Quanti migranti sono arrivati nel 2017?50 min read

13 Gennaio 2018 Dati migrazioni -

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Sociologo

Quanti migranti sono arrivati nel 2017?50 min read

Reading Time: 36 minutes

Ecco i numeri delle persone arrivate via mare in Italia e in Europa fino al 28 febbraio 2017 e le principali questioni politiche aperte in Italia e in Europa, che tratteremo nella seconda parte.

Migranti 2017: i numeri in Italia al 28 febbraio

Secondo i dati Unhcr, tra il 1 gennaio e il 28 febbraio 2017 sono sbarcate in Italia 13.437 persone. Un dato significativamente superiore a quello dello stesso periodo del 2016, quando arrivarono 9.101 persone (+48%).

Ci sono novità sul fronte dei paesi di provenienza: per la prima volta dopo molto tempo la nazionalità più rappresentata è la Costa d’Avorio (20% degli arrivi), seguita da Guinea (19%), Nigeria (12%), Senegal (10%), Gambia (9%), Mali (7%).

Non figura l’Eritrea, solitamente molto rappresentata, e appaiono, anche se con percentuali minori, nazionalità meno presenti nei mesi precedenti, come Marocco e Bangladesh (sì, ci sono migranti che dal Bangladesh arrivano in Libia e da lì si imbarcano per l’Italia).

Verificheremo se si tratta di dati passeggeri o di nuove tendenze che si consolideranno nel corso del 2017.

Ad arrivare in Italia sono soprattutto uomini (il 71%), con una considerevole fetta di minori non accompagnati (il 16% degli arrivi). La gran parte degli sbarchi avviene in Sicilia (l’82%) ma ci sono arrivi via mare anche in Calabria (15%) e, in misura minima, in Puglia e Sardegna.

Migranti 2017: i numeri in Europa al 28 febbraio

Tra il 1 gennaio e il 28 febbraio 2017 sono arrivati via mare in Europa 16.663 migranti. Continuano infatti ad avvenire alcuni sbarchi in Grecia, certo a ritmi decisamente più bassi di quelli pre-accordo con la Turchia, e si riaffaccia timidamente la Spagna come terra di sbarco.

Nei primi due mesi del 2017 sono arrivati in Grecia 2.345 migranti. Erano, pensate, 124 mila nei primi due mesi del 2016.

Mille migranti sono poi sbarcati in Spagna dall’inizio dell’anno. Non abbiamo informazioni più specifiche su questa rotta, né se si tratti di un timido segnale di ripresa o di episodi estemporanei.

Monitoreremo nel corso dell’anno anche queste due rotte, nonché l’eventuale insorgere di altre rotte, in questo quadro mai fisso che sono i movimenti migratori.

Migranti 2017: cosa fa l’Europa

Il tema migrazioni è in cima all’agenda politica e all’attenzione dell’opinione pubblica europea da ormai tre anni. Moltissime sono le questioni poste, proposte, affrontate, risolte, fallite in questo tempo.

La questione sistemica più evidente è che l’Europa non ha trovato la quadra, a causa di posizioni inconciliabili tra i suoi stati membri, tra chi fa la prima accoglienza (Italia e Grecia), chi accoglie già numeri importanti di migranti e rifugiati (Austria, Svezia), chi aveva spalancato le porte ma poi ci ha ripensato (Germania), chi non ne vuole sentir parlare (Ungheria) e chi nell’Europa non ci sta più (Regno Unito).

In mezzo a questa confusione, oltre all’accordo con la Turchia, la principale strategia comune è la cosiddetta relocation, cioè il ricollocamento dei profughi in modo che siano distribuiti più equamente tra gli stati dell’Unione Europea.

L’accordo, stipulato a settembre 2015, prevede il ricollocamento di 106 mila persone da Grecia e Italia ad altri paesi europei entro settembre 2017. Vediamo a che punto siamo.

migranti 2017
Fonte: UNHCR, 25 gennaio 2017

Già, in 15 mesi sono state rilocate solo 10 mila persone: un misero 10%.

L’obiettivo del 2017 per l’Europa è la chiusura della rotta Libia-Italia, sul modello di quanto fatto con la rotta balcanica nel 2016.

A inizio febbraio è stato siglato un accordo tra Italia e Libia, che stabilisce una serie di ambiti di collaborazione tra i due paesi per la riduzione dei flussi in partenza dalla Libia. L’applicazione dell’accordo appare tuttavia molto problematica.

