Kings: questo Shakespeare sembra il Trono di Spade2 min read

6 Novembre 2014 Cultura -

Kings: questo Shakespeare sembra il Trono di Spade2 min read

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Kings-Il gioco del potere allo Spazio Tertulliano
Kings-Il gioco del potere allo Spazio Tertulliano

Mentre assistevo alla prima di Kings–Il gioco del potere, il mash up shakespeariano in programma allo Spazio Tertulliano, mi è passato per la testa un pensiero buffo: e cioè che uno spettatore a digiuno di Storia del teatro avrebbe potuto scambiare quell’intrico di congiure, battaglie e tradimenti per una riduzione teatrale di Game of Thrones.

Del resto, che Shakespeare sia un bardo per tutte le stagioni lo sappiamo da tempo. L’abbiamo seguito dagli anni Trenta del Novecento – il Riccardo III con Ian McKellen – alla Los Angeles degli anni Novanta – Romeo + Juliet di Baz Luhrmann – fino a un lontano futuro – Il pianeta proibito, 1956, non è che una versione fantascientifica della Tempesta. Il testo di Kings, adattato da Michelangelo Zeno, spinge al massimo sul pedale dell’universalità cancellando ogni riferimento spazio-temporale: complice una scenografia minimalista ai confini dell’inesistenza, potremmo essere ovunque e in qualunque epoca.

Diretto da Alberto Oliva, giovane superstar del teatro italiano contemporaneo che abbiamo già avuto il piacere di ospitare su queste pagine, Kings riassume e rilegge con qualche libertà la tetralogia dell’Enrieide. Riccardo II, interpretato da Enrico Ballardini, è convinto di meritare la corona per diritto divino; Enrico IV, alias Giuseppe Scordio, al contrario del predecessore è ossessionato dal consenso dei sudditi; Enrico V, ovvero Angelo Donato Colombo, nasce come sincero amico del popolo ma diventa un viscido demagogo. Tre monarchi diversi tra loro – l’alterità è suggerita anche dai costumi: si passa da mantelli medievali a doppiopetti incravattati – che finiranno col commettere gli stessi errori. Come a suggerire che forse non sono gli uomini a servirsi del potere: è lui che si serve di loro.

Fanno da contraltare alle vicende di corte gli intermezzi comici del Sir John Falstaff di Piero Lenardon, che dà voce all’uomo della strada. Completano il cast Federica D’Angelo, Martino Palmisano e Paolo Grassi, per un totale di sette attori in scena. Di questi tempi, quasi un kolossal.

Spettacolo dal respiro universale, si diceva. Eppure alcuni passaggi insinuano il dubbio che sì, potremmo essere ovunque, ma in alcuni luoghi più che in altri. Mi riferisco soprattutto al monologo finale del giovane Enrico, che arringa le folle con verve berlusconiana. O, a scelta, renziana.

Kings–Il gioco del potere è in cartellone allo Spazio Tertulliano di Milano fino al 22 novembre.

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Classe 1975, è laureato in Lettere. Lavora come editor in campo letterario, televisivo e cinematografico. Vive con la sua famiglia a Segrate, in provincia di Milano.
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