Quante persone migranti sono arrivate nel 2021?38 min read

26 Gennaio 2022 Dati migrazioni -

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Sociologo

Quante persone migranti sono arrivate nel 2021?38 min read

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Migranti 2021: i numeri in Italia al 31 maggio

arrivi italia maggio 2021

Nei primi cinque mesi del 2021 sono sbarcate in Italia 14.655 persone, un aumento del 181% rispetto allo stesso periodo del 2020, quando arrivarono circa 5.200 persone.

Negli ultimi tre anni, solo a luglio 2020 c’era stato un numero di arrivi maggiore di quello di maggio 2021. Il trend è quindi in netta crescita, anche se siamo ancora molto lontani dai numeri del triennio 2014-2017, quando arrivavano 15-20 mila persone al mese.

Tra i paesi di provenienza dei primi cinque mesi del 2021 spicca il Bangladesh (2.500 persone, il 17% degli arrivi) che dopo molti mesi supera la Tunisia, seguita da Costa d’Avorio, Eritrea, Guinea, Egitto, Sudan, Marocco, Mali, Algeria.

Quanto al genere e all’età delle persone sbarcate, il 68% delle persone arrivate sulle coste italiane nel 2021 è di sesso maschile, le donne sono il 10%, i minori il 22% – in buona parte minori non accompagnati. Nel 2021 sono in crescita gli arrivi di minori, diminuisce quindi la percentuale di uomini adulti che negli anni precedenti era sempre stata superiore al 75%

Migranti 2021: i numeri in Europa al 31 maggio

Se consideriamo gli arrivi in tutta l’area del Mediterraneo, nei primi cinque mesi del 2021 sono arrivati via Mediterraneo in Europa circa 29.800 migranti, nello stesso periodo del 2020 furono circa 24.400.

arrivi europa maggio 2021

In Spagna sono arrivate 10.857 persone nel 2021. Il trend è in aumento rispetto allo stesso periodo del 2020, quando arrivarono 7.500 persone. Gli arrivi nel paese hanno avuto un’escalation a partire da settembre 2020, con il picco di quasi 10 mila arrivi a novembre, ora in calo. Particolarmente sotto pressione le isole Canarie.

La Grecia registra 3.116 arrivi nel 2021, di cui 1.200 via mare e 1.900 via terra attraverso il delta del fiume Evros tra Turchia e Grecia. Rispetto ai primi cinque mesi del 2020, quando arrivarono diecimila persone, si registra un netto calo.

Vanno poi registrati anche 1.000 arrivi a Cipro e 150 a Malta.

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I migranti come merce di scambio

Tutti i paesi esposti agli arrivi di migranti, supportati dall’Unione Europea, adottano strategie simili: fermare le partenze, a ogni costo. Per questo sono decisivi i rapporti con la Turchia a est, la Libia e la Tunisia nel Mediterraneo centrale, il Marocco nel Mediterraneo occidentale.

Questa linea espone i paesi europei a continui ricatti sulla pelle dei migranti, condizionando anche scelte politiche alle volontà di questi paesi. Il caso esemplare lo abbiamo avuto a metà maggio con l’arrivo massiccio e improvviso di circa ottomila persone in 24 ore a Ceuta, enclave spagnola in territorio marocchino.

L’episodio si è verificato per deliberata scelta delle autorità marocchine, che hanno allentato i controlli alle frontiere come ritorsione per la decisione della Spagna di accogliere sul suo territorio Brahim Ghali, leader del Fronte Polisario (movimento indipendentista del Sahara occidentale) e nemico del regno marocchino, malato di Covid.

La Spagna ha immediatamente respinto quasi tutte le persone che avevano attraversato il confine, sollevando le critiche internazionali per condotta illegittima e respingimento indiscriminato, senza curarsi della presenza di minori e potenziali rifugiati.

La vicenda ha rimesso al centro dell’attenzione il potere ricattatorio che hanno questi paesi sui paesi europei, come era emerso anche a inizio 2020 quando la Turchia aveva allentano i controlli alle frontiere con la Grecia consentendo l’ingresso in Europa di migliaia di persone e ottenendo in cambio ulteriori finanziamenti.

Anche l’Italia è compromessa da tempo con la Libia con accordi che ignorano le sistematiche violazioni dei diritti umani che avvengono nel paese. Ora sta stringendo i legami con la Tunisia; a maggio la ministra Lamorgese si è recata a Tunisi con la commissaria europea Ylva Johansson per accelerare le procedure e gli accordi per fermare le partenze in cambio di investimenti europei nel paese.

I tentennamenti dell’Europa

A parte questa soluzione di esternalizzare i controlli delle frontiere a paesi terzi con tutti i rischi del caso, fatica a decollare invece la politica di gestione interna all’UE delle persone migranti presenti e in arrivo.

L’Italia è in pressing perché si definisca un meccanismo europeo di solidarietà entro l’estate, anche solo su base volontaria con i paesi che aderiscono. Il problema è che questa volta, a differenza di quanto successo in passato, la proposta incontra la contrarietà della Germania per motivi elettorali: a settembre si vota e si teme che l’adesione a questo schema di redistribuzione sia mal vista dall’elettorato tedesco.

La situazione è dunque in stallo, qualcosa potrebbe muoversi nelle prossime settimane solo se i numeri dovessero ulteriormente aumentare.

La drastica soluzione della Danimarca

Intanto c’è chi i migranti sul proprio territorio non li vuole proprio più vedere. La Danimarca ha infatti approvato una legge che dà il via alla possibilità di aprire centri per la gestione delle domande di asilo in paesi extraeuropei.

Domande di asilo che, però, dovrebbero essere avanzate al confine danese. In pratica una persona dovrebbe arrivare fino in Danimarca, fare domanda di asilo, e a quel punto sarebbe spedita come un pacco in uno dei centri fuori dall’Europa per attendere che la sua domanda sia gestita. Solo se la sua domanda avrà esito positivo potrà entrare in Danimarca. Una follia.

Per ora la legge rimane sulla carta fino a quando non saranno raggiunti accordi concreti con i paesi terzi che dovrebbero ospitare i centri per l’asilo danesi sul proprio territorio. Il governo danese starebbe trattando con una decina di paesi, quello con cui le trattative sarebbero in fase più avanzata è il Ruanda.

La Danimarca si era già contraddistinta per essere la prima nazione europea a revocare il permesso di residenza ad alcune centinaia di siriani sostenendo che alcune regioni della Siria possono essere considerate zona sicura.

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Sociologo, lavora come progettista e project manager per Sineglossa. Per Le Nius è responsabile editoriale, autore e formatore. Crede nell'amore e ha una vera passione per i treni. fabio@lenius.it
1 Commenti
  1. IB

    "in Spagna, l’approdo più frequentato." A quanto pare, no. Spagna: 39000. Italia 62.000"il 74% delle persone arrivate sulle coste italiane nel 2021 è di sesso maschile, le donne sono il 7%, i minori il 19%" Anche i minori hanno un sesso e tendenzialmente sono ragazzi maschi. Dovreste cambiare la frase in "il 74% delle persone arrivate sulle coste italiane nel 2021 sono maschi maggiorenni".

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