Quanti migranti sono arrivati nel 2019?68 min read

13 Gennaio 2020 Dati migrazioni -

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Sociologo

Quanti migranti sono arrivati nel 2019?68 min read

Reading Time: 50 minutes

Migranti 2019: i numeri in Italia al 31 agosto

Secondo i dati Unhcr, tra il 1 gennaio e il 31 agosto 2019 sono sbarcate in Italia 5.137 persone. Nei primi otto mesi del 2018 arrivarono circa 20 mila migranti, addirittura centomila nel 2017.

Ad agosto sono arrivate 1.270 persone, un dato in linea con i mesi estivi precedenti ma anche con il mese di agosto 2018, quando arrivarono 1.500 persone.

Se prendiamo gli ultimi 12 mesi – esercizio analiticamente più significativo che non paragonare gli anni solari – passiamo dai 40.295 arrivi tra il 1 settembre 2017 e il 31 agosto 2018 ai 10.221 arrivi del periodo 1 settembre 2018 – 31 agosto 2019, un calo del 75%.

migranti 2019 agosto

Tra i paesi di provenienza negli ultimi 12 mesi (il dato riguarda il periodo agosto 2018 – luglio 2019) sono arrivate soprattutto persone da Tunisia (2,8 mila persone, 25% del totale) seguite da Pakistan (1,2 mila persone, 12%), Iraq (11%), Algeria (8%) e Eritrea (5%).

Considerando il solo 2019 sono arrivate soprattutto persone provenienti da Tunisia (858 persone), Pakistan (620), Costa d’Avorio (421), Algeria (339) e Iraq (310).

Quanto al genere e all’età delle persone sbarcate, il 72% delle persone arrivate sulle coste italiane negli ultimi 12 mesi è di sesso maschile, le donne sono il 10%, i minori il 18% – in buona parte minori non accompagnati. Queste percentuali sono sostanzialmente invariate nel corso del tempo.

Migranti 2019: i numeri in Europa al 31 agosto

Se consideriamo gli arrivi su tutte le coste europee, tra il 1 gennaio e il 31 agosto 2019 sono arrivati via mare in Europa 61,5 mila migranti (nei primi otto mesi del 2018 furono circa 87 mila).

migranti in europa agosto

La Grecia torna ad essere l’approdo più significativo, con 34 mila arrivi nel 2019, di cui 26 mila via mare e 8 mila via terra attraverso il delta del fiume Evros tra Turchia e Grecia. Per la prima volta dall’inizio dell’anno il dato è superiore allo stesso periodo del 2018, quando arrivarono 30 mila persone.

Dall’accordo con la Turchia del 2016 l’afflusso in Grecia si era stabilizzato intorno ai due-tremila arrivi al mese, ma l’estate 2019 sta facendo segnare una netta ripresa dei flussi: a luglio 2019 erano arrivate cinquemila persone, ad agosto ottomila. Da verificare se si tratta di un’eccezione legata all’estate o di un flusso che inizia a riprendere in maniera significativa.

In Grecia arrivano soprattutto afghani (il 34% degli arrivi), siriani, iracheni e palestinesi che sfuggono alle maglie del controllo turco. Curioso l’arrivo di circa duemila persone dalla Repubblica Democratica del Congo, che si sono spostate dal cuore dell’Africa in Turchia per poi entrare in Grecia.

In Spagna sono arrivate 19,8 mila persone nei primi otto mesi del 2019, contro le 35 mila dello stesso periodo del 2018. Si tratta di persone che entrano in Spagna in gran parte via mare ma in parte anche via terra nelle enclave di Ceuta e Melilla confinanti con il Marocco. In Spagna arriva un’umanità varia di diverse nazionalità del Maghreb (Marocco, Algeria, Tunisia), dell’Africa subsahariana (Mali, Guinea, Costa d’Avorio, Senegal), del Medio Oriente (Siria, Palestina).

Vanno poi considerati anche gli 1,6 mila arrivi registrati a Malta e i circa 800 registrati a Cipro.

Migranti 2019: strategie politiche

La principale linea comune europea continua a essere quella di intensificare l’azione di controllo dei confini esterni, per lasciare fuori dall’Europa il maggior numero di migranti possibile.

Nel mese di luglio inoltre si è tornato a parlare con una certa concretezza di redistribuzione dei migranti tra i paesi europei.

Vanno letti in questa direzione gli accordi con la Turchia del 2016 e con la Libia del 2017, ulteriormente rafforzato nel 2018, e i nuovi accordi che diversi paesi europei stanno stringendo con paesi di transito o partenza, come il Niger, la Tunisia e il Marocco.

