Quanti migranti sono arrivati nel 2019?68 min read

13 Gennaio 2020 Dati migrazioni -

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Sociologo

Quanti migranti sono arrivati nel 2019?68 min read

Reading Time: 50 minutes

Migranti 2019: i numeri in Italia al 31 ottobre

Secondo i dati Unhcr, tra il 1 gennaio e il 31 ottobre 2019 sono sbarcate in Italia 9.652 persone. Nei primi nove mesi del 2018 arrivarono circa 22 mila migranti, addirittura 113 mila nel 2017.

A ottobre sono arrivate duemila persone, un dato in lieve decrescita rispetto a settembre, invertendo così una tendenza in crescita in atto da luglio.

Se prendiamo gli ultimi 12 mesi – esercizio analiticamente più significativo che non paragonare gli anni solari – passiamo dai 29.979 arrivi tra il 1 novembre 2017 e il 31 ottobre 2018 ai 12.782 arrivi del periodo 1 novembre 2018 – 31 ottobre 2019, un calo del 57%.

migranti 2019

Tra i paesi di provenienza negli ultimi 12 mesi (dati aggiornati al 30 settembre) sono arrivate soprattutto persone da Tunisia (2,9 mila persone, 25% del totale) seguite da Pakistan (1,1 mila persone, 10%), Algeria (9%), Iraq (8%) e Costa d’Avorio (7%). Esce completamente di scena l’Eritrea, paese di provenienza di molti richiedenti asilo negli ultimi anni.

Considerando il solo 2019 sono arrivate soprattutto persone provenienti da Tunisia (2,1 mila persone), Pakistan (922), Costa d’Avorio (864), Algeria (773) e Iraq (582).

Quanto al genere e all’età delle persone sbarcate, il 72% delle persone arrivate sulle coste italiane negli ultimi 12 mesi è di sesso maschile, le donne sono il 10%, i minori il 18% – in buona parte minori non accompagnati. Queste percentuali sono sostanzialmente invariate nel corso del tempo.

Migranti 2019: i numeri in Europa al 31 ottobre

Se consideriamo gli arrivi su tutte le coste europee, tra il 1 gennaio e il 30 ottobre 2019 sono arrivati via Mediterraneo in Europa circa 96 mila migranti(nei primi dieci mesi del 2018 furono circa 120 mila).

migranti in europa

La Grecia torna ad essere l’approdo più significativo, con 55 mila arrivi nel 2019, di cui 44 mila via mare e 11 mila via terra attraverso il delta del fiume Evros tra Turchia e Grecia. È un dato superiore allo stesso periodo del 2018, quando arrivarono 40 mila persone.

Dall’accordo con la Turchia del 2016 l’afflusso in Grecia si era stabilizzato intorno ai due-tremila arrivi al mese, ma l’estate 2019 sta facendo segnare una netta ripresa dei flussi: a luglio 2019 erano arrivate cinquemila persone, ad agosto ottomila, a settembre più di dodicimila, a ottobre di nuovo quasi diecimila.

In Grecia arrivano soprattutto afghani (il 38% degli arrivi) e siriani (25%). Curioso l’arrivo di circa 2,8 mila persone dalla Repubblica Democratica del Congo, che si sono spostate dal cuore dell’Africa in Turchia per poi entrare in Grecia.

In Spagna sono arrivate 27 mila persone nei primi dieci mesi del 2019, la metà rispetto alle 54 mila dello stesso periodo del 2018. Si tratta di persone che entrano in Spagna in gran parte via mare ma in parte anche via terra nelle enclave di Ceuta e Melilla confinanti con il Marocco. In Spagna arriva un’umanità varia di diverse nazionalità del Maghreb (Marocco, il 30% degli arrivi, Algeria, Tunisia), dell’Africa subsahariana (Guinea, Mali, Costa d’Avorio, Senegal), del Medio Oriente (Siria, Palestina).

Vanno poi considerati anche gli 2,7 mila arrivi registrati a Malta e i gli 1,2 mila registrati a Cipro.

Migranti 2019: strategie politiche ottobre

I morti in mare e in Libia

La principale conseguenza delle politiche europee ed italiane sulle migrazioni è che più persone muoiono tentando di attraversare il Mediterraneo oppure in Libia. Negli ultimi cinque anni, dal 2014 al 2019 sono 15 mila le persone morte nel Mediterraneo. 15 mila. Una vera e propria ecatombe, che pure considera solo le morti di cui siamo a conoscenza. Nel 2019 sono già oltre mille i morti in mare, di cui 343 sulla rotta del Mediterraneo centrale, quella verso l’Italia. E si muore anche sulle altre rotte, in mare e in terra.

migranti morti 2019
Screenshot dello schermo del mio smartphone, in un giorno qualsiasi di ottobre.

