L’Oro del Mediterraneo: Olio d’Oliva2 min read

7 Gennaio 2014 Cucina -

L’Oro del Mediterraneo: Olio d’Oliva2 min read

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La coltura degli olivi è forse la più tipica del Mediterraneo. Ogni differente terra che si affaccia sulle sponde di questo mare, conferisce con le proprie caratteristiche, in particolare geologiche e climatiche, tipicità uniche all’olio.
Anche tutto quello che ci sta attorno determina la peculiarità del prodotto: le colture limitrofe, le piante selvatiche che crescono tra gli olivi, gli insetti che volano tra i rami e lasciano cadere nettari raccolti altrove, la cura dedicata all’oliveto. Tutto ciò fa si che ci siano oli dolci e altri più forti, profumati e aromatici, dorati e verdi, liquidi e densi.

@ SigmundD
@ SigmundD

Personalmente amo quelli forti, profumati, grezzi. Quello del Lago di Garda è uno dei più rinomati, così come quelli del sud, Sicilia, Calabria e soprattutto Puglia.

In occasione di un compito di marketing che ci era stato assegnato nel corso di un master frequentato a Milano, in gruppi di quattro o cinque persone, dovevamo scegliere un prodotto tipico e sviluppare un progetto di commercializzazione internazionale. Ci siamo trovati in gruppo io e Giuseppe, pugliese, figlio di coltivatori e produttori di olio, anche biologico. Con altri due colleghi, abbiamo unito informazioni, esperienze e forze. E’ stato un lavoro interessante, che mi ha permesso di conoscere meglio una realtà che già apprezzavo e di poter fare dei confronti con la mia.

Penso siano pochi quelli che in novembre, nelle regioni più adatte a queste piante, non sono impegnati nella raccolta delle olive. Tutti hanno qualcuno in famiglia che si dà da fare per garantire olio per tutto un anno, fino alla raccolta successiva.

Spostandosi per sbrigare faccende quotidiane, nei pressi degli oleifici, ma non solo, si respira odor di sansa, ossia degli scarti della lavorazione delle olive, quel che rimane della loro spremitura. In un primo momento l’odore è acre, punge le narici, ma poi lascia qualcosa di unico, l’intuizione dell’olio che ha dato. E allora la mente, la bocca, la pancia, vanno con il pensiero a due abbinamenti insindacabili per l’assaggio dell’olio nuovo: un buon pane o delle patate bollite, che permettono di esaltare e apprezzare il succo dorato verdastro.

@tommaso.scarabino
@tommaso.scarabino

 

Foto| AroundTuscany

 

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Di professione curiosa e istigatrice tale; di aspirazione narratrice; di indole sognatrice; impegnata in condivisione e comunicazione. Appena posso, viaggiatrice. Laureata in economia dello sviluppo internazionale, senza necessità di collegamento tra il titolo di studio e ciò che svolgo. Seguo la mia strada e mi piace incontrarne tante altre, diverse. A volte mi faccio domande; per fortuna, non ho tutte le risposte.
1 Commenti
  1. Pier

    Sul magnifico olio del Lago di Garda segnalo anche il Museo dell'olio di Bardolino (Vr), il primo del genere in Italia. Mio suocero, originario di Brenzone, costa veronese del lago, mi racconta spesso di come l'olio fosse fondamentale per la gente del posto, della cura nel tenere puliti gli uliveti, di come la coltivazione fosse, spontaneamente, anche un modo di tutela del territorio.

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