La situazione è in continua evoluzione, soprattutto in Italia dove dal nuovo governo Conte ci si aspetta un cambio di rotta sulle modalità di gestione dei flussi migratori e del sistema di accoglienza.

Vediamo le principali conseguenze di alcune delle scelte politiche adottate negli ultimi mesi e anni dall’Italia e dall’Unione Europea.

I morti in mare e in Libia

La principale conseguenza delle politiche europee ed italiane sulle migrazioni è che più persone muoiono tentando di attraversare il Mediterraneo oppure in Libia. Dal 2013 al 2019 sono 18.669 le persone morte nel Mediterraneo. Una vera e propria ecatombe, che pure considera solo le morti di cui siamo a conoscenza.

Le navi in mezzo al mare

Mentre gli sbarchi continuano, piccoli numeri, piccole navi, ma comunque continuano, di tanto in tanto il governo italiano, e in particolare il suo Ministro dell’Interno Matteo Salvini, solleva un polverone mediatico attorno ad alcuni casi specifici.

Il picco è stato raggiunto a giugno con il caso della Sea Watch, rimasta in mare 16 giorni prima che la capitana Carola Rackete decidesse di forzare il blocco e entrare al porto di Lampedusa per mettere in salvo le persone a bordo.

A luglio è stata la volta, ancora più paradossale, della nave Gregoretti della guardia costiera italiana, che ha potuto attraccare ad Augusta con i 135 migranti a bordo dopo una settimana, e della nave Alan Kurdi dell’Ong Sea Eye, rimasta in mare cinque giorni prima di attraccare a Malta in seguito al divieto di ingresso in acque italiane.

Ad agosto altre tre situazioni sono balzate agli onori delle cronache. Il 28 agosto la nave Mare Jonio dell’Ong Mediterranea Saving Humans ha salvato cento persone al largo della Libia ed è stata fatta attraccare a Lampedusa due giorni dopo facendo scendere in maniera rocambolesca prima i bambini poi tutti gli altri.

Dopo più di una settimana di navigazione, il 2 settembre la nave Eleonore dell’Ong Lifeline ha forzato il blocco imposto dal governo italiano dichiarando lo stato di emergenza e attraccando al porto di Pozzallo per far scendere le 104 persone a bordo.

Infine la nave Ocean Viking di Sos Mediterranée e Medici Senza Frontiere è rimasta a metà strada tra Lampedusa e Malta addirittura 14 giorni prima di poter attraccare a Malta lo scorso 23 agosto.

Ci si aspetta che il nuovo corso del governo Conte bis ponga fine a questo approccio nei confronti delle navi che soccorrono migranti.

Le ipotesi di redistribuzione dei migranti

Nel frattempo in Europa si è tornato a parlare seriamente di accordi per la redistribuzione dei migranti in arrivo sulle coste di Grecia, Spagna, Italia, Malta e Cipro. A luglio si è svolto un importante incontro a Parigi – a cui l’Italia ha scelto di non partecipare – in cui otto paesi (Francia, Germania, Portogallo, Irlanda, Lussemburgo, Finlandia, Lituania e Croazia) hanno firmato un accordo per la redistribuzione dei migranti.

Si tratta di un accordo ancora non vincolante, tuttavia questi paesi hanno iniziato a mostrarsi attivi accettando di accogliere quote di migranti sbarcati tra luglio e agosto. Se, come pare possibile, l’accordo dovesse essere ufficializzato in autunno si tratterebbe di un passo avanti notevole per l’Europa verso l’adozione di un sistema strutturale di condivisione delle responsabilità per la gestione dei flussi migratori in arrivo sulle coste mediterranee.

L’accordo prevede infatti che i migranti in arrivo sulle coste europee siano subito ricollocati in uno o più dei paesi firmatari, che si farà carico delle relative domande di protezione internazionale. I paesi di approdo – Grecia, Spagna, Italia, Malta, Cipro – si dovrebbero in cambio impegnare a offrire la possibilità di sbarco e la prima accoglienza ai migranti in arrivo e alle navi, anche umanitarie.

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Sociologo, lavora come progettista e project manager per Sineglossa. Per Le Nius è responsabile editoriale, autore e formatore. Crede nell'amore e ha una vera passione per i treni. fabio@lenius.it
20 Commenti
  1. daria papadia

    Be', certo. La soluzione adottata dallo scorso governo dei compagni per eliminare gli immigrati clandestini era geniale: chiamarli immigrati regolari. Il governo attuale, invece, stupidamente continua a chiamare i clandestini come "clandestini". La soluzione sarebbe, invece, chiamarli "migranti diversamente regolari". Basta copiare dal governo PD.