Altro specchio del fallimento delle politiche europee sono le condizioni miserabili in cui sono costretti a vivere molti profughi in diversi paesi della (ex) rotta balcanica.

Migranti 2017: cosa fa l’Italia

Sul fronte interno, il Ministro dell’Interno Minniti ha un piano per l’immigrazione, per la verità ereditato in parte dal suo predecessore Alfano, centrato su quattro obiettivi: diminuire gli arrivi, aumentare i rimpatri, ridurre il tempo di permanenza dei richiedenti asilo nel sistema di accoglienza, migliorare la loro distribuzione sul territorio.

Diminuire gli arrivi significa diminuire le partenze. Come già anticipato, l’Italia si sta muovendo in sintonia con l’Europa per ridurre il flusso dei migranti in arrivo dalla Libia, ottenendo al momento l’effetto contrario.

Gli altri tre obiettivi vengono perseguiti attraverso alcune disposizioni introdotte con un Decreto Legge approvato dal Consiglio dei Ministri il 10 febbraio e attualmente in discussione al Parlamento (significa che è già in vigore, ma deve essere convertito in legge entro 60 giorni altrimenti decade).

L’aumento dei rimpatri comporta la stipula di accordi bilaterali con i paesi di origine dei migranti; compito non facile ma a cui il governo sta lavorando con una rete di contatti avviati con paesi come Sudan, Niger e Nigeria, oltre che la già citata Libia.

Per aumentare i rimpatri occorre anche rendere efficiente la macchina sul lato italiano, che per Minniti si traduce in luoghi e strumenti di detenzione amministrativa dei migranti. I famigerati CIE (Centri di Identificazione ed Espulsione), tanto per intenderci, che vengono rinominati (CPR – Centri di Permanenza e Rimpatrio) e distribuiti sul territorio (uno per regione) invece che concentrati in poche località.

L’eliminazione del grado di appello per i richiedenti asilo a cui la Commissione Asilo nega lo status di rifugiato o altre forme di protezione è invece la strategia individuata per ridurre i tempi di permanenza nel sistema di accoglienza dei richiedenti asilo, che ora, tra domanda, esame della stessa e ricorso, arrivano fino a due anni.

Entrambe queste misure sollevano molti dubbi dal punto di vista della tutela di diritti come la libertà personale, la difesa, l’asilo.

Il quarto obiettivo politico è arrivare ad una migliore distribuzione territoriale dei richiedenti asilo, con un potenziamento del sistema Sprar, che garantisce un’accoglienza diffusa e integrata nei territori.

La minaccia alla realizzazione di questo obiettivo viene dai Comuni, che possono rifiutarsi di accogliere richiedenti asilo sul proprio territorio, costringendo altri comuni ad accoglierne di più. Esistono dei sistemi di premialità per i comuni accoglienti, ma non sono sufficienti.

Il Decreto Legge prevede anche che i richiedenti asilo siano massicciamente impiegati in lavori di pubblica utilità purché, si intende, non retribuiti, aprendo una questione su quale sia il limite tra promozione dell’integrazione, sfruttamento economico e introduzione di una condizionalità tra accoglienza e lavoro non retribuito che sarebbe inaccettabile.

Ci sono anche strade alternative sperimentate dalla società civile per trovare nuove soluzioni che garantiscano maggiore dignità e sicurezza ai profughi, ma anche alle comunità locali di accoglienza.

La più nota è quella dei corridoi umanitari, che permette alle persone di arrivare in Italia in modo sicuro, senza rischiare la vita e godendo di un solido programma di integrazione.

Una forma di solidarietà attiva e reale che fa ben sperare, anche se certo ha bisogno di farsi politica per impattare in modo significativo.

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Sociologo, lavora come progettista e project manager per Sineglossa. Per Le Nius è responsabile editoriale, autore e formatore. Crede nell'amore e ha una vera passione per i treni. fabio@lenius.it
12 Commenti
  1. quiriconi pier luigi

    Siamo al 50% della disoccupazione giovanile,10 milioni di persone sull'orlo della povertà, i ns giovani sono costretti, ripeto costretti, ad andare all'estero per avere un lavoro dignitoso, oltre a problemi di sicurezza ed instabilità sociale, e nonostante tutto questo continuiamo ad accogliere in maniera indiscriminata migranti promettendogli cose che non verranno mai realizzate. L' Europa, nonostante tutte le belle parole, se ne strafrega dei ns. problemi e soprattutto quello dei migranti. Secondo me siamo diventati il ricettacolo dell'Europa. Ma, sempre secondo me il problema non è il governo, e quindi le forze politiche che lo sostengono, che accetta questo stato di cose e questo andazzo, ma è chi gli dà il voto e quindi gli permette di continuare su questa strada.

