Legge elettorale | Come funziona il sistema tedesco all’italiana6 min read

3 Giugno 2017 Politica Politica interna -

Legge elettorale | Come funziona il sistema tedesco all’italiana6 min read

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bandiere di Italia, Germania e Unione Europea allo stesso balcone
@Hamburg Sankt-Georg.Info

Sembrava le principali forze politiche del Paese avessero finalmente trovato l’intesa per la nuova legge elettorale, con Pd, Forza Italia, Movimento 5 Stelle e Lega Nord concordi nel proporre un modello simile alla legge elettorale tedesca e invece è saltato tutto, con le tristi scene già viste in Parlamento con urla e scambi di accuse reciproche. Non è ancora detto però che la legge elettorale presentata dal relatore Fiano sia definitivamente messa nel cassetto: Berlusconi e Forza Italia infatti continuano a tifare per il modello tedesco, un proporzionale con sbarramento al 5%. Vediamo quali sono le caratteristiche principali della legge e quali sono le differenze effettive con quella in vigore in Germania, in attesa di capire a settembre se ci sarà un accordo per una nuova legge elettorale.

La legge elettorale tedesca

Rispetto al Parlamento italiano, quello tedesco presenta due sostanziali differenze: ha una sola Camera e il numero di parlamentari non è fisso. La legge elettorale in vigore in Germania, data la natura federale della rappresentanza parlamentare, è un sistema misto che affianca al sistema proporzionale diversi elementi del maggioritario.

In sede di elezioni, ogni cittadino tedesco dispone di due voti: col primo (erststimme) viene scelto un singolo candidato all’interno del primo collegio, che sarà eletto con le regole del maggioritario (chi prende più voti vince); col secondo (zweitstimme) il cittadino sceglie un partito o una lista e la sua preferenza contribuirà a determinare la quota proporzionale spettante a quel partito o lista (sbarramento al 5%).

La particolarità è che gli eletti passati tramite il sistema del primo voto (uninominale) verranno eletti in Parlamento in ogni caso, anche se questi superassero la quota proporzionale spettante a un partito. Per compensare l’eventuale squilibrio, a tutti gli altri partiti spettano dei seggi in più tali da far rispettare le quote stabilite dal secondo voto. Questo meccanismo è possibile proprio perché in Germania il Parlamento non ha un numero predefinito di seggi: nel 2009 erano 622, mentre nell’attuale legislazione in scadenza sono 630.

Questo sistema permette la perfetta distribuzione dei seggi in base al voto degli elettori e permette, grazie ai seggi uninominali, un rapporto più diretto fra cittadini e rappresentanti. In questo quadro, rimane comunque evidente quanto sia difficile per un solo partito ottenere una salda maggioranza per governare. Dal 1957 in poi, i vari governi tedeschi sono infatti sempre stati frutto di alleanze fra più partiti: il sodalizio recente più duraturo è quello fra il CDU di Angela Merkel e i democratici del CSU, ma l’attuale governo tedesco è sostenuto da “larghe intese” che includono anche gli storici avversare dell’SPD.

Modello tedesco “all’italiana”

La nostra Costituzione prevede un numero fisso di Parlamentari eleggibili: 630 deputati per la Camera e 315 senatori per il Senato (più i senatori a vita nominati dal Presidente della Repubblica). Il sistema tedesco ha quindi bisogno di forti aggiustamenti per essere adattato alla realtà italiana. In quest’ottica, il deputato Emanuele Fiano ha presentato un maxi-emendamento sulla proposta di legge del Rosatellum trasformandola, di fatto, in una nuova legge elettorale ispirata al modello tedesco.

Camera. Il territorio nazionale viene diviso in 25 circoscrizioni, a loro volta divise in 303 collegi uninominali. Esclusi dal conteggio i collegi esteri che rimangono fuori con 12 deputati e 6 senatori. Anche Trentino-Alto Adige e la Val D’Aosta non vengono contati e per loro restano valide le regole del Mattarellum.

Senato. Le circoscrizioni corrisponderanno alle Regioni e saranno ulteriormente divise in 150 collegi uninominali.

Scheda elettorale. Vi sarà una una sola scheda su cui andrà espresso un solo voto. A ogni simbolo di partito corrisponderà il nome del candidato in quel collegio uninominale e i nomi del listino bloccato di quella circoscrizione elettorale. Il listino potrà contenere dai due ai sei candidati. Si potrà votare: con un segno sul nome del candidato nell’uninominale che varrà anche per la lista corrispondente; oppure con un segno sulla lista collegata che varrà anche per il candidato del seggio uninominale corrispondente. In caso di doppio segno su candidato e lista, il voto verrà comunque considerato valido. A differenza dell’originale sistema tedesco, non sarà consentito il voto disgiunto: non sarà possibile per un cittadino votare un candidato in un seggio uninominale e un partito diverso. È possibile per un candidato presentarsi in un solo collegio uninominale ma in più collegi plurinominali, fino a un massimo di tre.

Ripartizione dei seggi. Malgrado la presenza dei seggi uninominali, la nuova legge elettorale mantiene un assetto prevalentemente proporzionale. Sono gli elettori che con il loro voto stabiliscono le quote per le forze politiche nel nuovo Parlamento.