Un destino di morte, torture, violenze aspetta anche chi viene respinto e riportato in Libia, destino che riguarda quasi tremila persone nel 2019. La situazione in Libia è ulteriormente precipitata nel 2019 con la guerra civile avviata dal generale Haftar.

Il lato oscuro degli accordi con Libia e Turchia

A inizio ottobre 2019 un’inchiesta di Nello Scavo per Avvenire ufficializza ciò che in realtà sapevamo già, fornendo però prove schiaccianti e imbarazzanti: nel 2017 l’Italia ha trattato direttamente con i trafficanti di esseri umani per siglare l’accordo che avrebbe notevolmente ridotto le partenze di migranti dalla Libia.

Ora quegli accordi sono stati rinnovati, nonostante i numerosi rapporti di Nazioni Unite e Ong e le numerose inchieste giornalistiche abbiano dimostrato che i centri di detenzione libici finanziati dallo Stato italiano siano un luogo di morte, tortura, violenza, stupri. Per far digerire la pillola all’elettorato più attento su questi temi, il ministro degli esteri Di Maio ha annunciato modifiche all’accordo, modifiche tuttavia ritenute dai più solo cosmetiche.

Per altri motivi, è sotto attenzione anche l’accordo stretto dall’Unione Europea con la Turchia nel 2016. In quell’accordo la Turchia si impegnava a gestire il flusso di profughi in fuga da Siria, Aghanistan e Iraq evitando che entrassero in Europa, in cambio di un contributo di sei miliardi di euro.

A distanza di tre anni l’accordo traballa per la pressione interna che il governo turco si trova a gestire: la convivenza dei 3,7 milioni di profughi siriani con i turchi sta diventando nel lungo periodo complicata, con una fetta crescente di popolazione che esprime la propria insoddisfazione rispetto all’accordo con l’Europa o, almeno, così ha deciso che deve essere Erdogan, alla ricerca di riscatto elettorale dopo le batoste di Istanbul e Ankara.

Per questa ragione Erdogan sta cercando soluzioni diverse alla questione: da una parte spera di creare, a discapito dei curdi, una “zona cuscinetto” nel nord est della Siria dove parcheggiare i profughi, dall’altra sta aprendo il rubinetto in uscita – causando l’incremento delle persone che entrano in Grecia – per mettere a sua volta pressione all’Europa sperando di ottenere qualcosa d’altro in cambio.

Nuove vecchie rotte

Il deciso incremento di flussi registrato tra Turchia e Grecia ha riportato in auge una vecchia e gloriosa rotta migratoria mai davvero esaurita: la rotta balcanica. Sarà un caso ma da quando la Turchia ha riaperto, almeno parzialmente, i rubinetti, sono cresciute le segnalazioni di movimenti di migranti anche fra gli altri paesi di transito sulla rotta balcanica.

Gli effetti si fanno sentire anche alle frontiere italiane: sono circa cinquemila gli ingressi di persone che hanno attraversato il confine tra Slovenia e Italia nel 2019, dopo aver vissuto condizioni inumane in Bosnia e Croazia, la cui polizia non si fa scrupolo di picchiare i migranti che tentano di varcare i confini.

Con la quasi-chiusura della rotta Libia – Italia, nel 2019 il principale canale di arrivo via mare in Italia è diventata la rotta che dalla Turchia porta a diversi approdi in Puglia, Calabria e Sicilia. Sono viaggi affrontati soprattutto da migranti pakistani, afghani, bangladesi, curdi su barche piccole guidata da skipper dell’est Europa (!).

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Sociologo, lavora come progettista e project manager per Sineglossa. Per Le Nius è responsabile editoriale, autore e formatore. Crede nell'amore e ha una vera passione per i treni. fabio@lenius.it
20 Commenti
  1. daria papadia

    Be', certo. La soluzione adottata dallo scorso governo dei compagni per eliminare gli immigrati clandestini era geniale: chiamarli immigrati regolari. Il governo attuale, invece, stupidamente continua a chiamare i clandestini come "clandestini". La soluzione sarebbe, invece, chiamarli "migranti diversamente regolari". Basta copiare dal governo PD.

