Quanti migranti sono arrivati nel 2017?50 min read

13 Gennaio 2018 Dati migrazioni -

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Sociologo

Quanti migranti sono arrivati nel 2017?50 min read

Reading Time: 36 minutes

Ecco i numeri delle persone arrivate via mare in Italia e in Europa fino al 30 giugno 2017 e le principali questioni politiche aperte in Italia e in Europa, che tratteremo nella seconda parte.

Migranti 2017: i numeri in Italia al 30 giugno

Secondo i dati Unhcr, tra il 1 gennaio e il 30 giugno 2017 sono sbarcate in Italia 83.731 persone. Un dato superiore a quello dello stesso periodo del 2016, quando arrivarono 70.229 persone (+18%). A giugno 2017 sono arrivati via mare in Italia 23 mila migranti, mille in più dello scorso anno.

I paesi di provenienza più rappresentati nel 2017 (dati aggiornati al 31 maggio) sono: Nigeria (15% degli arrivi, circa novemila persone) Bangladesh (12%, settemila persone), Guinea (10%, seimila persone) e Costa d’Avorio (9,5%, 3.700 persone). Seguono Gambia, Senegal e Marocco.

Rispetto al 2016 si registrano pochi eritrei (circa duemila finora da inizio anno), aumentano gli ivoriani, e appaiono nazionalità meno presenti nei mesi scorsi, come Marocco e soprattutto Bangladesh.

Ad arrivare in Italia (dati al 31 maggio 2017) sono soprattutto uomini (il 75%), con una considerevole fetta di minori non accompagnati (il 15% degli arrivi).

Gli sbarchi sono sempre più distribuiti nei porti del sud Italia, come conseguenza del fatto che in molti casi i migranti arrivano sulle navi della guardia costiera o delle Ong impegnate nelle operazioni di salvataggio, e vengono quindi smistati nei diversi porti. Il 60% avviene in Sicilia (fino a pochi mesi fa questa percentuale era del 90%), il 25% in Calabria, seguite da Campania, Puglia e Sardegna (circa il 5% ciascuna).

Migranti 2017: i numeri in Europa al 30 giugno

Se consideriamo gli sbarchi su tutte le coste europee, tra il 1 gennaio e il 30 giugno 2017 sono arrivati via mare in Europa 97 mila migranti. Continuano ad avvenire alcuni sbarchi in Grecia, a ritmi infinitamente più bassi di quelli pre accordo con la Turchia, e si riaffaccia timidamente la Spagna come terra di sbarco.

Nei primi sei mesi del 2017 sono arrivati in Grecia 9 mila migranti, al ritmo di 1.500 al mese. Quattromila migranti sono poi sbarcati in Spagna dall’inizio dell’anno. Un ritmo abbastanza costante dall’inizio dell’anno, di circa 500-1000 arrivi al mese, che non può essere considerato un segnale significativo di ripresa di questa rotta.

Migranti 2017: cosa fa l’Europa

Oltre all’accordo con la Turchia, la principale strategia comune è la cosiddetta relocation, cioè il ricollocamento dei profughi in modo che siano distribuiti più equamente tra gli stati dell’Unione Europea.

L’accordo, stipulato a settembre 2015, prevedeva inizialmente il ricollocamento di 160 mila persone da Grecia e Italia ad altri paesi europei entro settembre 2017. Il processo è stato fin dall’inizio irto di ostacoli, tanto che la Commissione Europea ha dovuto ridurre il target a 98 mila persone. Vediamo a che punto siamo.

migranti 2017

Già, in 19 mesi (i dati sono aggiornati a maggio 2017) sono state rilocate solo ventimila persone: un misero 20%.

Il vero obiettivo del 2017 per l’Europa, così come da dichiarazioni di inizio anno, era la chiusura della rotta Libia-Italia, sul modello di quanto fatto con la rotta balcanica nel 2016.

L’accordo si sta rivelando del tutto inadeguato a raggiungere l’obiettivo di diminuire le partenze: la Libia non ha un governo ma tre, e il governo con cui si è siglato l’accordo non è in grado di farlo rispettare se non in minima parte. C’è poi un enorme problema umanitario, visto che la violazione dei diritti umani fondamentali verso i migranti in Libia è all’ordine del giorno, con abusi, torture e stupri riportati da anni dai migranti che transitano per il paese dove ora l’Europa vuole trattenerli a tutti i costi.

