Lampedusa: io mi vergogno di essere italiano2 min read

17 Dicembre 2013 Migrazioni -

Lampedusa: io mi vergogno di essere italiano2 min read

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Lampedusa-clandestiniL’immagine di sopra del Corriere.it basterebbe da sola a spiegare la stretta allo stomaco che provoca rendersi conto -ogni maledetta volta- di quanto sia razzista ed egoista questa Italietta. L’articolo parla di Lampedusa, di persone trattate come bestie, e il 51% dei lettori si dichiara soddisfatto. Se poi andiamo a leggere il commento più votato troviamo questo:

lampedusa

Tale Marco sarà tutto orgoglioso della sua frase, tanto apprezzata dai lettori del quotidiano moderato più letto in Italia. E invece no, perché nessuno stato di disagio e nessuna crisi giustifica questo razzismo becero e schifoso, che ancora fa della nazionalità un’arma per schiacciare gli altri e ucciderli. Ragionamento tanto caro a fascismo e nazismo, canalizzare la rabbia e lo scontento verso i più deboli e i più indifesi.

Già li sento, “portali a casa tua” o “buonista” o “terzomondista”, come se la solidarietà e la fraternità fossero qualità da nascondere invece che valori da portare alti, con orgoglio e fierezza.

Tanto per cominciare, per citare il razzista, l’Italia fa parte dell’Europa, che come abbiamo raccontato è complice di questo razzismo di stato,  ma chi usa l’Europa per giustificare le proprie responsabilità è codardo, oltre che vigliacco.

Sono 30 anni che l’Italia e noi italiani facciamo finta di niente davanti ad ondate migratorie storicamente inarrestabili, derivanti da povertà di cui noi europei siamo responsabili in primis, avendo sfruttato e sfruttando ancora attraverso la colonizzazione i paesi cosiddetti del ‘Terzo Mondo’, come se il primo mondo fosse questo, un Paese infestato di gente che non conosce la parola dignità.

Prima li abbiamo dati in pasto a Gheddafi, lasciati morire nel deserto, siamo stati complici della loro scomparsa nel Mar Mediterraneo, per poi sentire Alfano farsi bello in Parlamento parlando di Italia paese solidale, dopo l’ennesima strage di Lampedusa. Ma dove, mi chiedo io.

lampedusa
@noborder network

Puntuale infatti è arrivata l’operazione Mare Nostrum. Siamo un Paese che nasconde ragazzi in fuga dalla guerra dentro i Centri di Identificazione ed Espulsione, i CIE, segregandoli in condizione disumane, siamo un Paese che tollera la Legge Bossi-Fini, che da ben 11 anni perpetra l’ignominia di rendere illegali delle persone appena entrano in Italia, mettendole nelle condizioni di essere sfruttate da imprenditori, schiavisti e faccendieri.

Raccolte di pomodori a 2 euro al giorno, ragazzi trattati come bestie, rifugiati politici rimandati nei loro paesi, schiavi che costruiscono i lussuosi grattacieli costruiti dalla mafia: tutto questo non basta, perché l’italiano si compiace e anzi raddoppia la dose: “Andatevene a casa, chi vi vuole, negri”.

Bene, un Paese che continua a farsi bello usando parole di solidarietà, un Paese dove la guerra tra poveri è fomentata e incentivata da politici senza scrupolo, un Paese dove nei talk show i partecipanti non sanno neanche chi è Hitler, un Paese senza memoria, senza presente, senza dignità. E, a ragione, senza futuro.

Oggi più che mai, mi vergogno di essere italiano.

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Lo appassionano filosofia, semiotica e Fc Internazionale. Prova a prendersi cura della comunità di Le Nius, in pratica delle relazioni con le persone. Formatore nelle scuole. Per lavoro si occupa di strategie digitali. davide@lenius.it
3 Commenti
  1. Thibault Guichard

    "Se questo è un uomo".

  2. Pier

    L'Italia è il molo d'Europa, dove si fa il lavoro sporco per gli altri paesi Ue. A noi non pare vero, così non siamo costretti a diventare presentabili, civili. Lo saremo se e quando alcune cose (tipo questa del post) NON saranno mai più considerate ammissibili da NESSUNO, sia di destra, di sinistra, moderato, progressista, uomo, donna, gay ecc. Ci vuole un'asticella precisa e netta sotto la quale non c'è democrazia, e sopra la quale c'è democrazia. In Italia quest'asticella è ancora troppo bassa

  3. klement

    Io mi vanto di essere indiano

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