Le 10 mosse politiche del Movimento 5 Stelle dalle elezioni 20135 min read

4 Giugno 2014 Politica Politica interna -

Le 10 mosse politiche del Movimento 5 Stelle dalle elezioni 20135 min read

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Le 10 mosse politiche del Movimento 5 Stelle dalle elezioni 2013Giudicare l’operato politico di un partito è sempre complicato, figuriamoci quello di un non-partito. Eppure alla luce dei risultati delle ultime europee e degli studi sui flussi elettorali che ne sono conseguiti è possibile abbozzare, a partire dalle scorse politiche, 5 mosse che si sono rivelate vincenti o che potrebbero risollevare le sorti del MoVimento, e altrettante che ne hanno decretato la sconfitta elettorale.

Movimento 5 Stelle: le mosse azzeccate

Rodotà

La scelta di affidare alla rete la decisione sul nome da proporre come Presidente della Repubblica è stata forse la mossa più saggia di un anno di attività politica a 5 Stelle. Fare da traino per Sel e per la parte migliore del PD, spaccare i democratici grazie ai 101 franchi tiratori, porsi come principale se non unica vera opposizione al consociativismo imperante.

Rinuncia ai rimborsi elettorali

Solo in un’altra occasione nel corso dell’anno i pentastellati saranno capaci di attirare a sé tanta simpatia e di far emergere fino in fondo le debolezze dei propri avversari: la rinuncia ai rimborsi elettorali. Infatti il taglio dei costi della politica è uno dei cavalli di battaglia del Movimento, uno dei temi dell’agenda che Grillo e MoVimento hanno imposto agli avversari, uno dei motivi di quel 25% alle elezioni politiche.

Italicum

Per molti di noi commentatori l’opposizione dei grillini all’Italicum era un’ostilità di facciata. La legge sembrava fatta apposta per far arrivare Grillo ad un ballottaggio parecchio rischioso per Renzi. Al contrario il risultato delle Europee sembra aver dimostrato che per i 5 stelle la via verso il ballottaggio sarebbe parecchio impervia, non solo perché il PD ha dimostrato di poter superare agevolmente il quorum necessario a evitarlo, ma anche perché un centrodestra riunito sarebbe tutt’ora più forte dei 5 stelle. Le europee inoltre sembrano aver confermato l’impressione che l’antigrillismo sia un sentimento forse più cieco e forte del suo contrario, di sicuro capace di influire sull’esito di una sfida a due che veda i 5 stelle come protagonisti. Grillo e i suoi insomma dovranno continuare la loro lungimirante battaglia contro una legge elettorale che potrebbe relegarli per sempre al ruolo di spettatori della politica italiana.

Ambiguità

L’ambiguità che ha contraddistinto il movimento nell’ultimo anno su temi come l’immigrazione o le unioni civili (non credo sia un caso l’espulsione di Orellana, estensore di un provvedimento in materia) ha permesso di conservare l’illusione a molti suoi elettori di destra e di sinistra di poter comunque stare in un contenitore che si professava “né di destra, né di sinistra”. I primi a sgamare il trucco sono stati però gli elettori di centrosinistra, che infatti sono prontamente tornati all’ovile alla prima occasione unica. Poco male, l’indeterminatezza sui temi caldi di quest’ultimo anno potrà tornare utile nel caso di una più decisa virata a destra del movimento.

Ora però si pone un problema a livello europeo, dove le alleanze sono indispensabili per combinare qualcosa. Grillo sa che da soli al parlamento europeo si combina ben poco e vede giustamente come un pericolo l’adesione al gruppo dei verdi europei visto che in tempi di decrescita infelice l’ecologia viene vista dall’Italiano medio come una roba da fricchettoni. Al contrario l’alleanza strategica con Farage e l’Ukip permetterebbe agli eletti pentastellati di “far danni”, candidandosi come opposizione autorevole ai due partitoni europeisti. Battere sul tasto del no all’Euro, farsi paladini della lotta all’immigrazione e magari al sistema delle quote potrebbe inoltre assicurare a Grillo i consensi che erano stati di Silvio, soprattutto al sud dove non c’è (ancora) la concorrenza della Lega. Bisogna però vedere che ne pensano i deputati e gli elettori di adesso.

