Jamie Vardy, cuore d’acciaio5 min read

9 Dicembre 2015 Uncategorized -

Jamie Vardy, cuore d’acciaio5 min read

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Jamie Vardy
@theguardian

Ci dispiace Jamie, sei troppo basso. Tredici anni fa quelli dello Sheffield Wednesday avranno detto più o meno così. Dalle parti di Hillsborough lo guardano e lo squadrano, si guardano e lo scartano. No, questo Jamie Richard Vardy non è certo uno spilungone. Se arrivi più o meno a 1.60, sei attaccante e vuoi giocare a calcio ad alti livelli, allora non hai i capelli biondi, sei di Sheffield e vesti il 9: li hai ricci, sei argentino e porti il 10. Che botta, però. A 15 anni quando una ragazza ti rifiuta due conti te li fai, e pensi che alla fine il mare è pieno di pesci. Se ti rifiuta la tua squadra del cuore, però, è un’altra storia. Perché alla voce delle cose che nella vita proprio non puoi cambiare, vicino alla parola mamma ci sono i tuoi colori. Ciao Jamie, mandaci una cartolina quando cresci.

https://www.youtube.com/watch?v=MCd5znh4_sU

Dopo il no del Wednesday, Jamie non tocca un pallone per otto mesi. “Il bello è che subito dopo sono cresciuto 20 centimetri”. Davvero Jamie? Beh, è già troppo tardi. Subito dopo per te non ci sono gli Owls, ma lo Stocksbridge Park Steels, una squadra di Sheffield che tira calci a un pallone nella Northern Premier League, l’ottava serie del calcio inglese. È il 2003, e per il biondino sedicenne di Sheffield va bene così. Del resto, le 30 sterline a settimana di paga raccontano un destino da 12 ore in fabbrica più che da 14 gol in Premier.

È quello che succede: per sette anni Jamie incastra lo Stocksbridge tra i turni di uno stabilimento che lavora fibra di carbonio, e con quel mal di schiena non è mica semplice giocare a football. Il tipo, poi, ha anche un certo caratterino: “Ero al pub con un mio amico che indossava un apparecchio acustico. Due di loro lo prendono in giro e io lo difendo. Sono così, difendo sempre i miei compagni”. In una parola: botte. In due: libertà vigilata. Per sei mesi Vardy indossa un braccialetto elettronico che in trasferta gli consente di giocare massimo un tempo perché alle 18.30 scatta il suo coprifuoco. La polizia controlla i suoi movimenti. E di certo non quelli in area di rigore.

Jamie Vardy
Jamie Vardy in maglia Leicester City: 122 match, 40 reti, 28 assist |@foxsports.com.au

Nel 2010, dopo sette anni, 106 gare e 66 reti con lo Stocksbridge, l’Halifax Town bussa sulla spalla di Vardy. Quanto siamo disposti a sborsare? Non più di 800 sterline. Affare fatto. Nessuno lo conosce, Jamie. Nessuno lo conosce anche quando, l’anno successivo, firma con il Fleetwood Town, in Conference, più o meno la nostra Eccellenza: “Non avevo mai sentito parlare di lui” dichiarerà Gareth Seddon, al suo fianco nell’attacco del Fleetwood. Nella stagione 2011-12 Vardy segna 34 reti in 40 gare e trascina la squadra alla promozione.

Fermi però. A casa Fleetwood squilla il telefono.

Sono Nigel Pearson, tecnico del Leicester. Chi è quel tizio di Sheffield che avete in attacco?

Glielo spiegano, Pearson annuisce; e poi sborsa 1 milione di sterline per un ragazzo – alto ormai 1.78 – che diventa il giocatore più pagato nella storia della Non-League. È il primo luglio 2012: Jamie Vardy finisce a Leicester, in Championship, la seconda categoria del calcio inglese, dove peraltro tocca il suo primo pallone tra i professionisti. Ah, quasi dimenticavo: Jamie Vardy di anni ne ha 25. Ma l’impatto con il calcio maiuscolo si fa sentire. Nella stagione 2012-13, a fronte di 29 presenze, Vardy segna appena cinque gol. Che succede, Jamie? È questione di mesi. Vardy ricorda di essere uno di Sheffield, città d’acciaio e scorza dura. Nel campionato seguente il Leicester conquista la Premier League, il top del calcio inglese, e Jamie Vardy conta sulle dita delle mani i gol che portano il suo nome. Ma non ci riesce: le dita sono dieci, i gol sono 16.

Certo, giocare nel campionato più bello del mondo è dura. Nella stagione 2014/15 Vardy firma cinque reti in 36 partite. Esordisce in Premier il 31 agosto 2014, solo venti minuti contro l’Arsenal in casa. Il primo gol in Premier League Jamie Vardy lo fa venti giorni dopo ad una squadra di Manchester con la maglia rossa, peraltro battuta 5-3 dalle Foxes. Dalle parti di Leicester, però, forse ricorderanno anche meglio la rete del 25 aprile 2015, contro il Burnley, che strappa la squadra dalla zona retrocessione. ll Leicester chiude quattordicesimo. Salvo Jamie, salvi tutti.

https://www.youtube.com/watch?v=w0c33Mb-QqQ

Mentre scriviamo, il Leicester City è in testa alla Premier League, Jamie Vardy ha 28 anni, è il capocannoniere provvisorio (14 reti) e guadagna 45 mila sterline a settimana. No, un attimo: il capocannoniere? Quarantacinquemila sterline? Parliamo dello stesso Vardy raccontato finora, 30 sterle a settimana, pugni al pub e turni in fabbrica? Forse no.

Forse è già un altro, Jamie Richard Vardy, che il 7 giugno scorso indossa per la prima volta anche la maglia della nazionale inglese – amichevole contro l’Irlanda – e la vestirà per altre tre volte, finora. Quel Vardy da 14 reti e tre assist nelle prime 15 gare di questa Premier, con il Leicester guidato da un brillante Claudio Ranieri. Vardy velocissimo – punte di 35 orari, forse il più veloce del campionato – bravo con la testa e spietato con i piedi. Vardy potente, Vardy affamato, Vardy astuto. Vardy che il padre lavora su una gru, e magari da lassù riesce a vedere dov’è arrivato il figlio, venuto dal niente e sì, papà, allora in questa vita è davvero tutto possibile. E soprattutto, lo stesso Jamie Vardy che lo scorso 28 novembre segna ancora al Manchester United, trova la porta per l’undicesima gara di fila e supera un record che in Premier apparteneva a un certo Ruud van Nistelrooy.

https://www.youtube.com/watch?v=ot80PrLmkv0

E allora? Allora forse Jamie la invia davvero una cartolina a Hillsborough, Sheffield, North Yorkshire, Inghilterra, casa.

Ragazzi poi ce l’ho fatta, sono cresciuto. Venti centimetri. Greetings from Leicester: questo è il paradiso.

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Napoli, luglio '87. Due mesi prima gli Azzurri vincono lo scudetto, lui arriva in ritardo. Una laurea in Storia contemporanea, ma scopre che la Storia non si ripete. Poi redazioni, blog, libri, ciclismo, molti aerei, il tifo, la senape, la vecchia Albione, un viaggio di 10mila km in camper in capo al mondo. Per dimenticare quel ritardo sta provando di tutto.
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