Quanti migranti sono arrivati nel 2019?68 min read

13 Gennaio 2020 Dati migrazioni -

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Sociologo

Quanti migranti sono arrivati nel 2019?68 min read

Reading Time: 50 minutes

Migranti 2019: i numeri in Italia al 31 marzo

Secondo i dati Unhcr, tra il 1 gennaio e il 31 marzo 2019 sono sbarcate in Italia 524 persone. Nei primi tre mesi del 2018 arrivarono seimila migranti, addirittura 24 mila nel 2017.

migranti 2019 marzo

Se prendiamo gli ultimi 12 mesi – esercizio analiticamente più significativo che non paragonare gli anni solari – passiamo dai 101.373 arrivi tra il 1 aprile 2017 e il 31 marzo 2018 ai 18.664 arrivi del periodo 1 aprile 2018 – 31 marzo 2019, un calo dell’82%.

Tra i paesi di provenienza negli ultimi 12 mesi sono arrivate soprattutto persone da Tunisia e Algeria (4,2 mila persone, 22% del totale) seguite da Eritrea (duemila persone, 10%), Iraq (9%), Sudan (8%). Seguono Pakistan, Guinea e Senegal.

Nel 2019 (i dati sono disponibili fino a febbraio) sono arrivate soprattutto persone provenienti da Bangladesh (parliamo comunque di 57 persone sulle 262 di gennaio-febbraio), Tunisia (52), Algeria (39) e Iraq (38).

Quanto al genere e all’età delle persone sbarcate, il 72% delle persone arrivate sulle coste italiane negli ultimi 12 mesi è di sesso maschile, le donne sono il 10%, i minori il 18% – in buona parte minori non accompagnati. Queste percentuali sono sostanzialmente invariate nel corso del tempo.

Migranti 2019: i numeri in Europa

Se consideriamo gli arrivi su tutte le coste europee, tra il 1 gennaio e il 31 marzo 2019 sono arrivati via mare in Europa 15,5 mila migranti (nei primi tre mesi del 2018 furono 19 mila).

La Grecia torna ad essere l’approdo più significativo, con ottomila arrivi nel 2019, di cui cinquemila via mare e quasi tremila via terra attraverso il delta del fiume Evros tra Turchia e Grecia. Il dato è di poco superiore rispetto allo stesso periodo del 2018, quando arrivarono settemila persone.

L’accordo con la Turchia del 2016 ha fermato l’esodo di massa di profughi siriani, iracheni e afghani verso l’Europa che aveva portato al milione di arrivi in Grecia tra marzo 2015 e marzo 2016. Da allora in Grecia l’afflusso si è stabilizzato intorno ai due-tremila arrivi al mese; arrivano soprattutto afghani, siriani e iracheni che sfuggono alle maglie del controllo turco.

In Spagna sono arrivate settemila persone nei primi tre mesi del 2019, contro le cinquemila di inizio 2018. Si tratta di persone che entrano in gran parte via mare ma in parte anche via terra nelle enclave di Ceuta e Melilla confinanti con il Marocco. In Spagna arriva un’umanità varia di diverse nazionalità dell’Africa subsahariana (Guinea, Mali, Costa d’Avorio, Senegal), del Maghreb (Marocco, Algeria), del Medio Oriente (Siria).

Migranti 2019: strategie politiche

A livello europeo non ci sono grandi novità in questo inizio 2019: l’unica linea comune continua a essere quella di intensificare l’azione di controllo dei confini esterni, per lasciare fuori dall’Europa il maggior numero di migranti possibile.

Vanno letti in questa direzione gli accordi con la Turchia del 2016 e con la Libia del 2017, ulteriormente rafforzato nel 2018, e i nuovi accordi che diversi paesi europei stanno stringendo con paesi di transito o partenza, come il Niger, la Tunisia e il Marocco.

In Italia invece l’attenzione è concentrata sulla riforma del sistema di accoglienza introdotta dal ministro Salvini oltre che, di tanto in tanto, sui polveroni mediatici che accompagnano il salvataggio di migranti in mare da parte di navi umanitarie, militari o commerciali.

Vediamo le principali conseguenze di alcune delle scelte politiche adottate negli ultimi mesi e anni dall’Italia e dall’Unione Europea.

I margini dell’Europa

Mentre l’attenzione italiana si concentra sulla Libia, le politiche dispiegano i loro effetti nefasti sulla vita delle persone anche in altri angoli dimenticati d’Europa, dove le persone sono letteralmente imprigionate da accordi e tornaconti elettorali.

