Lombardia Progressista | Dal basso verso gli altri6 min read

2 Febbraio 2018 Politica -

Lombardia Progressista | Dal basso verso gli altri6 min read

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Lombardia Progressista | Candidato Lombardia Progressista Sinistra per Gori Milano e Provincia Davide Fracasso

Davide Fracasso, cofondatore di questo blog, si candida alle elezioni regionali del 4 marzo con la lista arancione Lombardia Progressista-Sinistra per Gori a Milano e provincia. La lista, benedetta da Giuliano Pisapia, si propone di fare in regione quello che l’ex sindaco si era proposto di fare nel nazionale: ricreare un centrosinistra.

Presentati.
Davide, 36 anni. Sposato con Cinzia e neopapà di Linda. Laurea e lavoro in comunicazione. Volontario del Naga, associazione milanese che promuove e tutela i diritti di tutti i cittadini stranieri, rom e sinti.

Definisciti in tre parole.
Appassionato, testardo, relazionale (nel senso che per me è importante avere attorno una socialità con cui confrontarmi e interagire).

Libro canzone film preferiti.
Questa è difficile. Tre libri: Le vene aperte dell’America Latina di Galeano, Q di Wu Ming e Senza perdere la tenerezza di Ignacio Paco Taibo II. Come film ti direi Luci della città di Chaplin, L’Isola di Kim Ki Duk e Santa Maradona di Marco Ponti. Canzoni: Preghiera in gennaio di Fabrizio De André, Excuse me Mr di Ben Harper, Work di Alborosie.

Quali sono le tre figure che più hanno segnato la tua formazione?
Alex Zanotelli, Subcomandante Marcos e gli zapatisti, Silvano Fausti.

Un errore di gioventù?
Aver preso troppo alla leggera la partecipazione al G8 di Genova.

Un bel ricordo, invece?
Il viaggio di sei mesi, solo, in America latina, dopo la laurea.

Qual è stato il tuo primo gesto dal valore politico?
Alle elementari ho difeso un amico – oggi si direbbe bullizzato – da alcuni tizi più grandi. Ho preso un sacco di randellate e me li sono trovati tutti i giorni fuori da scuola per settimane. Non proprio un inizio glorioso!

Cosa hai votato la prima e l’ultima volta che sei stato in una cabina elettorale?
Della prima volta sinceramente non ricordo. L’ultima volta ho votato L’altra Europa con Tsipras.

Prima di oggi, hai mai partecipato a un’elezione?
Solo quelle per il Consiglio di facoltà in Università cattolica, dove sono stato eletto, più di dieci anni fa.

Ed è la tua unica esperienza politica?
Dipende cosa intendi per esperienza politica. Per me è fare politica l’essere stato parte attiva del gruppo universitario Uld – Unità lotta democrazia in Università Cattolica. Per me è fare politica l’essere volontario del Naga e provare ad aiutare i richiedenti asilo a districarsi nella giungla della burocrazia italiane. Per me la politica non riguarda mai un io ma un noi: in questo senso vivo questa candidatura.

Veniamo proprio a questo. Com’è nata l’idea di candidarti con la lista Lombardia progressista?
A sorpresa mi è stata fatta questa proposta, con mia moglie ci abbiamo pensato qualche giorno e ho raccolto la sfida. Per me, la politica vissuta come servizio alla comunità è una delle cose più belle e importanti che ci siano.

Cosa rispondi a chi ti dice che Lombardia progressista – Sinistra per Gori è solo una costola elettorale di Gori e del PD?
In un periodo storico come questo, mi convince di più chi insiste sulle tematiche condivise piuttosto che evidenziare le differenze. Uniti si vince, dicevano negli anni ’60. Bisogna tenere presente poi che la proposta della lista riguarda il territorio lombardo ed ha uno sguardo che va oltre il 4 marzo: già il fatto che la lista non abbia un partito che si candida alle nazionali mi sembra dica di un progetto che si concentra esclusivamente sul locale.

Cosa porti di tuo nella lista Lombardia progressista?
Maggiore sensibilità e attenzione sui temi dell’immigrazione, della sostenibilità ambientale, del diritto alla salute e della casa. Sono convinto che una proposta in forte discontinuità con le politiche della destra degli ultimi 20 anni sia un bene per la Lombardia.