A questo aggiungiamo la realizzazione dei primi respingimenti in mare: la guardia costiera libica ha infatti iniziato a intercettare e riportare indietro imbarcazioni di migranti, con azioni che alcune Ong denunciano come illegali.

Respingimenti che riguardano comunque numeri molto limitati e non rappresentano una soluzione credibile rispetto al flusso presente e futuro. Per questo l’Europa sembra orientata a cercare una soluzione intanto temporanea, su richiesta pressante dell’Italia: se non possiamo fermare il flusso, almeno distribuiamolo.

L’Italia chiede ad alcuni partner europei, Francia e Spagna su tutti, di aprire i propri porti alle navi delle Ong in modo da sgravare il carico sui porti italiani. Per ora si registra un accordo di massima, di cui seguiremo gli effetti concreti nei prossimi mesi.

Migranti 2017: cosa fa l’Italia

Sul fronte interno, abbiamo già detto dell’impegno del governo italiano finalizzato alla distribuzione dell’accoglienza dei migranti su più stati europei. Contestualmente, si lavora all’implementazione del decreto Minniti-Orlando approvato ad aprile, che introduce importanti novità per la gestione del fenomeno migratorio in Italia.

Si implementano i primi CPR (Centri di Permanenza e Rimpatrio) su base regionale, che gradualmente sostituiranno i CIE (Centri di Identificazione ed Espulsione) per la gestione di quei migranti per cui viene avviata la procedura di rimpatrio, con l’obiettivo di renderla più efficiente.

Viene poi applicata la riforma del diritto di asilo, con l’eliminazione del grado di appello per i richiedenti asilo a cui la Commissione Asilo nega lo status di rifugiato o altre forme di protezione umanitaria, i cui effetti sull’efficienza del sistema e, soprattutto, sui diritti dei richiedenti asilo potremo verificare sul medio-lungo periodo.

Accanto a queste misure per la gestione dei migranti sul suolo nazionale, il Ministro dell’Interno Minniti sta lavorando alla stipula di accordi bilaterali con i paesi di origine dei migranti (ad esempio Sudan, Niger e Nigeria), con l’obiettivo, anche qui, di rendere più efficiente la macchina dei rimpatri. Questi accordi sono però molto complicati da stringere, e trapelano poche informazioni sul loro reale stato di avanzamento.

Siamo insomma in una fase molto confusa. Il massiccio flusso di migranti in arrivo dalla Libia è in continua crescita e non dà segni di poter diminuire. Il sistema di accoglienza regge, ma non è chiaro fino a che punto potrà essere ampliato.

La via d’uscita politica pare quella di amplificare la retorica dell’abbandono dell’Europa con la conseguente necessità di un maggiore impegno di altri paesi. Ci si dimentica, però, che questi altri paesi già ospitano un numero di rifugiati e richiedenti asilo che, nella maggior parte dei casi, è superiore all’Italia e che l’Europa già finanzia, in buona parte, il sistema di accoglienza italiano.

È indubbio che occorre un progetto comune a livello europeo che tenga conto delle esigenze di tutti i paesi, è altrettanto indubbio che le vere politiche che possono dare risposte concrete e durature al fenomeno migratorio sono quelle che portano pace e stabilità nei contesti di partenza e di transito dei migranti.

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Sociologo, lavora come progettista e project manager per Sineglossa. Per Le Nius è responsabile editoriale, autore e formatore. Crede nell'amore e ha una vera passione per i treni. fabio@lenius.it
12 Commenti
  1. quiriconi pier luigi

    Siamo al 50% della disoccupazione giovanile,10 milioni di persone sull'orlo della povertà, i ns giovani sono costretti, ripeto costretti, ad andare all'estero per avere un lavoro dignitoso, oltre a problemi di sicurezza ed instabilità sociale, e nonostante tutto questo continuiamo ad accogliere in maniera indiscriminata migranti promettendogli cose che non verranno mai realizzate. L' Europa, nonostante tutte le belle parole, se ne strafrega dei ns. problemi e soprattutto quello dei migranti. Secondo me siamo diventati il ricettacolo dell'Europa. Ma, sempre secondo me il problema non è il governo, e quindi le forze politiche che lo sostengono, che accetta questo stato di cose e questo andazzo, ma è chi gli dà il voto e quindi gli permette di continuare su questa strada.