In Grecia migliaia di persone sono di fatto detenute in campi profughi bloccate dalla chiusura della rotta balcanica e dall’accordo con la Turchia del 2016. Le condizioni in questi campi profughi sono state definite “inumane e degradanti” da un rapporto del Consiglio d’Europa, soprattutto per i minori, alcuni dei quali tentano di togliersi la vita per sfuggire ad una vita di violenze, abusi, traumi fisici e mentali.

Le persone che riescono comunque a incamminarsi sulla rotta balcanica sfuggendo ai controlli di frontiera si ritrovano poi in un altro collo di bottiglia da incubo: quello di Bihac e altre località della Bosnia al confine con la Croazia (Unione Europea). Qui migliaia di profughi sono accampati in soluzioni di fortuna in attesa di riuscire a varcare il confine, senza alcun sostegno pubblico.

Nel Mediterraneo si muore di più

Rispetto agli anni precedenti vengono salvati molti meno migranti, vengono respinti molti più migranti e soprattutto, in percentuale, muoiono molti più migranti. Questo è l’effetto della delega delle azioni di “salvataggio” alla guardia costiera libica, molto meno attrezzata di quella italiana.

È anche l’effetto della quasi totale assenza di navi umanitarie nel Mediterraneo. La firma dell’accordo tra Italia e Libia promosso dall’ex ministro Minniti aveva già segnato l’avvio dello scientifico smantellamento del sistema di soccorso civile in mare portato poi a compimento dal successore Salvini.

Allo stato attuale restano operative, ma a fasi alterne perché sono costantemente sottoposto a fermi e controlli, le navi delle Ong Sea Watch e Sea Eye e la nave di Mediterranea Saving Humans.

Le ultime vicende hanno riguardato proprio quest’ultima che dopo aver soccorso 49 migranti al largo della Libia ha avuto l’autorizzazione ad attraccare a Lampedusa dopo tre giorni, e la nave Alan Kurdi di Sea Eye che, dopo aver soccorso 64 migranti, è in attesa di indicazioni rispetto al porto di attracco.

In Italia si taglia sull’accoglienza

Il 2018 è stato anche l’anno di importanti riforme interne promosse dal governo con il Decreto sicurezza e immigrazione – detto anche Decreto Salvini – approvato a dicembre dal Parlamento.

Il decreto ha modificato radicalmente l’impostazione del sistema di accoglienza dei migranti in Italia, come abbiamo spiegato ampiamente qui.

Tra le modifiche, anche un drastico abbassamento della quota giornaliera riconosciuta agli enti gestori dei progetti di accoglienza, scesa da 35 a 21 euro circa, retta con cui non è più possibile garantire servizi fondamentali per la promozione dell’integrazione, come la copertura del costo dei trasporti, dei corsi di lingua italiana, dei corsi di formazione al lavoro, dei servizi speciali per persone vulnerabili (minori, vittime di tratta, persone con disagio psichico).

In conseguenza di questo smantellamento del sistema, molti enti del terzo settore stanno rinunciando a partecipare ai nuovi bandi per la gestione di progetti di accoglienza in uscita nel 2019.

È accaduto ad esempio a Milano, dove una rete di cooperative denuncia l’impossibilità di fornire servizi adeguati, non solo a beneficio dei migranti accolti ma anche di tutta la comunità territoriale. Inoltre, il sistema predilige i grandi centri rispetto all’accoglienza diffusa e comporta anche la necessità di notevoli tagli sul personale impiegato. Iniziative simili avverranno in tutta Italia via via che usciranno i bandi.

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Sociologo, lavora come progettista e project manager per Sineglossa. Per Le Nius è responsabile editoriale, autore e formatore. Crede nell'amore e ha una vera passione per i treni. fabio@lenius.it
20 Commenti
  1. daria papadia

    Be', certo. La soluzione adottata dallo scorso governo dei compagni per eliminare gli immigrati clandestini era geniale: chiamarli immigrati regolari. Il governo attuale, invece, stupidamente continua a chiamare i clandestini come "clandestini". La soluzione sarebbe, invece, chiamarli "migranti diversamente regolari". Basta copiare dal governo PD.

    • Fabio Colombo

      Ciao Daria, si tratta di scelte politiche di fronte a cui non ci sono verità assolute: né quella del governo "dei compagni" né la tua.