    • anto

      Per carità tutto vero. Gli stati membri non contribuiscono e noi siamo in una lenta ripresa. Ma queste persone che si affidano ai trafficanti secondo lei lo fanno per divertimento? E' chiaro che sono più disperate di noi, se non per la guerra per le persecuzioni ecc. altrimenti non emigrerebbero correndo 1000 rischi. D'altronde al contrario di noi che emigriamo in altri paesi (legalmente), loro non possono farlo legalmente, non hanno questo vantaggio. Pensiamo per un attimo se anche noi fossimo nella stessa situazione. Non proveremo forse a emigrare illegalmente affidandoci alla criminalità? Io credo proprio di sì. Si è messa da parte la questione umanitaria, etica che invece è importante. Gran parte delle colpe è degli stati membri certo, ma voltando le spalle a questo problema noi non siamo migliori. E' una situazione difficile, ma chiudere gli occhi e fare finta di niente è comparabile a vedere persone che vanno nei campi di concentramento e non protestare perchè tanto la cosa non ci tocca. Le prossime generazioni son sicuro che ci additeranno e ci chiederanno come mai abbiamo permesso tutto questo, perchè una volta finita l'emergenza verranno fuori tutti gli orrori che questa gente ha subito dai trafficanti e nei lager in cui li detengono, e le lamentele della maggiorparte degli Italiani al confronto saranno quisquilie.

  2. Maurizio

    Ottimo e documentato articolo. Grazie

  3. Giulio

    Vanno considerate le ragioni dei paesi che accolgono, soprattutto l'Italia, che ha subito e sta subendo un fortissimo impatto sociale (aumento di criminalità e degrado) ed economico (tasse aumentate per il mantenimento degli immigrati, spesso nemmeno profughi) e il deprezzamento degli immobili nelle zone a maggior presenza di stranieri. Si sa che se continuassero gli sbarchi, quasi unicamente l'Italia dovrebbe farsene ancora carico e ormai non ce la fa più. Non sopportavo più che il mio Paese venisse violato ogni giorno dall'arrivo di stranieri extraeuropei, distanti per mentalità, cultura e religione (le conseguenze negative di questo fenomeno le apprendiamo quotidianamente) e sono andato a vivere all'estero

    • Fabio Colombo

      Buongiorno Giulio, non risultano aumenti di criminalità né aumenti di tasse collegati all'arrivo di persone migranti. Sono anche curioso di sapere dove sei andato a vivere, in un posto dove non esistono "stranieri extraeuropei"?

      • ulisse

        Buonasera, non risultano a lei aumenti di criminalità o di tasse. Nel Def: «Il deciso incremento dei flussi e delle presenze a fine 2016 si riflette nei dati oggi disponibili, che aggiornano al rialzo le stime presentate nel Documento Programmatico di Bilancio», spiega il documento di Economia e finanza approvato lo scorso aprile dal governo. Il ministero dell'Economia piega che «In base ai dati attuali, le operazioni di soccorso, assistenza sanitaria, alloggio e istruzione per i minori non accompagnati sono, al netto dei contributi dell'Ue, pari a 3,6 miliardi (0,22 per cento del PIL) nel 2016 e previste pari a 4,2 miliardi (0,25 per cento del PIL) nel 2017, in uno scenario stazionario». Il Def aggiunge inoltre che: «Se l'afflusso di persone dovesse continuare a crescere la spesa potrebbe salire nel 2017 fino a 4,6 miliardi (0,27 per cento del Pil)». Ci sono quindi in ballo spese extra per 400 milioni di euro. Quanti ne dovrebbe portare la stretta sulle accise prevista dalla manovra che sta per essere approvata dal governo. E in ogni caso, la spesa per migranti potrebbe superare per 1,2 miliardi il valore complessivo della manovra stessa, cioè quei 3,4 miliardi chiesti dall'Europa. E' già stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la previsione dell’innalzamento delle aliquote IVA come clausola di salvaguardia; 25% l'aliquota ordinaria nel 2018 e 25,9% per l’anno successivo. Le ricordo che quanto speso è denaro pubblico.