    • anto

      Per carità tutto vero. Gli stati membri non contribuiscono e noi siamo in una lenta ripresa. Ma queste persone che si affidano ai trafficanti secondo lei lo fanno per divertimento? E' chiaro che sono più disperate di noi, se non per la guerra per le persecuzioni ecc. altrimenti non emigrerebbero correndo 1000 rischi. D'altronde al contrario di noi che emigriamo in altri paesi (legalmente), loro non possono farlo legalmente, non hanno questo vantaggio. Pensiamo per un attimo se anche noi fossimo nella stessa situazione. Non proveremo forse a emigrare illegalmente affidandoci alla criminalità? Io credo proprio di sì. Si è messa da parte la questione umanitaria, etica che invece è importante. Gran parte delle colpe è degli stati membri certo, ma voltando le spalle a questo problema noi non siamo migliori. E' una situazione difficile, ma chiudere gli occhi e fare finta di niente è comparabile a vedere persone che vanno nei campi di concentramento e non protestare perchè tanto la cosa non ci tocca. Le prossime generazioni son sicuro che ci additeranno e ci chiederanno come mai abbiamo permesso tutto questo, perchè una volta finita l'emergenza verranno fuori tutti gli orrori che questa gente ha subito dai trafficanti e nei lager in cui li detengono, e le lamentele della maggiorparte degli Italiani al confronto saranno quisquilie.

  2. Maurizio

    Ottimo e documentato articolo. Grazie

  3. Giulio

    Vanno considerate le ragioni dei paesi che accolgono, soprattutto l'Italia, che ha subito e sta subendo un fortissimo impatto sociale (aumento di criminalità e degrado) ed economico (tasse aumentate per il mantenimento degli immigrati, spesso nemmeno profughi) e il deprezzamento degli immobili nelle zone a maggior presenza di stranieri. Si sa che se continuassero gli sbarchi, quasi unicamente l'Italia dovrebbe farsene ancora carico e ormai non ce la fa più. Non sopportavo più che il mio Paese venisse violato ogni giorno dall'arrivo di stranieri extraeuropei, distanti per mentalità, cultura e religione (le conseguenze negative di questo fenomeno le apprendiamo quotidianamente) e sono andato a vivere all'estero

    • Fabio Colombo

      Buongiorno Giulio, non risultano aumenti di criminalità né aumenti di tasse collegati all'arrivo di persone migranti. Sono anche curioso di sapere dove sei andato a vivere, in un posto dove non esistono "stranieri extraeuropei"?

      • ulisse

        Buonasera, non risultano a lei aumenti di criminalità o di tasse. Nel Def: «Il deciso incremento dei flussi e delle presenze a fine 2016 si riflette nei dati oggi disponibili, che aggiornano al rialzo le stime presentate nel Documento Programmatico di Bilancio», spiega il documento di Economia e finanza approvato lo scorso aprile dal governo. Il ministero dell'Economia piega che «In base ai dati attuali, le operazioni di soccorso, assistenza sanitaria, alloggio e istruzione per i minori non accompagnati sono, al netto dei contributi dell'Ue, pari a 3,6 miliardi (0,22 per cento del PIL) nel 2016 e previste pari a 4,2 miliardi (0,25 per cento del PIL) nel 2017, in uno scenario stazionario». Il Def aggiunge inoltre che: «Se l'afflusso di persone dovesse continuare a crescere la spesa potrebbe salire nel 2017 fino a 4,6 miliardi (0,27 per cento del Pil)». Ci sono quindi in ballo spese extra per 400 milioni di euro. Quanti ne dovrebbe portare la stretta sulle accise prevista dalla manovra che sta per essere approvata dal governo. E in ogni caso, la spesa per migranti potrebbe superare per 1,2 miliardi il valore complessivo della manovra stessa, cioè quei 3,4 miliardi chiesti dall'Europa. E' già stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la previsione dell’innalzamento delle aliquote IVA come clausola di salvaguardia; 25% l'aliquota ordinaria nel 2018 e 25,9% per l’anno successivo. Le ricordo che quanto speso è denaro pubblico.

        • Fabio Colombo

          Ma sì Ulisse, certo che è denaro pubblico, tutto è denaro pubblico per tutte le voci di spesa dello Stato, non è che ci sono tasse messe apposta per gestire i fenomeni migratori ci sono tutta una serie di spese per coprire le quali si pagano le tasse. Lei non vuole che i soldi pubblici siano usati per accogliere persone straniere, io potrei non volere che siano usati per acquistare armi, o per i vitalizi dei parlamentari, qualcuno non vuole che siano usati per la sanità pubblica perché la vorrebbe privata, sono scelte politiche, adesso fate un accanimento patologico su una spesa che rappresenta lo 0, qualcosa della spesa pubblica italiana.

