La vita dopo WhatsApp5 min read

15 Giugno 2017 Società -

La vita dopo WhatsApp5 min read

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Non sono passati più di cinque anni da quando un’amica mi ha parlato per la prima volta di WhatsApp. Diceva è un’app molto divertente, ti puoi scambiare messaggi in tempo reale e puoi addirittura aprire delle chat di gruppo.

Ai tempi avevo un telefono che a malapena le supportava, le app, ma comunque la scaricai. La provai, ma non mi sembrava granché utile: avevo già sms e telefonate.

Mi sbagliavo, e di grosso. Sappiamo tutti come è andata a finire: la diffusione di WhatsApp è un fenomeno che forse in futuro verrà studiato, tanto è importante il suo impatto sulla vita di tutti, o quasi.

Già, ma qual è esattamente questo impatto? Beh, WhatsApp ha cambiato il nostro stile di vita. Non è un’esagerazione: in un contesto nel quale la tecnologia, ed in particolare quella usata in mobilità, riveste un ruolo sempre più importante nella nostra esistenza, un’app di utilizzo frequente come WhatsApp è una vera e propria bomba.

La vita dopo WhatsApp è cambiata in tanti aspetti. Ne ho identificati cinque, che l’app di messaggistica più usata al mondo (ma anche le altre, come Telegram e Allo) ha radicalmente trasformato, quasi senza che potessimo davvero rendercene conto.

Il modo di comunicare

come whatsapp ha cambiato la vita
Photo via Visualhunt.com

Il primo aspetto è anche il più ovvio. WhatsApp è uno strumento di comunicazione e il suo successo ha cambiato il modo in cui comunichiamo.

Gli sms, ad esempio, sono scomparsi. A chi servono più? È vero, ultimamente non esisteva più il limite dei famosi 160 caratteri, potendo inviare più “pagine”, e molti sistemi operativi organizzavano le conversazioni dando loro l’aspetto di chat, ma probabilmente mancava quel non so che di live, di interazione in tempo reale. O forse era solo giunta l’ora di andare in pensione per il sistema di messaggistica dell’era pre-smartphone.

Gli effetti? Addio alle ingegnose giravolte formal-lessicali per far stare un concetto nel limite dei caratteri imposto, addio alle abbreviazioni che hanno fatto storia (qualcuno ha detto cmq, nn, qlcs, x’?), addio al brividino che provavi quando sentivi l’avviso di sms: adesso, quasi sicuramente, è un messaggio pubblicitario.

L’instant messaging viene preferito, in sempre più occasioni, anche alle mail e alle telefonate, per la sua capacità di metterci in comunicazione scritta (come le mail) ma immediata (come le telefonate).

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Classe '85, divido il tempo tra la moglie e i tre figli e le più svariate passioni. Amo la lettura, la scrittura (ho pubblicato cinque romanzi) ed i videogiochi, non disprezzo fumetti, calcio, cinema e cucina. Eterno bambino, amo la vita e credo che sia troppo breve per non interessarsi a... tutto!
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