Ok, spiegaci qualcosa di più. Immigrazione.
La giunta Maroni ha appositamente trascurato e omesso di occuparsi di immigrazione a livello regionale, con un hub e un coordinamento che avrebbe reso la vita migliore ai singoli comuni e alle persone che vengono accolte. Pensiamo poi alla logica ideologica e securitaria delle giunte di centrodestra verso i migranti e l’accoglienza: come scritto nel programma di Gori al riguardo “è significativo il fatto che in Regione Lombardia la competenza sull’immigrazione sia in capo all’Assessorato e alla Direzione Generale Sicurezza, Protezione Civile e Immigrazione – laddove, ad esempio, in Emilia Romagna è in capo alla Direzione Generale Cura della Persona, Salute e Welfare”. Credo fortemente le migrazioni siano una risorsa e un’opportunità, non un problema, e come tali vanno affrontate: su questo vi consiglio anche la visione del bellissimo intervento del giornalista Domenico Quirico durante la sua recente partecipazione alla trasmissione “M”.

Ambiente.
È stato fatto poco, la Lombardia resta una regione con grandi problemi di inquinamento e in questo senso mi piace la proposta ambiziosa della coalizione di avere nel 2025, “almeno nelle aree urbane le flotte del trasporto pubblico composte da mezzi elettrici, ibridi o a metano e la messa al bando delle caldaie a gasolio. O di avere il 20% dei veicoli elettrici, ibridi o a metano e nel 2035, lo stop definitivo dei veicoli alimentati a combustibili fossili”. Bisogna investire di più e meglio sui trasporti regionali, capendo quali sono le priorità e valutare in maniera molto più seria la gestione dei trasporti, ovvero Trenord: in questo senso condivido la proposta di Gori che alla scadenza del contratto di Trenord si faccia una gara pubblica per riassegnare il servizio regionale, come hanno fatto Emilia e Veneto.

Sanità.
Se parliamo di sanità credo sia necessario cambiare decisamente direzione rispetto alle proposte delle giunte precedenti: leggevo recentemente che nel 2018 il Sistema Sanitario Nazionale compie 40 anni e proprio quest’anno la spesa per gli ospedali in Italia scenderà sotto la soglia che garantisce l’accesso alle cure (il 6,5%, dato dell’Organizzazione Mondiale della Sanità) e nel 2019 andrà anche peggio, con una previsione del 6,4% di investimento. In questi anni si sono giustificati i tagli con la crisi economica, eppure i tagli non si fermano: la scelta è quindi prettamente politica. Se il nostro sistema resta uno dei migliori in assoluto, con pochi soldi riusciamo ad avere livelli di cure simili a Germania e Francia, continuando così rischiamo di peggiorare in futuro: già oggi basterebbe controllare i tempi di attesa per una visita: per esempio a Milano l’attesa per una visita oculistica è mediamente di tre mesi e mezzo. I temi sono moltissimi e tutti centrali: pensiamo per esempio agli anziani, alla loro assistenza e alla necessità di dare supporto ai familiari che li sostengono, i cosiddetti caregiver.

Casa.
Per me che sono di Milano, l’Aler è sempre stata considerata un mostro, una specie di idrovora che mangia e sputa senza alcun senso e alcun criterio. Credo che un buon punto di partenza sia la proposta della coalizione: bisogna responsabilizzare chi gestisce questa preziosissima e decisiva risorsa per la qualità della vita di chi vive a Milano, Aler va “rivista nei suoi ruoli di responsabilità, bisogna mettere persone capaci, deve essere divisa almeno in due società: una Aler per Milano città e una Aler per l’hinterland, per l’area metropolitana perché diversamente non si riesce ad assicurare vicinanza e prossimità ai cittadini.”

Cosa farai la mattina del 5 marzo?
Andrò a lavorare, sperando che mia figlia di 5 mesi mi abbia fatto dormire almeno tre ore.

Se vuoi contattare Davide per fare domande, critiche, proposte, suggerimenti, opinioni scrivere a: davidefracasso.regionali@gmail.com

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Milanese milanista, per Le Nius redattore e formatore. Comunica per Fondazione Arché, blogga per Vita.it. Persegue la semplicità e, nel cammino, interroga il suo tempo. Ha sempre da imparare. paolo@lenius.it
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