Io comunque ho tifato Ajax3 min read

16 Dicembre 2013 Uncategorized -

Io comunque ho tifato Ajax3 min read

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I Paesi Bassi sono uno Stato di 16 milioni di abitanti, un quarto della popolazione italiana. L’Ajax, il club che ha vinto l’ultima Eredivisie, originario della zona dell’antico ghetto ebraico di Amsterdam, conta appena 5 giocatori che hanno più di 24 anni (di cui uno solo ne ha più di 28, Christian Poulsen): dagli anni ’60 è fucina di talenti europei. Il valore di mercato supposto della rosa dei lancieri è pari alla somma di quelli di Balotelli, Montolivo e El Shaarawj.

Nella società che prende il nome da Aiace Telamonio, imbattuto guerriero acheo rappresentato con 11 tratti sullo stemma, vi lavorano Dennis Bergkamp, Jaap Stam, Wim Jonk, Marc Overmars, perfino Edwin van der Sar come Direttore Marketing.

Gemelli De Boer
@Ben Sutherland

Mercoledì 11 dicembre, a Milano, il Milan si è qualificato per gli ottavi di Champions League ai danni degli olandesi, che pure hanno tirato verso la porta milanista 25 volte. L’allenatore avversario, Frank De Boer, il gemello difensore che da capitano orange sbagliò due rigori contro l’Italia nella semifinale agli Europei del 2000, ha commentato:

Anti-football won this evening.

Quella che doveva essere la partita del Faraone lo vuole sacrificato al 22° minuto come una faraona in salsa peverada, quando Montolivo, capitano del Milan, entra follemente per i canoni europei (soltanto “duramente” per la Serie A) sulla caviglia destra di quell’attaccabrighe di Poulsen. Allegri sostituisce quindi Stephan con Poli e da quel minuto alla fine della partita, il Milan tirerà verso la porta una volta sola; il match terminerà con il 29% di possesso palla rossonero (e siamo la squadra italiana della Serie A 2013-2014 con la media possesso più alta, del 61,3%) e il 65% di media passaggi riusciti.

Ciò che storicamente si dice in via Turati prima di questi sorteggi è che si preferisce affrontare subito la più forte, dal momento che se si vuole vincere la Champions prima o poi bisogna incontrarla: sentiremo se oggi si dirà anche in via Rossi. Non so se questo Milan arriverà a desiderare il Bayern o il Real, ma se si gioca per cercare Balotelli che machiavellicamente tenga la palla nascosta il più a lungo possibile e cada quando sente l’avversario, preferisco squadre meno in forma (leggi: United) in cui usciamo sconfitti ma proviamo ad abbozzare un gioco. Oppure dovremmo ingaggiare una squadra di prestigiatori invece di Rami e Honda, anche perché non tutti gli arbitri sono premurosi come Webb nei confronti di Mario, che rischiava di lasciarci in nove.

Per gli amanti delle statistiche: avremo il 69% di possibilità di incontrare una squadra inglese (Manchester United o Chelsea) o una tedesca (Bayern Monaco o Borussia Dortmund) e il 31% di incrociare Paris Saint Germain, Real Madrid o Atletico Madrid.

Il Milan ha vinto finora 4 delle 22 partite di Serie A disputate ed è l’unica italiana tra le prime 10 del ranking UEFA: decimi, con l’Inter 13° e la Juventus 27°: viola e Lazio tengono l’Italia quarta nel ranking permettendoci di allungare sul Portogallo.

A breve conosceremo il futuro prossimo, che visto da qua pare più nero che rosso. Ma certamente per quest’anno non più biancorosso, e l’imbattuto Aiace Telamonio incontra nuovamente una brutta fine, nonostante l’ottima prova dimostrata. Il mito vuole che il guerriero greco si suicidò per la vergogna di avere sterminato un gregge sotto l’effetto di un sortilegio, dopo avere tenuto testa praticamente da solo all’esercito troiano ma senza esserne premiato con le armi di Achille, che furono date dai capi ad Ulisse contro il parere dell’esercito greco.

Museo Ajax
@Abir Anwar

Viene studiato in epica come l’unico eroe dell’Iliade che non ricorre agli aiuti degli dei. E anche settimana scorsa, secondo me, meritava di vincere.

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Nasco tra Milan(o) e l'Inghilterra. E lascio il cuore in Olanda, già che ci sono, tripartito. Da milanista tifo i piedi educati e le menti aperte, i capitani di lungo corso e i registi. Faccio più fatica con i cugini che con i gobbi. Credo che la poesia sia ciò che spunta quando hai la palla all'altezza della linea di metà campo e alzi la testa: tutti i gol migliori partono da lì, che poi vengano segnati di esterno o di fegato, di cuore o di doping.
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