    • Fabio Colombo

      Ciao Daria, si tratta di scelte politiche di fronte a cui non ci sono verità assolute: né quella del governo "dei compagni" né la tua.

  2. daria papadia

    Egregio Sig. Colombo..io una verita' assoluta ce l'ho: da 1 anno, né io, né le mie vicine, possono piu' fare la spesa al vicino market Lidl a causa del gruppetto di africani all'ingresso. All'inizio chiedevano solo soldi, poi sono passati ad importunare tutte le donne sole, dove per "donne" intendo dalle bambine 12enni alle anziane. Non e' alta politica? Ma e' quello che interessa ai comunissimi elettori come me. che, sino a questa invasione di "naufraghi", della politica non interessava niente.

    • Fabio Colombo

      Ciao Daria, l'esperienza di ciascuno è certamente meritevole di ascolto e intervento, però esiste un mondo anche al di fuori di ciò che vedo/sento/tocco. La politica, di nuovo, è scelta: ci sono persone che vogliono andare al supermercato serenamente, chi vede nella presenza degli stranieri un pericolo e chi una crescita, persone che non vogliono morire in Libia, persone che vogliono muoversi per il mondo come facciamo noi, liberamente.

      • daria papadia

        "Muoversi liberamente" non significa entrare di prepotenza in casa altrui e pretendere pure di esserci mantenuti. Se le Sue idee sono dovute ad ideologie politiche di sinistra, Sig. Colombo, Le faccio presente che Karl Marx, il padre del comunismo, avversava l'immigrazione selvaggia perché danneggiava, e danneggia tuttora, i poveracci di casa nostra. Al contrario, Bakunin, il fondatore del movimento anarchico, desiderava l'immigrazione clandestina perché causa di disordini sociali, la famosa guerra tra poveri. Mi pare che i partiti di sinistra attuali si rifacciano piu' al secondo personaggio. Se invece, non si tratta di politica, ed Ella e' favorevole a fare entrare in Italia immigrati clandestini illegali perché "poveri", a parte il fatto che un africano con 4mila euro contanti per i trafficanti in tasca non e' povero neanche in Italia, forse sarebbe il caso di occuparsi prima dei 5milioni di italiani in miseria. In ogni caso, ognuno ha diritto alle sue proprie idee ed a preoccuparsi di tutto il terzo mondo se lo ritiene, a patto che lo faccia a sue spese e non pretenda lo sia della collettivita'. Grazie della Sua cortese attenzione. Firmato: una non-compagna e, pertanto, ignorante, fascista e trozkista controrivoluzionaria..

        • Fabio Colombo

          un paio di commenti e ti ritrovi bakuniano. nella battaglia delle etichette, poteva andarmi peggio.

      • IB

        Gentile Fabio Colombio, ho letto diverse volte questo suo commento e ogni volta l'ho trovato più irritante. Il lavoro del sociologo è CAPIRE la società e le persone che ci abitano. Tale comprensione dovrebbe avere lo scopo di AIUTARE le persone a capire come stanno realmente le cose proprio per EVITARE DI GENERALIZZARE. Invece la sua risposta a Daria sembra quella che di un padre che pretende di dare spiegazioni al figlioccio, ma è lui il primo a non comprendere la domanda. Quando si parla di immigrati, sarebbe il caso di fare delle distinzioni importanti proprio allo scopo di evitare di usare la stessa parola per definire persone completamente diverse.Innanzitutto, le statistiche dicono chiaramente che non basta scegliere di andare in Libia per essere un profugo. Anzi solo il 12% dei richiedenti lo sono ( https://bit.ly/3oH0Ot0 , dati del ministero dell'interno al 31/12/2020). Protezione sussidiaria e speciale richiederebbero molti altri commenti.Evidentemente un lavoratore stagionale in regola, un vero profugo, un immigrato regolare con lavoro sono tutte persone ben accette. Anche se non tutti sono "una crescita". Infatti, le ricordo che secondo ISPI, i profughi impiegano 15 anni a trovare lavoro. Quindi NON sono "una crescita" (economica), ma un costo ( https://bit.ly/2JZCXmp , pag 28 ) che mai ripagheranno.Il problema è che alla larga maggioranza viene rifiutato il visto e diventano irregolari. Così non possono che campare con ATTIVITÀ ILLEGALI (lavoro nero o criminalità) che NESSUNO considera "una crescita" o un arricchimento economico o sociale.Relativamente, al fatto che ci sono "persone che non vogliono morire in Libia". Le ricordo che OIM gestisce i rimpatri assistiti e ponti umanitari direttamente dalla Libia. Paese in cui tutti quelli che non sono profughi sono entrati VOLONTARIAMENTE, spesso pagando 5-10.000 dollari. Non proprio una cifra da poveraccio. https://bit.ly/31jgtqt https://bit.ly/39MxLyb http://bit.ly/2wBJI7n https://bit.ly/3dkPPAH Emigrare è un diritto. Immigrare No. Nemmeno un italiano potrebbe trasfersi a vivere in Australia o in Canada solo perché lo vuole. Quindi NON è vero che lo "facciamo noi". Nessuno stato al mondo, incluso il Vaticano, consente l'immigrazione incondizionata. Avete mai pensato di scrivere un articolo e spiegare perché? Lei per primo lo sa?Quindi, se fossi stato io a rispondere alla Sig.ra Daria, le avrei scritto che in questi tempi difficili, il primo passo è non generalizzare per non alimentare la xenofobia. Molti migranti sono solo persone come noi alla ricerca di una vita migliore. Purtroppo è anche vero che talvolta la convivenza non è facile perché il governo non fa abbastanza per rimpatriare le mele marce perché le norme attuali non lo consentono. Tutti i paesi del mondo hanno difficoltà su questo aspetto. Proprio per questo motivo è importante non lasciarsi sedurre dalle false promesse di persone come Salvini che infatti non ha fatto assolutamente niente a riguardo.

