo visto qui e qui.

Nei primi tre mesi del 2015 il numero totale di domande di asilo presentate in Europa è stato di 185 mila. La Germania è il paese che ne ha di gran lunga ricevute di più (73 mila), seguita da Ungheria (una novità, con 32 mila domande), Italia e Francia (con 15 mila domande ciascuna). L’Italia è dunque al terzo posto per numero di domande ricevute, che sono però in netto calo rispetto all’ultimo trimestre del 2014, quando erano state più di 21 mila.

In questi casi inoltre il dato di maggior interesse non è tanto il numero assoluto delle domande, ma il rapporto tra domande di asilo e popolazione. In questa classifica l’Italia scende nel 2015 addirittura all’undicesimo posto, con 251 richiedenti asilo ogni milione di abitanti. Il dato è, per dire, di 3.322 richiedenti ogni milione di abitanti in Ungheria, 1.184 in Svezia, 1.141 in Austria.

La recente decisione della Germania di sospendere il trattato di Dublino per i migranti siriani concentrerà ulteriormente gli arrivi in quel paese. Non è escluso che appena la voce si spargerà (cioè molto velocemente) molti dei migranti siriani attualmente accampati in Turchia provino a partire per la Germania, rendendo ancora più trafficata la rotta che passa da Grecia, Macedonia, Serbia e Ungheria.

Quindi? Cosa ci dice tutta questa analisi?

Primo. Stanno arrivando tantissimi migranti dal Mediterraneo. Stanno arrivando soprattutto in Grecia, e stanno arrivando soprattutto dalla Siria. È la situazione della Siria che genera i flussi maggiori di persone.

Secondo. I migranti vogliono arrivare soprattutto nel nord Europa. Italia e, soprattutto, Grecia sono paesi di sbarco e di transito. Qui si gioca tutta la partita dell’accoglienza europea, del regolamento di Dublino, della distribuzione di quote di migranti, dell’apertura di canali umanitari, nel cui merito non entriamo.

Terzo. Che l’Italia sia un paese di sbarco e di transito lo si sa da un bel pezzo. Certo, ci sono molti migranti che rimangono poi anche a vivere nel nostro paese, ma quello che dobbiamo imparare a gestire bene è il transito. Su questo c’è una grossa confusione, che è soprattutto politica, ma si ripercuote a tutti i livelli. Non è possibile che il sistema si regga sul far finta di non vedere queste persone sperando che riescano a oltrepassare il confine e fare domanda di asilo di là. Come già detto, è una questione europea, ma intanto la nostra azione dovrebbe essere orientata a rendere sempre più efficiente il sistema di prima accoglienza, perché è questo che dovremo fare, ciclicamente anche su grandi numeri.

Quarto. Detto questo, la forza, il coraggio, la disperazione, la speranza e forse il destino di queste persone (e dell’umanità) sarà sempre tale da stravolgere qualsiasi regola si voglia imporre e qualsiasi analisi si tenti di fare.

E perché ci sono tutti questi movimenti nel 2015?

Ma quanti sono gli immigrati in Italia e in Europa?

E quanti sono invece i rifugiati?

Le parole delle migrazioni: cosa intendiamo con migranti, rifugiati, richiedenti asilo, immigrati, profughi?

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Sociologo, lavora come progettista e project manager per Sineglossa. Per Le Nius è responsabile editoriale, autore e formatore. Crede nell'amore e ha una vera passione per i treni. fabio@lenius.it
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