        • Fabio Colombo

          Ma sì Ulisse, certo che è denaro pubblico, tutto è denaro pubblico per tutte le voci di spesa dello Stato, non è che ci sono tasse messe apposta per gestire i fenomeni migratori ci sono tutta una serie di spese per coprire le quali si pagano le tasse. Lei non vuole che i soldi pubblici siano usati per accogliere persone straniere, io potrei non volere che siano usati per acquistare armi, o per i vitalizi dei parlamentari, qualcuno non vuole che siano usati per la sanità pubblica perché la vorrebbe privata, sono scelte politiche, adesso fate un accanimento patologico su una spesa che rappresenta lo 0, qualcosa della spesa pubblica italiana.

          • Ulisse

            La nostra conversazione sta assumendo risvolti “singolari”; lei afferma che è gennaio, io replico che è settembre e lei, nell’intento di sostenere le sue ragioni e smentirmi, risponde che sono le 15:30. Lei articola preposizioni che considera corrette: “Ogni tanto ci tocca vedere quelle orribili immagini costruite per i social con sopra scritte che descrivono azioni inenarrabili compiute da immigrati, oppure leggere notizie che vedono gli immigrati protagonisti di qualsiasi nefandezza, cose tipo: “immigrato massacra di botte”, “immigrato sfonda la porta e la violenta”, “immigrato aggredisce autista dell’autobus”… Ebbene, sono tutte bufale”. Ne desumo che i numerosi fatti di cronaca, confermati dalle statistiche sui procedimenti penali, in cui sono, troppo spesso, protagonisti gli stranieri (tra cui non mancano i richiedenti asilo) sembra non leggerli. Sia ben chiaro, ci sono anche troppi lazzaroni e delinquenti italiani da generazioni ma mentre io lo evidenzio, sottolineando che non c’è quindi bisogno di importarne altri, lei sostiene che gli stranieri sono tutti bravi e onesti. Invece di mantenere fermamente le distanze, nei confronti di chi commette atrocità e delinque ed evidenziare che non solo questi ci sono e sono, in proporzione al numero dei relativi cittadini residenti, anche maggiori degli italiani, e ciò accade anche perché non ci sono filtri all’ingresso che non separano chi ha da chi non ha precedenti penali, ma comunque generalizzare è sbagliato, chi afferma il contrario dice bufale. Invece di sostenere che per dimostrare il buon proposito di integrazione le comunità straniere dovrebbero dimostrarsi virtuose, denunciando l’illegalità al loro interno per dimostrare la loro di onestà, usa la tecnica del ricondurre, in modo larvato, chi fa notare questo stato di cose inaccettabili ad un povero demente razzista. Quando qualcuno afferma “li manteniamo noi con le nostre tasse”, lei, mescolando pere con banane, risponde: ”ormai numerosi gli studi che hanno dimostrato che l’immigrazione genera più ricchezza di quanto ne “tolga”. Se in risposta a ”non risultano aumenti di criminalità né aumenti di tasse collegati all’arrivo di persone migranti” e io le faccio notare che sono stati spesi oltre 10 miliardi in 3 anni, al netto dei contributi EU, per gestire i flussi migratori, ed è denaro raccolto con le imposte, lei fa notare che non sono tasse di scopo, dimenticando che sono comunque risorse importanti di una nazione in affanno che sarebbero utili altrove (2,5 sono i miliardi stanziati per ricerca universitaria del Paese nel triennio 2016-2018), che sono poca cosa (adesso un accanimento patologico per uno 0 virgola del PIL) e che comunque se non sono d’accordo, lei non lo è per gli sprechi di denaro per i vitalizi dei parlamentari o per la difesa. Buona giornata.

  4. Ricky

    Chissà se approverai il mio commento. Ovvio che tu lavori nel "sociale" se dicessi cose scomode addio lavoro, ne prendono un altro :)Omicidi nel Paese (tasso per 100.000 abitanti)Nigeria: 10.3 Guinea: 9 Bangladesh 2.8: Costa d'avorio 12.4 Italia 0.8Bella gente che importiamo!

    • Fabio Colombo

      Buongiorno Ricky, fatico a comprendere l'ironia del tuo commento, so solo che i dati da te riportati, posto che siano corretti, non hanno nessun senso messi così, senza una minima analisi del contesto. Anche il tasso di omicidi in Italia era a livelli molto più alti se andiamo indietro nel tempo, il dato nudo e crudo senza commento non significa nulla.

  5. Giorgio

    Sapreste dare quali sono i dati di chi arriva in Italia non dal mare? Grazie

    • Fabio Colombo

      Ciao Giorgio, in questo articolo trovi i dati sugli ingressi annuali su suolo italiano di persone straniere: https://www.lenius.it/politiche-migratorie-in-italia/

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