MasterChef – una sfida tra spadellatori8 min read

9 Gennaio 2014 Cultura -

MasterChef – una sfida tra spadellatori8 min read

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masterchef-italiaDopo un’attesa spasmodica e vibrante, seconda soltanto a quella che precede l’estrazione del tombolino a casa di mia nonna, è finalmente iniziata la terza edizione di MasterChef Italia. Io avevo da fare e ho registrato le puntate finora trasmesse con MySky, ma adesso mi sono rimessa in pari e questo post ne è la prova.

MasterChef è un talent anomalo, più che altro perché non hai modo di sapere se uno è davvero capace di cucinare: la roba nel piatto può “sembrarti” buona, ma in definitiva ti devi fidare. Almeno fino a quando non disporrai di un televisore in odorama.

Un’altra anomalia sta nel fatto che quando guardo il programma non mi viene mai fame. Il che è bizzarro sul serio.

IL CAST – Dunque, come per qualsiasi talent, la parte migliore sono i casting; le prime due puntate (dedicate alle selezioni) mi hanno confermato che:

– la sovraesposizione a trasmissioni di cucina ha creato un esercito di mostri
– quello là fuori è un mondo difficile
– i familiari esultano in maniera smodata ogni volta che riescono a liberarsi di uno/una che serve loro porzioni da fame di roba scondita, solo perché sanno che poi potranno andare a mangiare da Burger King impunemente

partecipantiToccasse scegliere a me, metterei insieme un bello squadrone di casi umani. Di quelli veri. Invece, sembra che la produzione abbia ceduto al fascino mediatico del disadattamento sociale/storia piagnona solo per un 20%. La falange etnica all’interno del programma è chiaramente una mossa strategica: saranno pedine sacrificabili lungo il percorso, senza rimpianti, alla stregua del personaggio afro-americano nei film horror.

Non ho ancora messo a fuoco tutti e venti i partecipanti, ma comunque il gruppo trasuda simpatia. E no: non sono seria.

Tifo per il viveur settantenne. Senza se e senza ma.

GiudiciI GIUDICI – Il trio Barbieri/Cracco/Bastianich rimane ovviamente inalterato, ma gli autori pare abbiano voluto innovare ri-destinando un po’ della stronzaggine di Cracco verso Barbieri. Così, per bilanciare. Con Bastianich forse ci avrebbero anche provato, ma il suo accordo con il fornitore dei piatti in ceramica è blindatissimo. Segnalo che la telepromozione Finish è quasi ai livelli di quella Bose della Ventura, durante XFactor. Quasi, perché certi picchi recitativi sono inarrivabili.

INIZIA LA GARA (3a puntata) – Parte la sigla e già dalla trovata del tapis roulant nascosto dal verdurame dovrebbe allertarmi sul grado di frizzantezza che mi attende.

Una cosa mi è subito chiara: le dichiarazioni rese in “confessionale” dai concorrenti sono state registrate tutte durante la prima giornata e verranno sparse nelle puntate a venire in maniera assolutamente casuale.

LA MISTERY BOX – La prima prova è una mistery box a matrioska. Protagonista: la liquirizia. Tutti vanno in agitazione tranne Giovanna alias La Figlia di Rutger Hauer. Non capisco perché nessuno pensa ad attingere al corposo ricettario Haribo. Mah.

Entra nel panico anche il sottotitolatore personale di Joe Bastianich che capisce che i suoi soldi dovrà sudarseli.

Finito il tempo, vengono convocati La Figlia di Rutger (quella spavalda), Marco aka il Sansone di Trastevere e Margherita, la Ex Grassa; sorpresone: non sono (come nelle edizioni precedenti) i tre piatti migliori ma i peggiori. Spero parcellizzino questi sconvolgimenti al format perché il mio cuore potrebbe non farcela.

Esce la Ex Grassa, quella che insieme ai trenta chili ha perso anche un buon 60% di vitalità. Lei e Bastianich (ex ciccio) si abbracciano e parte un flashback in bianco e nero sulle barrette dietetiche al gusto cioccolato.

