Un lampadario illuminante2 min read

4 Luglio 2014 Cultura -

Un lampadario illuminante2 min read

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un lampadario illuminanteA volte ti capita di iniziare a viaggiare, anche solo per l’Europa, e di non riuscire a fermarti più. Così hai dentro tante case, tante stanze, tanti mondi, anche se non possiedi nulla. E un bel giorno ti svegli in un letto e non sai dove sei. Cosa molto poco illuminante.

Sei ancora intontito di sonno, ma pian piano la tua testa comincia a collezionare indizi. Pensi: quanto è buio? Che ore sono? Inizi a esaminare la poca luce che filtra dalla finestra…

Ripassi in automatico la tua abituale scaletta: se filtra prepotente da una tenda sono nel Nord Europa, se è poca e viene dai bordi di un che di rettangolare è uno scuro quindi… se ci sono anche le righe è una persiana. Se ci sono buchini o trattini o squarci orizzontali è una tapparella, che può essere ovunque. Indizi in ogni caso troppo scarsi, dato il numero folle di opzioni possibili anche solo nello stesso paese.

C’è qualcuno che dorme accanto a me? Per ora meglio non approfondire, per evitare gaffe. Percepisci la consistenza del cuscino, quanto è grande, morbido, se si affonda, il tipo di materasso. No, ancora non basta. Ma tanto c’è tempo, tutto è quieto intorno a te. Forse si sente un respiro non lontano.

Ti senti un puntino infinito che naviga nel cosmo trascinato da correnti galattiche e ciò è meraviglioso, ti lasci cullare ancora un po’ nel dormiveglia, come sospeso oltre il tempo e lo spazio.

Poi un brivido ti sale su per la schiena, ti percepisci come dilatato nell’intera stanza. Forse il tuo corpo sono le pareti, forse hai un occhio solo, che è la finestra e tu stai guardandolo in uno specchio invisibile. Forse l’altro respiro è un pezzo di te, quello ancora addormentato.

Ma poi senti come i tuoi piedi premono contro la fine del lenzuolo facendone uscire la parte rimboccata. Senti la tua testa fragile, protetta da una coltre di capelli scarmigliati. In effetti è da un bel po’ che ti scappa, ma non hai voglia di raggiungere tastoni il bagno.

Pian piano inizi a intuire il paese, non sai neanche tu da cosa. Anzi, forse lo sai prima di saperlo. Mentre non l’avevi ancora registrato, il tuo sguardo sperso si era alzato a incontrare il soffitto e aveva individuato l’indizio principe: il lampadario.

Perfetto! Hai trovato la città e persino la casa. Sì, perché ti basta un attimo per accarezzare con lo sguardo l’accenno delle sue forme e hai già capito dove sei. Magia del caro vecchio amico segnaletico. Incredibile come un lampadario, anche da spento, possa essere illuminante!

Sorridi soddisfatto tra te e te, assumendo un’espressione da gatto che ha mangiato il topo. Finalmente grazie al tuo lampadario bussola hai capito in quale vita ti stai svegliando. Poltrisci ancora un po’ mentre finisci di contemplare i colori di quella varietà piena di promesse… E tra poco ciak! Si gira.

Immagine / Disegno a matite colorate di Chiara Vitali 

 

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Nata milanese, naturalizzata scozzese, morta veneziana, risorta in riva al Piave. Con alle spalle 12 traslochi e 2 lauree (lingue e arti visive), l'ex poetessa della classe non ha ancora capito cosa farà da grande, intanto si interessa di quasi tutto, a fasi. Qui è amante di cause perse, tipo comunicare.
2 Commenti
  1. Giuseppina

    Al risveglio da un lungo sogno stupendo e triste insieme, con la mente ancora intorpidita, dopo aver attraversato la notte 'Campi' e 'Campielli' cercavo di capire dove mi che trovavo. La luce che filtrava attraverso le fessure della finestra non proveniva dagli "scuri veneziani". Il bagliore discreto proveniente dal luccichio velato di una applique di cristallo fissata al muro mi illuminò e riportò alla mente la triste realtà: vicino a me non c'era più nessuno.

    • Chiara

      io credo che anche i sogni siano realtà, perché le emozioni che suscitano sono reali. solo sono un tipo diverso di realtà, perché non esiste un'unica realtà. anche se vicino a te non c'era più nessuno, avevi ancora il ricordo vivo di quel sogno reale a scaldarti il cuore.

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