  2. daria papadia

    Egregio Sig. Colombo..io una verita' assoluta ce l'ho: da 1 anno, né io, né le mie vicine, possono piu' fare la spesa al vicino market Lidl a causa del gruppetto di africani all'ingresso. All'inizio chiedevano solo soldi, poi sono passati ad importunare tutte le donne sole, dove per "donne" intendo dalle bambine 12enni alle anziane. Non e' alta politica? Ma e' quello che interessa ai comunissimi elettori come me. che, sino a questa invasione di "naufraghi", della politica non interessava niente.

    • Fabio Colombo

      Ciao Daria, l'esperienza di ciascuno è certamente meritevole di ascolto e intervento, però esiste un mondo anche al di fuori di ciò che vedo/sento/tocco. La politica, di nuovo, è scelta: ci sono persone che vogliono andare al supermercato serenamente, chi vede nella presenza degli stranieri un pericolo e chi una crescita, persone che non vogliono morire in Libia, persone che vogliono muoversi per il mondo come facciamo noi, liberamente.

      • daria papadia

        "Muoversi liberamente" non significa entrare di prepotenza in casa altrui e pretendere pure di esserci mantenuti. Se le Sue idee sono dovute ad ideologie politiche di sinistra, Sig. Colombo, Le faccio presente che Karl Marx, il padre del comunismo, avversava l'immigrazione selvaggia perché danneggiava, e danneggia tuttora, i poveracci di casa nostra. Al contrario, Bakunin, il fondatore del movimento anarchico, desiderava l'immigrazione clandestina perché causa di disordini sociali, la famosa guerra tra poveri. Mi pare che i partiti di sinistra attuali si rifacciano piu' al secondo personaggio. Se invece, non si tratta di politica, ed Ella e' favorevole a fare entrare in Italia immigrati clandestini illegali perché "poveri", a parte il fatto che un africano con 4mila euro contanti per i trafficanti in tasca non e' povero neanche in Italia, forse sarebbe il caso di occuparsi prima dei 5milioni di italiani in miseria. In ogni caso, ognuno ha diritto alle sue proprie idee ed a preoccuparsi di tutto il terzo mondo se lo ritiene, a patto che lo faccia a sue spese e non pretenda lo sia della collettivita'. Grazie della Sua cortese attenzione. Firmato: una non-compagna e, pertanto, ignorante, fascista e trozkista controrivoluzionaria..

        • Fabio Colombo

          un paio di commenti e ti ritrovi bakuniano. nella battaglia delle etichette, poteva andarmi peggio.

      • IB

        Gentile Fabio Colombio, ho letto diverse volte questo suo commento e ogni volta l'ho trovato più irritante. Il lavoro del sociologo è CAPIRE la società e le persone che ci abitano. Tale comprensione dovrebbe avere lo scopo di AIUTARE le persone a capire come stanno realmente le cose proprio per EVITARE DI GENERALIZZARE. Invece la sua risposta a Daria sembra quella che di un padre che pretende di dare spiegazioni al figlioccio, ma è lui il primo a non comprendere la domanda. Quando si parla di immigrati, sarebbe il caso di fare delle distinzioni importanti proprio allo scopo di evitare di usare la stessa parola per definire persone completamente diverse.Innanzitutto, le statistiche dicono chiaramente che non basta scegliere di andare in Libia per essere un profugo. Anzi solo il 12% dei richiedenti lo sono ( https://bit.ly/3oH0Ot0 , dati del ministero dell'interno al 31/12/2020). Protezione sussidiaria e speciale richiederebbero molti altri commenti.Evidentemente un lavoratore stagionale in regola, un vero profugo, un immigrato regolare con lavoro sono tutte persone ben accette. Anche se non tutti sono "una crescita". Infatti, le ricordo che secondo ISPI, i profughi impiegano 15 anni a trovare lavoro. Quindi NON sono "una crescita" (economica), ma un costo ( https://bit.ly/2JZCXmp , pag 28 ) che mai ripagheranno.Il problema è che alla larga maggioranza viene rifiutato il visto e diventano irregolari. Così non possono che campare con ATTIVITÀ ILLEGALI (lavoro nero o criminalità) che NESSUNO considera "una crescita" o un arricchimento economico o sociale.Relativamente, al fatto che ci sono "persone che non vogliono morire in Libia". Le ricordo che OIM gestisce i rimpatri assistiti e ponti umanitari direttamente dalla Libia. Paese in cui tutti quelli che non sono profughi sono entrati VOLONTARIAMENTE, spesso pagando 5-10.000 dollari. Non proprio una cifra da poveraccio. https://bit.ly/31jgtqt https://bit.ly/39MxLyb http://bit.ly/2wBJI7n https://bit.ly/3dkPPAH Emigrare è un diritto. Immigrare No. Nemmeno un italiano potrebbe trasfersi a vivere in Australia o in Canada solo perché lo vuole. Quindi NON è vero che lo "facciamo noi". Nessuno stato al mondo, incluso il Vaticano, consente l'immigrazione incondizionata. Avete mai pensato di scrivere un articolo e spiegare perché? Lei per primo lo sa?Quindi, se fossi stato io a rispondere alla Sig.ra Daria, le avrei scritto che in questi tempi difficili, il primo passo è non generalizzare per non alimentare la xenofobia. Molti migranti sono solo persone come noi alla ricerca di una vita migliore. Purtroppo è anche vero che talvolta la convivenza non è facile perché il governo non fa abbastanza per rimpatriare le mele marce perché le norme attuali non lo consentono. Tutti i paesi del mondo hanno difficoltà su questo aspetto. Proprio per questo motivo è importante non lasciarsi sedurre dalle false promesse di persone come Salvini che infatti non ha fatto assolutamente niente a riguardo.