Vince la prova Michele aka Mastrolindo aka – come si chiama da solo – il Cannibale: ecco, io a casa di uno che vuole fare lo chef e si auto-chiama “il cannibale” non mi ci fermerei manco a bere l’acqua frizzante dopo l’ora di ginnastica. Egli si reca in dispensa per scoprire il tema del vantaggio dell’INVENTION TEST.

INVENTION TEST – Segue un esilarante dialogo giocato sul doppio senso del titolo della prova “La prima volta”: strabuzzamenti d’occhi, sorrisi ammiccanti, risatine maliziose, voci sognanti e il darsi di gomito mi confermano lo spumeggiante livello di scrittura del programma. Che si tratti de “la prima volta in cucina” era decisamente in-sgamabile. La scenetta è talmente avvincente che ci tengono a riproporla anche davanti agli altri; devo dire che lo sguardo del supercaso Laura da’ un senso finalmente alla cosa.

Il piatto da riprodurre è “Spaghetti with Meatballs” ovvero spaghetti con polpette (che quando lo dice la speaker io rido da sola, lungamente); a rigor di logica dovrebbe essere una prova super-easy, ma Dr. Gourmet dice che gli spaghetti conditi con polpette al sugo non sono un piatto nelle sue corde. La gente si prende davvero troppo sul serio.

Emma aka Mami cucina tutti i giorni, mangia tutti i giorni e si vede. Forse tifo anche per lei.

RachidaCome previsto arriva l’eliminazione etnica: Rutger figlia=sugo acido (e supponenza), Haeri aka La Casalinga di Pioltello e Rachida. Ecco, io non so se in Marocco ci siano le prefiche, ma lei avrebbe sicuramente avuto una carriera. È insostenibile. Spero seghino lei. E invece… La povera Haeri viene rispedita nell’hinterland. Ciò nonostante, l’insopportabile Rachida fa una scena di pianti e lamenti che riuscirebbero a irritare anche un monaco tibetano in pieno Nirvana.

Vince l’altro Michele, quello pugliese.

LA PROVA IN ESTERNA – Siamo al Collegio Ghislieri a Pavia. Il mio pensiero va alla spensierata gioventù, che evidentemente da tempo ha abbandonato questi luoghi. Quando i giudici leggono i piatti storici che i concorrenti divisi in squadre dovranno rivisitare, mi tornano alla mente quei gentili versi del poeta incompreso Ivan, della scorsa edizione. Un’eredità pesante; soprattutto linguistica.

Dr. Gourmet è finalmente soddisfatto da questo menù con un grande impatto culturale. Sta malissimo.

Il vincitore dell’Invention Test, Michele, forma il suo squadrone in cui include scaltramente anche Rachida “che se poi perdiamo, esce lei”. Le vogliono già tutti bene. L’altra squadra, quella rossa, è capitanata dalla s-i-m-p-a-t-i-c-i-s-s-i-m-a Enrica.

Quaglie, capponi, anatre: i volatili si sprecano.

Cucinare in brigata è, sostanzialmente, una sequela di gag: Michele cerca il sale per un’ora e un quarto e poi lo sparge sui capponi come farebbe sulla neve davanti casa; Ludovica prende in mano le sorti dei blu facendosi strada con una voce a ultrasuoni e un’impercettibile cadenza marchigiana. Rachida continua a seminare il germe dell’amore: nessuno la sopporta e l’accusano anche di aver buttato la ricetta. Ora, non sarà vero ma io ci credo comunque.

Alberto e SansoneI rossi sono gasati e se la sviolinano abbestia. L’unico dissapore nasce quando l’anziano viveur, Alberto, cerca di suggerire a Sansone come trattare un’anatra coi guanti ma quest’ultimo, grezzo e feroce, lo schifa.

