La Vecchia Signora sul dondolo3 min read
Reading Time: 2 minutesDue giornate per rivedere le gerarchie della A. Due pareggi in fila di una Roma cui il killer instinct è venuto a mancare proprio quando il calendario poteva dare una mano. Torino e Sassuolo, squadre a caccia di punti salvezza, ne hanno racimolati e tolti ai giallorossi ridando fiato alle trombe della grande inseguitrice.
La “Vecchia Signora” Juventus guarda dal suo dondolo, felice per uno scontro diretto dominato e con una sola lunghezza da recuperare sulla vetta. Troppo debole l’opposizione del Napoli, tradito da Hamsik (la sua apatia nelle serate importanti è un dato consolidato come il Natale al 25 dicembre) e Higuain, con il solo Insigne a provarci dal basso del suo baricentro. La difesa non è mai stato il punto di forza sul quale Benitez ha costruito le sue fortune e nel primo quarto d’ora di burrasca è davanti a Reina che si consuma il tracollo. I bianconeri segnano una volta sola, sbattono contro l’estremo difensore avversario e festeggiano in ritardo con due acuti personali di Pirlo e Pogba. Buffon non è da meno del collega e mostra di avere ancora una carriera davanti ma non è da lui che passa in primis la vittoria.
Soffrendo e ansimando la Fiorentina guarda ora al terzo posto senza più pensare a un miraggio. Batte la Samp dimostrando di non aver ancora superato le ansie da vittoria in una partita dominata in un lungo e in largo e quasi buttata a mare dopo il 2-1 di Gabbiadini. Un successo simile a quello dell’Inter, poco brillante e molto concreta, a tre punti del Napoli e uno scalino più in su della Viola. Mazzarri rischia meno di Montella e tira un “sospirone” solo in pieno recupero di fronte a un bel Livorno. Ci prova, il tecnico, a spaccare la partita con la freschezza dei giovani, ma più di Kovacic e Belfodil può l’animo da eterno ragazzo di Javier Zanetti. Sei mesi dopo si riprende l’Inter, partecipa alla rete di Nagatomo e scalda i cuori raffreddati da uno spettacolo tecnicamente non eccelso.
Menzione speciale per il Genoa di Gasperini, un ambiente e un allenatore che si trovano a meraviglia. Nel secondo blocco della classifica, cinque punti sotto il Verona ora sesto, a comandare è il Grifone salito a quota 17. Un dato impensabile un mese fa, realtà ora. Nel turno in cui festeggiano Atalanta, Catania e Cagliari, il Milan resta nella mediocrità nonostante il confronto con l’ultima della classe. Nemmeno a Chievo Verona arriva l’auspicata svolta.
Non del Diavolo sono però i colori rossoneri che stonano. Peggio, molto peggio accade alla Nocerina, vicina nei colori sociali ma molto lontana (dal Milan e non solo) in termini di civiltà. Laddove gli ultras comandano, come accade a Salerno, il calcio non è più un bene comune. E’ il sollazzo dell’idiota e i club che avallano sono primi colpevoli. Alla fine pagheranno i soliti noti, tifosi normali di Nocera Inferiore con la sfiga di aver vicino un non ristretto gruppo di idioti, mentre i calciatori si mostrano impauriti da un niente che sarebbe palese se solo le autorità facessero il proprio.
Davide
Secondo me Hamsik è decisamente penalizzato dal modulo di Rafa Benitez
Mattia Todisco
Trovo non fosse decisivo in certe gare anche prima del cambio in panchina.
Davide
Si, però era molto più decisivo.
Mattia Todisco
Continuerà ad esserlo ma meno in queste partite.
Davide
Forse è la presenza di più 'campioni' nella squadra. Però Mazzarri l'aveva messo al centro, Benitez un po' meno.