    • Fabio Colombo

      Ciao Daria, si tratta di scelte politiche di fronte a cui non ci sono verità assolute: né quella del governo "dei compagni" né la tua.

  2. daria papadia

    Egregio Sig. Colombo..io una verita' assoluta ce l'ho: da 1 anno, né io, né le mie vicine, possono piu' fare la spesa al vicino market Lidl a causa del gruppetto di africani all'ingresso. All'inizio chiedevano solo soldi, poi sono passati ad importunare tutte le donne sole, dove per "donne" intendo dalle bambine 12enni alle anziane. Non e' alta politica? Ma e' quello che interessa ai comunissimi elettori come me. che, sino a questa invasione di "naufraghi", della politica non interessava niente.

    • Fabio Colombo

      Ciao Daria, l'esperienza di ciascuno è certamente meritevole di ascolto e intervento, però esiste un mondo anche al di fuori di ciò che vedo/sento/tocco. La politica, di nuovo, è scelta: ci sono persone che vogliono andare al supermercato serenamente, chi vede nella presenza degli stranieri un pericolo e chi una crescita, persone che non vogliono morire in Libia, persone che vogliono muoversi per il mondo come facciamo noi, liberamente.

      • daria papadia

        "Muoversi liberamente" non significa entrare di prepotenza in casa altrui e pretendere pure di esserci mantenuti. Se le Sue idee sono dovute ad ideologie politiche di sinistra, Sig. Colombo, Le faccio presente che Karl Marx, il padre del comunismo, avversava l'immigrazione selvaggia perché danneggiava, e danneggia tuttora, i poveracci di casa nostra. Al contrario, Bakunin, il fondatore del movimento anarchico, desiderava l'immigrazione clandestina perché causa di disordini sociali, la famosa guerra tra poveri. Mi pare che i partiti di sinistra attuali si rifacciano piu' al secondo personaggio. Se invece, non si tratta di politica, ed Ella e' favorevole a fare entrare in Italia immigrati clandestini illegali perché "poveri", a parte il fatto che un africano con 4mila euro contanti per i trafficanti in tasca non e' povero neanche in Italia, forse sarebbe il caso di occuparsi prima dei 5milioni di italiani in miseria. In ogni caso, ognuno ha diritto alle sue proprie idee ed a preoccuparsi di tutto il terzo mondo se lo ritiene, a patto che lo faccia a sue spese e non pretenda lo sia della collettivita'. Grazie della Sua cortese attenzione. Firmato: una non-compagna e, pertanto, ignorante, fascista e trozkista controrivoluzionaria..

        • Fabio Colombo

          un paio di commenti e ti ritrovi bakuniano. nella battaglia delle etichette, poteva andarmi peggio.