Il disossamento dei capponi + la proposta del nerd programmatore, Daniele, di recuperare le bucce d’arancia dalla monnezza, mi mandano a male. Non so se ce la faccio a finire la registrazione.

Con l’esaltante trovata di far votare i commensali impilando degli incunabula, vince l’improbabile squadra blu. Ma i rossi ci credevano.

IL PRESSURE TEST – Sono ancora qui che non riesco a riprendermi dal fatto che Rachida abbia passato indenne la prova precedente, che il blocco inizia con un bel cazziatone a Sansone, che non fa mai male. Il Pressure si articola in tre fasi.

Fase 1) Riconoscere i formati di pasta.  
Il Dr. Gourmet è già impanicato, perché a lui la pasta non interessa: mangia solo crostini e consommé. Inizia una delle mie preferitissime (blink), Enrica, che con scaltrezza agguanta un formato di quelli meno usuali per fare la figa. Dice “trofie”. È sbagliato. La maledicono tutti quelli che vengono dopo e che per causa sua, come lei, passano alla prova seguente. L’eroe moderno che riconosce gli strozzapreti è Giorgio, il giovane di belle speranze. Poi cade sulle mezze penne. Si salvano in 3: La Figlia di Rutger, il Dr. Gourmet e Beatrice, che in quanto abruzzese dovrebbe starmi simpatica ma ha quei due o tre difetti di pronuncia che anche no.

Fase 2) Produrre dei garganelli freschi.
In un tempo X, i concorrenti rimasti devono produrre 80 gr di garganelli usando l’apposito pettine in legno. È una prova di manualità abbastanza basic, dai. Alberto il Viveur è bravo ma lento e mi finisce alla sfida finale insieme a Daniele, il nerd disadattato e a Giorgio, che tipo sul curriculum è uno che secondo me scrive “di bella presenza”.

Ultimo scontro) Cucinare i summentovati garganelli.    
Dati porcini e salsiccia, i tre rimasti devono scodellare un degno piatto di pasta. Dr. Gourmet stabilisce che Alberto lo sa fare perché è un piatto degli anni settanta. Non lo sopporto, ma mi darà delle soddisfazioni, lo sento.

Il povero Daniele dice che lui “la pasta funghi e salsiccia” la fa sempre; io me lo immagino alle feste che organizza nella taverna dei suoi, in cui prima si gioca con le carte Magic e poi si mangia la pasta “porca” con la lucanica. Questo suo retaggio un po’ triste e la sua camicia orrenda, insieme forse al fatto che la pasta è praticamente cruda, non lo aiutano e viene eliminato.

Goodbye Daniele, che il buon gusto sia sempre con te.

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Nasco anziana, per attitudine ed interessi: faccio la spesa la mattina, dico quello penso, sono teledipendente, regalo biscotti e nel portamonete non ho mai più di dieci euro. In moneta. Ho studiato lingue morte sperando di diventare medium. Mi sono iscritta a Scienze della Comunicazione sperando di imparare a farmi capire. Ho lavorato come organizzatrice di eventi e nel marketing, sognando il giorno in cui avrei potuto stare a casa e fare a maglia. Ho aperto un blog tentando di mettere ordine tra le cose che faccio. Ora sono a casa e i miei due figli mi mantengono giovane, mio malgrado.
3 Commenti
  1. Luca Bertieri

    Come mi manca, la versione UK è molto meno avvincente, #sapevatelo

    • L'Opinionista

      La mia versione preferita, a parte quella indiana che è inarrivabile, è decisamente quella Australiana: sono tutti tenerini, naive e non fanno mistero dell'uso di ricette scritte durante il programma.

  2. Mad

    Quella australiana è la fiera della stucchevolezza, ho visto i giudici fare i complimenti a un concorrente che si era rifiutato di portargli il piatto perché "non all'altezza dei suoi standard". WTF? Certo, forse preferisco l'amorevolezza australiana alla cattiveria studiata a tavolino dei nostri giudici.

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