  3. fulvio

    cara Daria dovresti metterti a studiare un po. lo sai ad esempio che la Svizzera aveva introdotto, sino a non moltissimi anni fa, delle leggi razziali contro gli italiani che vi andavano a lavorare? che i nostri minatori in Belgio non potevano portare le famiglie? che la Germania, che abbiamo fatto grande nel dopoguerra, ci discriminava e in alcune zone lo fa tuttora? e quando ad inizio 900 siamo andati in America? Pensa li abbiamo introdotto la mafia! come vedi le migrazioni, per qualsiasi motivo avvengano; sono cicliche. Se continuiamo a ragionare come i nazisti, già le motivazioni sono le stesse solo che l'altra volta ci sono passati gli ebrei, non se ne esce più. Proprio noi italiani non possiamo appellarci neanche alla difesa della razza visto che siamo sempre stati terra di passaggio e di conquista. Affrontare una migrazione è principalmente un fatto di civiltà. Purtroppo ho scoperto in questo frangente che il mio popolo di civiltà ne ha ben poca. Vedo un moltiplicarsi di gruppuscoli di estrema destra che devono difendere cosa? Se siamo diventati i morti di fame d'europa prendiamocela con i nostri incapaci politici, PRESENTI PASSATI e purtroppo FUTURI, non con i migranti. Se blocchi il sistema di accoglienza e di integrazione purtroppo crei delle situazioni non gradevoli. A proposito lo sai che i migranti di pelle nera NON sono la maggioranza in Italia? Solo che gli altri passano inosservati...........

  4. fulvio

    E comunque , nonostante i proclami di Salvini, l'arrivo dei migranti non si è fermato minimamente. Il trucco è "se non fa notizia facciamo finta di niente" .................se non ne parli non esistono!

  5. fulvio

    Populismo brutta bestia. Ho visto pubblicare le foto del concerto dei PINK FLOID a Venezia spacciandole per "MIGRANTI PRONTI AD INVADERE L'ITALIA" , tranquilli cittadini diventare degni del più becero gerarca fascista, signore che esprimono idee che..........fortunatamente non sono un assistente sociale, stranieri ormai perfettamente integrati in italia con famiglia e lavoro aggrediti solo perché diversi, imbecillotti appena diciottenni che fanno i nazisti e tante altre amenità del genere. A nessuno è venuto in mente che la situazione attuale sia frutto di questo ormai evidente e rapido decadimento della società civile? FORSE LA NAFTALINA PER RIPORRE IL CERVELLO E' DI PESSIMA QUALITA'................CAMBIATELA!