          • Ulisse

            La nostra conversazione sta assumendo risvolti “singolari”; lei afferma che è gennaio, io replico che è settembre e lei, nell’intento di sostenere le sue ragioni e smentirmi, risponde che sono le 15:30. Lei articola preposizioni che considera corrette: “Ogni tanto ci tocca vedere quelle orribili immagini costruite per i social con sopra scritte che descrivono azioni inenarrabili compiute da immigrati, oppure leggere notizie che vedono gli immigrati protagonisti di qualsiasi nefandezza, cose tipo: “immigrato massacra di botte”, “immigrato sfonda la porta e la violenta”, “immigrato aggredisce autista dell’autobus”… Ebbene, sono tutte bufale”. Ne desumo che i numerosi fatti di cronaca, confermati dalle statistiche sui procedimenti penali, in cui sono, troppo spesso, protagonisti gli stranieri (tra cui non mancano i richiedenti asilo) sembra non leggerli. Sia ben chiaro, ci sono anche troppi lazzaroni e delinquenti italiani da generazioni ma mentre io lo evidenzio, sottolineando che non c’è quindi bisogno di importarne altri, lei sostiene che gli stranieri sono tutti bravi e onesti. Invece di mantenere fermamente le distanze, nei confronti di chi commette atrocità e delinque ed evidenziare che non solo questi ci sono e sono, in proporzione al numero dei relativi cittadini residenti, anche maggiori degli italiani, e ciò accade anche perché non ci sono filtri all’ingresso che non separano chi ha da chi non ha precedenti penali, ma comunque generalizzare è sbagliato, chi afferma il contrario dice bufale. Invece di sostenere che per dimostrare il buon proposito di integrazione le comunità straniere dovrebbero dimostrarsi virtuose, denunciando l’illegalità al loro interno per dimostrare la loro di onestà, usa la tecnica del ricondurre, in modo larvato, chi fa notare questo stato di cose inaccettabili ad un povero demente razzista. Quando qualcuno afferma “li manteniamo noi con le nostre tasse”, lei, mescolando pere con banane, risponde: ”ormai numerosi gli studi che hanno dimostrato che l’immigrazione genera più ricchezza di quanto ne “tolga”. Se in risposta a ”non risultano aumenti di criminalità né aumenti di tasse collegati all’arrivo di persone migranti” e io le faccio notare che sono stati spesi oltre 10 miliardi in 3 anni, al netto dei contributi EU, per gestire i flussi migratori, ed è denaro raccolto con le imposte, lei fa notare che non sono tasse di scopo, dimenticando che sono comunque risorse importanti di una nazione in affanno che sarebbero utili altrove (2,5 sono i miliardi stanziati per ricerca universitaria del Paese nel triennio 2016-2018), che sono poca cosa (adesso un accanimento patologico per uno 0 virgola del PIL) e che comunque se non sono d’accordo, lei non lo è per gli sprechi di denaro per i vitalizi dei parlamentari o per la difesa. Buona giornata.

  4. Ricky

    Chissà se approverai il mio commento. Ovvio che tu lavori nel "sociale" se dicessi cose scomode addio lavoro, ne prendono un altro :)Omicidi nel Paese (tasso per 100.000 abitanti)Nigeria: 10.3 Guinea: 9 Bangladesh 2.8: Costa d'avorio 12.4 Italia 0.8Bella gente che importiamo!

    • Fabio Colombo

      Buongiorno Ricky, fatico a comprendere l'ironia del tuo commento, so solo che i dati da te riportati, posto che siano corretti, non hanno nessun senso messi così, senza una minima analisi del contesto. Anche il tasso di omicidi in Italia era a livelli molto più alti se andiamo indietro nel tempo, il dato nudo e crudo senza commento non significa nulla.

  5. Giorgio

    Sapreste dare quali sono i dati di chi arriva in Italia non dal mare? Grazie

    • Fabio Colombo

      Ciao Giorgio, in questo articolo trovi i dati sugli ingressi annuali su suolo italiano di persone straniere: https://www.lenius.it/politiche-migratorie-in-italia/

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