  3. fulvio

    cara Daria dovresti metterti a studiare un po. lo sai ad esempio che la Svizzera aveva introdotto, sino a non moltissimi anni fa, delle leggi razziali contro gli italiani che vi andavano a lavorare? che i nostri minatori in Belgio non potevano portare le famiglie? che la Germania, che abbiamo fatto grande nel dopoguerra, ci discriminava e in alcune zone lo fa tuttora? e quando ad inizio 900 siamo andati in America? Pensa li abbiamo introdotto la mafia! come vedi le migrazioni, per qualsiasi motivo avvengano; sono cicliche. Se continuiamo a ragionare come i nazisti, già le motivazioni sono le stesse solo che l'altra volta ci sono passati gli ebrei, non se ne esce più. Proprio noi italiani non possiamo appellarci neanche alla difesa della razza visto che siamo sempre stati terra di passaggio e di conquista. Affrontare una migrazione è principalmente un fatto di civiltà. Purtroppo ho scoperto in questo frangente che il mio popolo di civiltà ne ha ben poca. Vedo un moltiplicarsi di gruppuscoli di estrema destra che devono difendere cosa? Se siamo diventati i morti di fame d'europa prendiamocela con i nostri incapaci politici, PRESENTI PASSATI e purtroppo FUTURI, non con i migranti. Se blocchi il sistema di accoglienza e di integrazione purtroppo crei delle situazioni non gradevoli. A proposito lo sai che i migranti di pelle nera NON sono la maggioranza in Italia? Solo che gli altri passano inosservati...........

  4. fulvio

    E comunque , nonostante i proclami di Salvini, l'arrivo dei migranti non si è fermato minimamente. Il trucco è "se non fa notizia facciamo finta di niente" .................se non ne parli non esistono!

  5. fulvio

    Populismo brutta bestia. Ho visto pubblicare le foto del concerto dei PINK FLOID a Venezia spacciandole per "MIGRANTI PRONTI AD INVADERE L'ITALIA" , tranquilli cittadini diventare degni del più becero gerarca fascista, signore che esprimono idee che..........fortunatamente non sono un assistente sociale, stranieri ormai perfettamente integrati in italia con famiglia e lavoro aggrediti solo perché diversi, imbecillotti appena diciottenni che fanno i nazisti e tante altre amenità del genere. A nessuno è venuto in mente che la situazione attuale sia frutto di questo ormai evidente e rapido decadimento della società civile? FORSE LA NAFTALINA PER RIPORRE IL CERVELLO E' DI PESSIMA QUALITA'................CAMBIATELA!