  6. Caterina S

    Sono d'accordo, non possiamo assumere che capiamo perfettamente le ragioni per le cui queste persone hanno dovuto migrare. Infatti moltissimi avessero preferito non essere forzati a lasciare il paese e la famiglia grazie allo stato politico o di guerra nel proprio posto originale. Solo cercano una forma di preservare il loro diritto a una vita sicura, non continuamente minacciata ad ogni livello (non possono guadagnare dei soldi, non possono fornire risorse sufficienti per i figli, ed infatti la morte stessa potrebbe essere una constante possibilita'). Non possiamo giudicare neanche a tutto una etnicita', o neppure a tutti gli immigrati bassato solo sulle osservazioni di cinque o sei uomini in un solo market, in un solo quartiere. La maggioranza solo cercano i diritti umani basici e le opportunita' che sono state negate nel loro proprio paese.

  7. Caterina S

    Sono d'accordo che non possiamo giudicare a queste persone senza capire meglio quale sono le loro ragioni per aver migrato nel primo posto. La maggioranza solo cercano i diritti umani basici e le opportunita' che le sono state negate nei loro propri paesi, dato che molto spesso queste persone avessero preferito non essere forzati a lasciare il paese e la famiglia per ragioni politici o grazie allo stato di guerra. Molti immigrati semplicemente non avessero potuto rimanere nel paese senza morire di fame (usualmente non possono trovare nessuna forma di guadagnare soldi o trovare cibo), o forse senza essere uccisi dalla stessa polizia o forza militare. Bisogna uno sforzo maggiore per capire le storie specifiche di queste persone prima di giudicare e condannarli bassato solo sui numeri e statistiche che ci forniscono politici che gia sappiamo hanno delle motivazioni discutibili e che gia hanno anche una storia di bugie.

  8. fulvio

    Caterina hai perfettamente ragione. I nostri politici hanno una storia centenaria fatta di bugie Ormai vivono alla giornata Non si preoccupano degli italiani figurati degli stranieri. Ma se prima era evidente che le bugie politiche erano sottese dalla "ragion di stato" ora è solo campagna elettorale, becera e priva, nonostante i paroloni, di un qualsiasi disegno politico nazionale. La cosa veramente grave è che anche il popolo si è appiattito su questo modo di far politica..............che sia questa la politica del cambiamento?

  9. lydia nici

    tutto è giusto sono nata in Africa e ho seguito le loro leggi..è scoppiata una rivoluzione , i insegnavo ma aiutaco i poveri..non sono d'accorto al permesso di sbarco di assassini strupatori ecc, ma questo succede in tutto il mondo Nella mia grande ignoranza io colpelizzo coloro che sfruttano questa gente per arricchirsi...ho un vicino di casa somalo, conosco la somalia e lo aiuto così come aiuto gli eritrei ma denuncio chi ruba e fa del male...Siamo tutti migranti su questa terra ma manca l'AMORE:...e se ce ne fosse un po' saremmo felici di condividere il nostr pane..SONO POVERA MA LA MIA POVERTA' MI FA RICCA::..MARIANNA

  10. fulvio

    Nella mia regione stiamo cominciando a "toccare con mano" gli effetti dell'accoglienza e dell'integrazione. Alla manifestazione, tenutasi pochi giorni fa, "monumenti aperti" in cui i ragazzi delle scuole primarie e secondarie fanno da ciceroni ho incontrato ragazzi (secondo me ormai italiani) di chiare origini africane, asiatiche e medio orientali. PERFETTAMENTE INTEGRATI!!!!. Per tutto questo è bastato solo un pò di rispetto reciproco. Sarà perché noi sardi siamo un po strani (consideriamo straniero l'abitante del paese vicino ma percepiamo come persona in difficoltà il vero straniero) vuoi perché siamo stati sempre terra di conquista e sfruttamento e terra di migranti quindi ci immedesimiamo meglio, oppure semplicemente perché siamo sardi e il concetto di "identità nazionale" o se preferite di popolo lo abbiamo innato e nessuno è mai riuscito a togliercelo, per cui lo straniero in casa non ci fa paura anzi..............lo facciamo diventare sardo. LA COSA FUNZIONA e, se avessimo la possibilità di offrire lavoro e stipendi dignitosi sia ai sardi che agli stranieri, FUNZIONEREBBE ANCORA MEGLIO (ma non sono tutte rose e fiori purtroppo se Carlo V ci definiva todos cabajeros ora....todos morti di fame)

  11. Michelangelo

    Le statistiche qui pubblicate mi sembrano piuttosto avulse dalla realtà che ci mostrano tutti i media. Infatti quando si mostrano le percentuali dei paesi di provenienza si cita Tunisia, Pakistan, Iraq, Algeria ed Eritrea mentre non c'è nessun cenno alla Libia ed all'Africa Subsahariana. Come è possibile? Questo fa temere che anche le cifre dei morti in mare siano taroccate p. es. perché basate solo sulle dichiarazioni dei presunti superstiti la cui credibilità è piuttosto bassa per non dire nulla