Espulsioni

Espellere i dissidenti era l’unico modo di tenere insieme gruppi parlamentari troppo eterogenei per convivere. Ne è venuta fuori l’immagine di un partito padronale composto da un entourage di yes man fedeli al capo, facilmente spendibile nel campo degli elettori del centrodestra orfani di Berlusconi ed alla continua ricerca del leader forte.

Le 10 mosse politiche del Movimento 5 Stelle dalle elezioni 2013

Movimento 5 Stelle: gli errori

Bersani

Non fare una controproposta seria a Bersani sulla formazione del governo, non contrapporre 10 punti programmatici per un governo di scopo da sostenere con un patto di desistenza è stato forse l’errore principale dell’anno politico grillino. Costringere il proprio avversario a venire allo scoperto rifiutando la proposta avrebbe invece reso 5 stelle la forza politica più credibile del panorama italiano.

Televisione

Aprirsi al dibattito televisivo è stato un errore madornale. Dal Di Battista de Le Invasioni Barbariche al Beppe “stampante 3d” Grillo di Porta a Porta la televisione ha mostrato tutta l’inadeguatezza di un modello comunicativo che, perfetto per il web, risulta invece fallimentare anche se messo alla prova dal più scalcagnato dei conduttori. Fallire l’appuntamento con Vespa, inoltre, ha pregiudicato di molto anche la speranza di sfondare nell’elettorato di centrodestra, principale target di una possibile ripresa.

#vinciamonoi e brogli elettorali

L’autogol del #vinciamonoi è sotto gli occhi di tutti. Un risultato elettorale che poteva essere considerato un successo è diventato la pietra tombale di ogni progetto governativo a breve termine. Il seguito sembrava tutto sommato buono, con l’ammissione della sconfitta e un’autoironia apprezzabile: poi c’è il post di Grillo sui brogli elettorali ad una settimana dai risultati elettorali, che aizzerà gli animi dei fedelissimi ma allontanerà i cosiddetti indecisi. Autogol.

Letta, Civati, Cuperlo

I ripetuti attacchi, durante la campagna elettorale, agli esponenti delle minoranze democratiche ha avuto come effetto principale quello di convincere a recarsi al seggio a votare il partitone i tanti che pur sentendosi elettori del PD guardano con sospetto alla leadership di Matteo Renzi.

“Un futuro difficile”

Il messaggio di Grillo è una promessa escatologica, la liberazione dell’Italia dai mali della politica, senza compromessi né tatticismi, senza alleanze e fuori dagli schemi classici di destra e sinistra, ora e subito, tanto gli altri sono già morti. Il risultato delle Europee mette invece il movimento di fronte alla prospettiva di un tempo lungo, di un percorso fatto di cadute e risalite, di nemici vivi, vegeti e combattivi. Il Movimento non può più reggersi sulle proprie gambe ma deve, quantomeno in Europa, cercare delle alleanze che finiscono però per collocarlo da una parte o dall’altra dell’emiciclo. I pilastri del grillismo sono insomma messi a dura prova, ma se reggeranno allo tsunami potrebbero dar vita a qualcosa di nuovo, di diverso e di meno fragile.

Immagine| Blog di Beppe Grillo

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Quest'anno ho fatto il blogger, il copywriter, il cameriere, l'indoratore, il web designer, il dottorando in storia, il carpentiere, il bibliotecario. L'anno prossimo vorrei fare l'astronauta, il rapinatore, il cardiochirurgo, l'apicoltore, il ballerino e il giocatore di poker prof.
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