  6. Caterina S

    Sono d'accordo, non possiamo assumere che capiamo perfettamente le ragioni per le cui queste persone hanno dovuto migrare. Infatti moltissimi avessero preferito non essere forzati a lasciare il paese e la famiglia grazie allo stato politico o di guerra nel proprio posto originale. Solo cercano una forma di preservare il loro diritto a una vita sicura, non continuamente minacciata ad ogni livello (non possono guadagnare dei soldi, non possono fornire risorse sufficienti per i figli, ed infatti la morte stessa potrebbe essere una constante possibilita'). Non possiamo giudicare neanche a tutto una etnicita', o neppure a tutti gli immigrati bassato solo sulle osservazioni di cinque o sei uomini in un solo market, in un solo quartiere. La maggioranza solo cercano i diritti umani basici e le opportunita' che sono state negate nel loro proprio paese.

  7. Caterina S

    Sono d'accordo che non possiamo giudicare a queste persone senza capire meglio quale sono le loro ragioni per aver migrato nel primo posto. La maggioranza solo cercano i diritti umani basici e le opportunita' che le sono state negate nei loro propri paesi, dato che molto spesso queste persone avessero preferito non essere forzati a lasciare il paese e la famiglia per ragioni politici o grazie allo stato di guerra. Molti immigrati semplicemente non avessero potuto rimanere nel paese senza morire di fame (usualmente non possono trovare nessuna forma di guadagnare soldi o trovare cibo), o forse senza essere uccisi dalla stessa polizia o forza militare. Bisogna uno sforzo maggiore per capire le storie specifiche di queste persone prima di giudicare e condannarli bassato solo sui numeri e statistiche che ci forniscono politici che gia sappiamo hanno delle motivazioni discutibili e che gia hanno anche una storia di bugie.

  8. fulvio

    Caterina hai perfettamente ragione. I nostri politici hanno una storia centenaria fatta di bugie Ormai vivono alla giornata Non si preoccupano degli italiani figurati degli stranieri. Ma se prima era evidente che le bugie politiche erano sottese dalla "ragion di stato" ora è solo campagna elettorale, becera e priva, nonostante i paroloni, di un qualsiasi disegno politico nazionale. La cosa veramente grave è che anche il popolo si è appiattito su questo modo di far politica..............che sia questa la politica del cambiamento?

  9. lydia nici

    tutto è giusto sono nata in Africa e ho seguito le loro leggi..è scoppiata una rivoluzione , i insegnavo ma aiutaco i poveri..non sono d'accorto al permesso di sbarco di assassini strupatori ecc, ma questo succede in tutto il mondo Nella mia grande ignoranza io colpelizzo coloro che sfruttano questa gente per arricchirsi...ho un vicino di casa somalo, conosco la somalia e lo aiuto così come aiuto gli eritrei ma denuncio chi ruba e fa del male...Siamo tutti migranti su questa terra ma manca l'AMORE:...e se ce ne fosse un po' saremmo felici di condividere il nostr pane..SONO POVERA MA LA MIA POVERTA' MI FA RICCA::..MARIANNA

  10. fulvio

    Nella mia regione stiamo cominciando a "toccare con mano" gli effetti dell'accoglienza e dell'integrazione. Alla manifestazione, tenutasi pochi giorni fa, "monumenti aperti" in cui i ragazzi delle scuole primarie e secondarie fanno da ciceroni ho incontrato ragazzi (secondo me ormai italiani) di chiare origini africane, asiatiche e medio orientali. PERFETTAMENTE INTEGRATI!!!!. Per tutto questo è bastato solo un pò di rispetto reciproco. Sarà perché noi sardi siamo un po strani (consideriamo straniero l'abitante del paese vicino ma percepiamo come persona in difficoltà il vero straniero) vuoi perché siamo stati sempre terra di conquista e sfruttamento e terra di migranti quindi ci immedesimiamo meglio, oppure semplicemente perché siamo sardi e il concetto di "identità nazionale" o se preferite di popolo lo abbiamo innato e nessuno è mai riuscito a togliercelo, per cui lo straniero in casa non ci fa paura anzi..............lo facciamo diventare sardo. LA COSA FUNZIONA e, se avessimo la possibilità di offrire lavoro e stipendi dignitosi sia ai sardi che agli stranieri, FUNZIONEREBBE ANCORA MEGLIO (ma non sono tutte rose e fiori purtroppo se Carlo V ci definiva todos cabajeros ora....todos morti di fame)

  11. Michelangelo

    Le statistiche qui pubblicate mi sembrano piuttosto avulse dalla realtà che ci mostrano tutti i media. Infatti quando si mostrano le percentuali dei paesi di provenienza si cita Tunisia, Pakistan, Iraq, Algeria ed Eritrea mentre non c'è nessun cenno alla Libia ed all'Africa Subsahariana. Come è possibile? Questo fa temere che anche le cifre dei morti in mare siano taroccate p. es. perché basate solo sulle dichiarazioni dei presunti superstiti la cui credibilità è piuttosto bassa per non dire nulla