    • Fabio Colombo

      Buongiorno Michelangelo, la Libia, insieme alla Tunisia, è il punto di partenza di molte delle imbarcazioni che tentano la traversata del Mediterraneo, ma i libici presenti su quelle imbarcazioni sono sempre stati pochissimi. Non credo che nessun altro media abbia mai parlato di persone della Libia, ma che partono dalla Libia, e sono soprattutto persone di Tunisia, Pakistan, Iraq, Algeria, Eritrea. Le persone dei paesi dell'Africa subsahariana erano molto numerose fino al 2016 e parte del 2017 (Nigeria su tutti, ma anche Guinea, Gambia, Costa d'Avorio, Senegal...), ora però sono pochissime, per la ragione che la rotta migratoria è stata chiusa dagli accordi che Italia ed Europa hanno siglato non solo con la Libia (paese di partenza delle navi) ma anche con i paesi di transito su tutti il Niger.

  12. Salvatore Guarracino

    ìÈ STATA AVVIATA L’UNICA COSA CHE DAVVERO FERMERÀ I BARCONI DALL’AFRICA.Due indizi:1) l’hanno fatta gli africani stessi 2) ha a che fare con la cosa che a volte noi italiani sembriamo odiare di più: il mercatoNon se n’è accorto quasi nessuno. Non ne ha parlato quasi nessuno. Hanno paura di accellerare gli eventi e perdere qualche milione di posti di lavoro!Ma 54 nazioni africane su 55 (tranne l’Eritrea), riunite in Niger, hanno iniziato la fase operativa di un accordo di libero scambio al loro interno, che progressivamente creerà un mercato unico (e libero da dazi, tariffe e barriere doganali) per tutti i paesi africani. Per il loro commercio interno.In altre parole, sta iniziando in Africa quel processo che - con l’avvio dell’Unione doganale alla fine degli Anni 50 - portò l’Europa su un sentiero di crescita e sviluppo. E, ancora una volta, non è un processo basato su statalismo, dirigismo, retorica delle chiacchiere e aiuti internazionali (che spesso finiscono solo nelle mani di classi dirigenti corrotte e alimentano corruzione e guerre). Ma sul mercato e il libero commercio.L’Africa negli ultimi 20 anni ha raddoppiato il proprio Pil. Ma, ovviamente, siamo ancora lontani da livelli di reddito e benessere che impediscano catastrofi umanitarie, guerre e grandi migrazioni.Ma se questo accordo di libero scambio andrà in porto (come finalmente pare) il continente africano si darà la più potente occasione di sviluppo che esista. E se la sarà data da solo, senza chiedere il permesso a nessuno.E solo così - certo con l’aiuto di una cooperazione internazionale “intelligente” - che in prospettiva si fermano le migrazioni e si fornisce a centinaia di milioni di persone la possibilità di una vita serena e tranquilla.

  13. Salvatore Guarracino

    Che il libero mercato sia la soluzione risolutiva dei mali causati dal colonialismo ho dei grossi dubbi. prova ne è il Sud America dove politiche liberiste e mercantilistiche hanno causato disastri sociali enormi in moltissimi paesi. Il potere economico che domina il commercio mondiale, difficilmente, toglierà le proprie mani dalle ricchezze dell' Africa. Comunque da qualcosa bisogna iniziare intanto occorre ridurre le guerre locali poi lo sviluppo arriva lasciando spazio alle iniziative locali anche a supporto dei grandi investimenti esteri.

  14. PASQUALE

    QUANTE BELLE PAROLE PER GLI EMIGRANTI. MA PER I POVERI EUROPEI, CHE FANNO LA FAME, CHE NON HANNO DOVE DORMIRE, CHE PER NUTRIRSI CERCANO NELLA SPAZZATURA, NESSUNA PAROLA. ALLORA DICO: OGNUNO SI DIFENDA COME PUO', NELLA PROPRIA TERRA NELLA PROPRIA NAZIONE, E CON I PROPRI MEZZI.AGGIUNGO, NON SONO RAZZISTA, SONO, UN POVERO ITALIANO CHE AMA IL SUO PAESE E LA SUA GENTE.SCUSATE.

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