      • IB

        Gentile Fabio Colombio, ho letto diverse volte questo suo commento e ogni volta l'ho trovato più irritante. Il lavoro del sociologo è CAPIRE la società e le persone che ci abitano. Tale comprensione dovrebbe avere lo scopo di AIUTARE le persone a capire come stanno realmente le cose proprio per EVITARE DI GENERALIZZARE. Invece la sua risposta a Daria sembra quella che di un padre che pretende di dare spiegazioni al figlioccio, ma è lui il primo a non comprendere la domanda. Quando si parla di immigrati, sarebbe il caso di fare delle distinzioni importanti proprio allo scopo di evitare di usare la stessa parola per definire persone completamente diverse.Innanzitutto, le statistiche dicono chiaramente che non basta scegliere di andare in Libia per essere un profugo. Anzi solo il 12% dei richiedenti lo sono ( https://bit.ly/3oH0Ot0 , dati del ministero dell'interno al 31/12/2020). Protezione sussidiaria e speciale richiederebbero molti altri commenti.Evidentemente un lavoratore stagionale in regola, un vero profugo, un immigrato regolare con lavoro sono tutte persone ben accette. Anche se non tutti sono "una crescita". Infatti, le ricordo che secondo ISPI, i profughi impiegano 15 anni a trovare lavoro. Quindi NON sono "una crescita" (economica), ma un costo ( https://bit.ly/2JZCXmp , pag 28 ) che mai ripagheranno.Il problema è che alla larga maggioranza viene rifiutato il visto e diventano irregolari. Così non possono che campare con ATTIVITÀ ILLEGALI (lavoro nero o criminalità) che NESSUNO considera "una crescita" o un arricchimento economico o sociale.Relativamente, al fatto che ci sono "persone che non vogliono morire in Libia". Le ricordo che OIM gestisce i rimpatri assistiti e ponti umanitari direttamente dalla Libia. Paese in cui tutti quelli che non sono profughi sono entrati VOLONTARIAMENTE, spesso pagando 5-10.000 dollari. Non proprio una cifra da poveraccio. https://bit.ly/31jgtqt https://bit.ly/39MxLyb http://bit.ly/2wBJI7n https://bit.ly/3dkPPAH Emigrare è un diritto. Immigrare No. Nemmeno un italiano potrebbe trasfersi a vivere in Australia o in Canada solo perché lo vuole. Quindi NON è vero che lo "facciamo noi". Nessuno stato al mondo, incluso il Vaticano, consente l'immigrazione incondizionata. Avete mai pensato di scrivere un articolo e spiegare perché? Lei per primo lo sa?Quindi, se fossi stato io a rispondere alla Sig.ra Daria, le avrei scritto che in questi tempi difficili, il primo passo è non generalizzare per non alimentare la xenofobia. Molti migranti sono solo persone come noi alla ricerca di una vita migliore. Purtroppo è anche vero che talvolta la convivenza non è facile perché il governo non fa abbastanza per rimpatriare le mele marce perché le norme attuali non lo consentono. Tutti i paesi del mondo hanno difficoltà su questo aspetto. Proprio per questo motivo è importante non lasciarsi sedurre dalle false promesse di persone come Salvini che infatti non ha fatto assolutamente niente a riguardo.

  3. fulvio

    cara Daria dovresti metterti a studiare un po. lo sai ad esempio che la Svizzera aveva introdotto, sino a non moltissimi anni fa, delle leggi razziali contro gli italiani che vi andavano a lavorare? che i nostri minatori in Belgio non potevano portare le famiglie? che la Germania, che abbiamo fatto grande nel dopoguerra, ci discriminava e in alcune zone lo fa tuttora? e quando ad inizio 900 siamo andati in America? Pensa li abbiamo introdotto la mafia! come vedi le migrazioni, per qualsiasi motivo avvengano; sono cicliche. Se continuiamo a ragionare come i nazisti, già le motivazioni sono le stesse solo che l'altra volta ci sono passati gli ebrei, non se ne esce più. Proprio noi italiani non possiamo appellarci neanche alla difesa della razza visto che siamo sempre stati terra di passaggio e di conquista. Affrontare una migrazione è principalmente un fatto di civiltà. Purtroppo ho scoperto in questo frangente che il mio popolo di civiltà ne ha ben poca. Vedo un moltiplicarsi di gruppuscoli di estrema destra che devono difendere cosa? Se siamo diventati i morti di fame d'europa prendiamocela con i nostri incapaci politici, PRESENTI PASSATI e purtroppo FUTURI, non con i migranti. Se blocchi il sistema di accoglienza e di integrazione purtroppo crei delle situazioni non gradevoli. A proposito lo sai che i migranti di pelle nera NON sono la maggioranza in Italia? Solo che gli altri passano inosservati...........

  4. fulvio

    E comunque , nonostante i proclami di Salvini, l'arrivo dei migranti non si è fermato minimamente. Il trucco è "se non fa notizia facciamo finta di niente" .................se non ne parli non esistono!

  5. fulvio

    Populismo brutta bestia. Ho visto pubblicare le foto del concerto dei PINK FLOID a Venezia spacciandole per "MIGRANTI PRONTI AD INVADERE L'ITALIA" , tranquilli cittadini diventare degni del più becero gerarca fascista, signore che esprimono idee che..........fortunatamente non sono un assistente sociale, stranieri ormai perfettamente integrati in italia con famiglia e lavoro aggrediti solo perché diversi, imbecillotti appena diciottenni che fanno i nazisti e tante altre amenità del genere. A nessuno è venuto in mente che la situazione attuale sia frutto di questo ormai evidente e rapido decadimento della società civile? FORSE LA NAFTALINA PER RIPORRE IL CERVELLO E' DI PESSIMA QUALITA'................CAMBIATELA!