    • Fabio Colombo

      Buongiorno Michelangelo, la Libia, insieme alla Tunisia, è il punto di partenza di molte delle imbarcazioni che tentano la traversata del Mediterraneo, ma i libici presenti su quelle imbarcazioni sono sempre stati pochissimi. Non credo che nessun altro media abbia mai parlato di persone della Libia, ma che partono dalla Libia, e sono soprattutto persone di Tunisia, Pakistan, Iraq, Algeria, Eritrea. Le persone dei paesi dell'Africa subsahariana erano molto numerose fino al 2016 e parte del 2017 (Nigeria su tutti, ma anche Guinea, Gambia, Costa d'Avorio, Senegal...), ora però sono pochissime, per la ragione che la rotta migratoria è stata chiusa dagli accordi che Italia ed Europa hanno siglato non solo con la Libia (paese di partenza delle navi) ma anche con i paesi di transito su tutti il Niger.

  12. Salvatore Guarracino

    ìÈ STATA AVVIATA L’UNICA COSA CHE DAVVERO FERMERÀ I BARCONI DALL’AFRICA.Due indizi:1) l’hanno fatta gli africani stessi 2) ha a che fare con la cosa che a volte noi italiani sembriamo odiare di più: il mercatoNon se n’è accorto quasi nessuno. Non ne ha parlato quasi nessuno. Hanno paura di accellerare gli eventi e perdere qualche milione di posti di lavoro!Ma 54 nazioni africane su 55 (tranne l’Eritrea), riunite in Niger, hanno iniziato la fase operativa di un accordo di libero scambio al loro interno, che progressivamente creerà un mercato unico (e libero da dazi, tariffe e barriere doganali) per tutti i paesi africani. Per il loro commercio interno.In altre parole, sta iniziando in Africa quel processo che - con l’avvio dell’Unione doganale alla fine degli Anni 50 - portò l’Europa su un sentiero di crescita e sviluppo. E, ancora una volta, non è un processo basato su statalismo, dirigismo, retorica delle chiacchiere e aiuti internazionali (che spesso finiscono solo nelle mani di classi dirigenti corrotte e alimentano corruzione e guerre). Ma sul mercato e il libero commercio.L’Africa negli ultimi 20 anni ha raddoppiato il proprio Pil. Ma, ovviamente, siamo ancora lontani da livelli di reddito e benessere che impediscano catastrofi umanitarie, guerre e grandi migrazioni.Ma se questo accordo di libero scambio andrà in porto (come finalmente pare) il continente africano si darà la più potente occasione di sviluppo che esista. E se la sarà data da solo, senza chiedere il permesso a nessuno.E solo così - certo con l’aiuto di una cooperazione internazionale “intelligente” - che in prospettiva si fermano le migrazioni e si fornisce a centinaia di milioni di persone la possibilità di una vita serena e tranquilla.

  13. Salvatore Guarracino

    Che il libero mercato sia la soluzione risolutiva dei mali causati dal colonialismo ho dei grossi dubbi. prova ne è il Sud America dove politiche liberiste e mercantilistiche hanno causato disastri sociali enormi in moltissimi paesi. Il potere economico che domina il commercio mondiale, difficilmente, toglierà le proprie mani dalle ricchezze dell' Africa. Comunque da qualcosa bisogna iniziare intanto occorre ridurre le guerre locali poi lo sviluppo arriva lasciando spazio alle iniziative locali anche a supporto dei grandi investimenti esteri.

  14. PASQUALE

    QUANTE BELLE PAROLE PER GLI EMIGRANTI. MA PER I POVERI EUROPEI, CHE FANNO LA FAME, CHE NON HANNO DOVE DORMIRE, CHE PER NUTRIRSI CERCANO NELLA SPAZZATURA, NESSUNA PAROLA. ALLORA DICO: OGNUNO SI DIFENDA COME PUO', NELLA PROPRIA TERRA NELLA PROPRIA NAZIONE, E CON I PROPRI MEZZI.AGGIUNGO, NON SONO RAZZISTA, SONO, UN POVERO ITALIANO CHE AMA IL SUO PAESE E LA SUA GENTE.SCUSATE.

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