I voti ricevuti dai vari partiti vengono conteggiati in maniera aggregata a livello nazionale e vengono ammessi al riparto dei seggi parlamentari solo le liste che hanno superato lo sbarramento del 5% sia per la Camera che per i Senato. Le liste relative alle minoranze linguistiche è stabilita al 20% nella regione di riferimento.

Una volta contati i voti di tutta l’Italia, si stabilisce, in base alle percentuali, quanti seggi spettano a ciascun partito prima a livello nazionale e poi a livello circoscrizionale.

In ogni circoscrizione i partiti faranno una classifica dei propri candidati seguendo questo criterio: il primo sarà il capolista del listino bloccato; a seguire ci saranno i candidati che hanno vinto dei rispettivi collegi uninominali sulla base del maggior numero di suffragi ottenuti; dopo ancora, gli altri candidati del listino bloccato e infine i candidati che non hanno vinto nei collegi uninominali. Seguendo l’ordine dei questa classifica si determinano gli eletti di ciascun partito. Rispetto al sistema tedesco, gli eletti col sistema maggioritario hanno quindi un’importanza minore. Solo nel caso in cui un candidato nel collegio uninominale ottenga da solo più del 50% dei voti, questi passerà come primo eletto all’interno della circoscrizione scavalcando il capolista bloccato.

È anche presente un sistema di quote rosa: viene previsto che ciascuno dei due sessi non possa rappresentare più del 60% dei candidati di un listino bloccato e il 60% dei candidati uninominali dello stesso partito. Bisogna tenere presente che per il Senato il sistema di ripartizione avverrà su base regionale nel rispetto delle direttive costituzionali. A differenza di quanto avveniva col Porcellum con il suo premio di maggioranza regionale, questo meccanismo non distorce la rappresentatività nella composizione del Parlamento. Questo garantirà per i partiti una distribuzione dei seggi equa e coerente fra Camera e Senato.

Pericoli del “tedeschellum”

Andando a votare seguendo i sondaggi più recenti, nessuno dei principali partiti politici riuscirebbe a ottenere la maggioranza in Parlamento per governare. YouTrend ha così commentato le proiezioni fatte dal Sole 24 Ore con l’ipotetico sistema tedesco:

La soglia del 5% taglierebbe fuori dai gioco moltissimi dei partiti più piccoli, anche quelli che attualmente giocano un ruolo chiave nel Governo. Proprio questo fattore si sta rivelando un concreto punto di rottura fra il vice-premier Alfano e il segretario del Pd Matteo Renzi. Oltre a Ap, i partiti con più risonanza mediatica a rischiare l’esclusione dal Parlamento sono Fratelli d’Italia, Sinistra Italiana, Articolo 1 (il neonato movimento di Pierluigi Bersani) e il Campo Progressista di Giuliano Pisapia.

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Fiorentino di nascita, Web Marketing Specialist per diletto e Nerd di professione. Si nutre di cultura pop e vive la sua vita perennemente in direzione ostinata e contraria. Per Le Nius supporta l'area editoriale, in ambito politica, e l'area social. matteo@lenius.it
2 Commenti
  1. michele antonio D'Amico

    Basta prendere per il culo volgare ma sono obbligato non se ne può più degli sciacalli politici tutti nessuno escluse. Dal dopo guerra ad oggi vi date conto come ci avete ridotti e sola colpa vostra miserabili uomini fate fare al popolo sovrano una legge elettorale visto che voi non volete o non siete all'altezza di farla fate un referendum per farci fare a noi popolo una semplice legge elettorale dove proponiamo il vincolo di mandato scegliamo noi popolo il nostro presidente della repubblica deve rappresentarci non vogliamo un partito che ci massacri solo di debiti depotati e senanori eletti e scelti solo dal popolo uomini come il passato basta anno rovinato una popolazione

    • jeanpaul41

      Buonasera a tutti, Ero dei vostri. Dico e sottolineo ero perché quello che sta succedendo in Italia per opera della maggioranza del PD sotto e a seguito del governo Renzi quindi Gentiloni è qualcosa di offensivo verso il popolo italiano. Mi riferisco al decreto x la Banche, al DL Lorenzin ed al Ceta in particolare, che camminano a braccetto, ma ci sarebbe ben altro da citare. Non per ultimo ma da capofila il tentativo da parte di Renzi di cambiare la costituzione alcuni mesi fa per mettere la ciliegina sulla torta. E voi ci parlate ancora di Democrazia ? Quale sarebbe in questo stato di cose la democrazia? Mi sembra di sentir parlare il lupo travestito da nonna. Se non cambiate rotta molti tra noi apriranno sempre più gli occhi finché dovrete chiamarti con il vostro vero nome non più mascherarvi subdolamente come partito democratico. Guardate tra le vostre fila. Chi sta facendo realmente gli interessi del cittadino e della popolazione, chi sta lasciando dialogo al confronto, al rispetto, allo scambio ? Renzi ? La ministra Lorenzin? Altri tra le fila ? Mi vergogno di essere italiana se al Governo queste persone hanno ancora voce in capitolo. Spero che questo mail possa farvi riflettere profondamente Inutile citare i fatti li conoscete meglio di tutti noi. Cordialmente

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