  6. Caterina S

    Sono d'accordo, non possiamo assumere che capiamo perfettamente le ragioni per le cui queste persone hanno dovuto migrare. Infatti moltissimi avessero preferito non essere forzati a lasciare il paese e la famiglia grazie allo stato politico o di guerra nel proprio posto originale. Solo cercano una forma di preservare il loro diritto a una vita sicura, non continuamente minacciata ad ogni livello (non possono guadagnare dei soldi, non possono fornire risorse sufficienti per i figli, ed infatti la morte stessa potrebbe essere una constante possibilita'). Non possiamo giudicare neanche a tutto una etnicita', o neppure a tutti gli immigrati bassato solo sulle osservazioni di cinque o sei uomini in un solo market, in un solo quartiere. La maggioranza solo cercano i diritti umani basici e le opportunita' che sono state negate nel loro proprio paese.

  7. Caterina S

    Sono d'accordo che non possiamo giudicare a queste persone senza capire meglio quale sono le loro ragioni per aver migrato nel primo posto. La maggioranza solo cercano i diritti umani basici e le opportunita' che le sono state negate nei loro propri paesi, dato che molto spesso queste persone avessero preferito non essere forzati a lasciare il paese e la famiglia per ragioni politici o grazie allo stato di guerra. Molti immigrati semplicemente non avessero potuto rimanere nel paese senza morire di fame (usualmente non possono trovare nessuna forma di guadagnare soldi o trovare cibo), o forse senza essere uccisi dalla stessa polizia o forza militare. Bisogna uno sforzo maggiore per capire le storie specifiche di queste persone prima di giudicare e condannarli bassato solo sui numeri e statistiche che ci forniscono politici che gia sappiamo hanno delle motivazioni discutibili e che gia hanno anche una storia di bugie.

  8. fulvio

    Caterina hai perfettamente ragione. I nostri politici hanno una storia centenaria fatta di bugie Ormai vivono alla giornata Non si preoccupano degli italiani figurati degli stranieri. Ma se prima era evidente che le bugie politiche erano sottese dalla "ragion di stato" ora è solo campagna elettorale, becera e priva, nonostante i paroloni, di un qualsiasi disegno politico nazionale. La cosa veramente grave è che anche il popolo si è appiattito su questo modo di far politica..............che sia questa la politica del cambiamento?

  9. lydia nici

    tutto è giusto sono nata in Africa e ho seguito le loro leggi..è scoppiata una rivoluzione , i insegnavo ma aiutaco i poveri..non sono d'accorto al permesso di sbarco di assassini strupatori ecc, ma questo succede in tutto il mondo Nella mia grande ignoranza io colpelizzo coloro che sfruttano questa gente per arricchirsi...ho un vicino di casa somalo, conosco la somalia e lo aiuto così come aiuto gli eritrei ma denuncio chi ruba e fa del male...Siamo tutti migranti su questa terra ma manca l'AMORE:...e se ce ne fosse un po' saremmo felici di condividere il nostr pane..SONO POVERA MA LA MIA POVERTA' MI FA RICCA::..MARIANNA

  10. fulvio

    Nella mia regione stiamo cominciando a "toccare con mano" gli effetti dell'accoglienza e dell'integrazione. Alla manifestazione, tenutasi pochi giorni fa, "monumenti aperti" in cui i ragazzi delle scuole primarie e secondarie fanno da ciceroni ho incontrato ragazzi (secondo me ormai italiani) di chiare origini africane, asiatiche e medio orientali. PERFETTAMENTE INTEGRATI!!!!. Per tutto questo è bastato solo un pò di rispetto reciproco. Sarà perché noi sardi siamo un po strani (consideriamo straniero l'abitante del paese vicino ma percepiamo come persona in difficoltà il vero straniero) vuoi perché siamo stati sempre terra di conquista e sfruttamento e terra di migranti quindi ci immedesimiamo meglio, oppure semplicemente perché siamo sardi e il concetto di "identità nazionale" o se preferite di popolo lo abbiamo innato e nessuno è mai riuscito a togliercelo, per cui lo straniero in casa non ci fa paura anzi..............lo facciamo diventare sardo. LA COSA FUNZIONA e, se avessimo la possibilità di offrire lavoro e stipendi dignitosi sia ai sardi che agli stranieri, FUNZIONEREBBE ANCORA MEGLIO (ma non sono tutte rose e fiori purtroppo se Carlo V ci definiva todos cabajeros ora....todos morti di fame)

  11. Michelangelo

    Le statistiche qui pubblicate mi sembrano piuttosto avulse dalla realtà che ci mostrano tutti i media. Infatti quando si mostrano le percentuali dei paesi di provenienza si cita Tunisia, Pakistan, Iraq, Algeria ed Eritrea mentre non c'è nessun cenno alla Libia ed all'Africa Subsahariana. Come è possibile? Questo fa temere che anche le cifre dei morti in mare siano taroccate p. es. perché basate solo sulle dichiarazioni dei presunti superstiti la cui credibilità è piuttosto bassa per non dire nulla

    • Fabio Colombo

      Buongiorno Michelangelo, la Libia, insieme alla Tunisia, è il punto di partenza di molte delle imbarcazioni che tentano la traversata del Mediterraneo, ma i libici presenti su quelle imbarcazioni sono sempre stati pochissimi. Non credo che nessun altro media abbia mai parlato di persone della Libia, ma che partono dalla Libia, e sono soprattutto persone di Tunisia, Pakistan, Iraq, Algeria, Eritrea. Le persone dei paesi dell'Africa subsahariana erano molto numerose fino al 2016 e parte del 2017 (Nigeria su tutti, ma anche Guinea, Gambia, Costa d'Avorio, Senegal...), ora però sono pochissime, per la ragione che la rotta migratoria è stata chiusa dagli accordi che Italia ed Europa hanno siglato non solo con la Libia (paese di partenza delle navi) ma anche con i paesi di transito su tutti il Niger.

  12. Salvatore Guarracino

    ìÈ STATA AVVIATA L’UNICA COSA CHE DAVVERO FERMERÀ I BARCONI DALL’AFRICA.Due indizi:1) l’hanno fatta gli africani stessi 2) ha a che fare con la cosa che a volte noi italiani sembriamo odiare di più: il mercatoNon se n’è accorto quasi nessuno. Non ne ha parlato quasi nessuno. Hanno paura di accellerare gli eventi e perdere qualche milione di posti di lavoro!Ma 54 nazioni africane su 55 (tranne l’Eritrea), riunite in Niger, hanno iniziato la fase operativa di un accordo di libero scambio al loro interno, che progressivamente creerà un mercato unico (e libero da dazi, tariffe e barriere doganali) per tutti i paesi africani. Per il loro commercio interno.In altre parole, sta iniziando in Africa quel processo che - con l’avvio dell’Unione doganale alla fine degli Anni 50 - portò l’Europa su un sentiero di crescita e sviluppo. E, ancora una volta, non è un processo basato su statalismo, dirigismo, retorica delle chiacchiere e aiuti internazionali (che spesso finiscono solo nelle mani di classi dirigenti corrotte e alimentano corruzione e guerre). Ma sul mercato e il libero commercio.L’Africa negli ultimi 20 anni ha raddoppiato il proprio Pil. Ma, ovviamente, siamo ancora lontani da livelli di reddito e benessere che impediscano catastrofi umanitarie, guerre e grandi migrazioni.Ma se questo accordo di libero scambio andrà in porto (come finalmente pare) il continente africano si darà la più potente occasione di sviluppo che esista. E se la sarà data da solo, senza chiedere il permesso a nessuno.E solo così - certo con l’aiuto di una cooperazione internazionale “intelligente” - che in prospettiva si fermano le migrazioni e si fornisce a centinaia di milioni di persone la possibilità di una vita serena e tranquilla.

  13. Salvatore Guarracino

    Che il libero mercato sia la soluzione risolutiva dei mali causati dal colonialismo ho dei grossi dubbi. prova ne è il Sud America dove politiche liberiste e mercantilistiche hanno causato disastri sociali enormi in moltissimi paesi. Il potere economico che domina il commercio mondiale, difficilmente, toglierà le proprie mani dalle ricchezze dell' Africa. Comunque da qualcosa bisogna iniziare intanto occorre ridurre le guerre locali poi lo sviluppo arriva lasciando spazio alle iniziative locali anche a supporto dei grandi investimenti esteri.

  14. PASQUALE

    QUANTE BELLE PAROLE PER GLI EMIGRANTI. MA PER I POVERI EUROPEI, CHE FANNO LA FAME, CHE NON HANNO DOVE DORMIRE, CHE PER NUTRIRSI CERCANO NELLA SPAZZATURA, NESSUNA PAROLA. ALLORA DICO: OGNUNO SI DIFENDA COME PUO', NELLA PROPRIA TERRA NELLA PROPRIA NAZIONE, E CON I PROPRI MEZZI.AGGIUNGO, NON SONO RAZZISTA, SONO, UN POVERO ITALIANO CHE AMA IL SUO PAESE E LA SUA GENTE.SCUSATE.

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