Intervista a Vittorio Gallinari: “Milano ha fatto il salto, Sassari non si ripeterà”3 min read

4 Aprile 2014 Uncategorized -

Intervista a Vittorio Gallinari: “Milano ha fatto il salto, Sassari non si ripeterà”3 min read

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Vittorio GallinariQuando l’Olimpia Milano dominava in Europa, Vittorio Gallinari era in campo. Non nella finale dell’ultimo titolo continentale, quello conquistato nel 1988, perché da un anno aveva deciso di lasciare le “Scarpette Rosse” e passare alla Pallacanestro Pavia. Un cambio deciso, alla vigilia delle trenta primavere, dopo aver appena conquistato Scudetto, Coppa Italia e Coppa Campioni. Un “triplete” che non solo l’Olimpia non ha più ripetuto, ma che segna un’apice nella storia del club molto lontano da quanto si è visto negli ultimi vent’anni. Milano ha vinto il suo ultimo campionato italiano nel ’96, aggiungendo una Coppa Italia e non ha più messo un trofeo in bacheca da allora.

Viste le difficoltà di inizio stagione, lei si aspettava che si arrivasse a parlare addirittura di una contendente per il titolo europeo?

“Sicuramente l’inizio è stato molto difficile, ma c’erano gli ingredienti giusti e così il risultato prima o poi arriva. Grosso merito va dato all’allenatore, Luca Banchi, perché è riuscito a gestire molto bene la situazione iniziale. È la stessa che negli altri anni aveva condizionato i campionati, in cui invece di migliorare nel corso della stagione si era rimasti a quel livello. È stato bravissimo a tenere unita la squadra nei momenti difficili”.

Crede che l’Olimpia abbia delle reali chance, vista la partita vinta contro il Barcellona?

“La partita di mercoledì è importante, perché vincere con un margine così ampio contro il Barcellona davanti a 12.000 tifosi dà una grande carica, ma non bisogna farsi condizionare perché gli avversari non avevano il coltello tra i denti, senza nulla togliere a Milano. Il grosso salto di qualità è stato soprattutto difensivo. Adesso l’Olimpia difende molto bene in tutte le partite, poi in attacco una volta c’è Langford e l’altra Gentile, ma è la difesa che segna la crescita di una squadra”.

@Il Fatto Quotidiano
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Proprio Keith Langford è stato assente nelle ultime gare e l’Olimpia ha comunque vinto. Secondo lei c’è un giocatore che in questo momento non sarebbe possibile sostituire?

“Mi sembra stia vincendo la squadra più del singolo. Se devo dire un nome, Samuels è un giocatore importante nel ruolo perché il sostituto, Lawal, è discontinuo. Lo metto al pari di Hackett per la leadership che ha portato”.

In quale giocatore attuale si rivede?

“Qualcuno ha fatto paragoni con Cerella perché ha caratteristiche difensive importanti. Fare paragoni è difficile, ma lui dà l’anima e la gente a Milano apprezza molto questo”.

Considerato il black-out in Coppa Italia, avvenuto quando Milano aveva già ingranato la marcia alta, è possibile che la sconfitta con Sassari condizioni un confronto sulla singola partita in un’eventuale Final Four?

“è vero, Milano aveva già cominciato ad acquisire una mentalità importante. Durante un processo di crescita ci può essere sempre uno stop, ma Sassari ha fatto un mezzo miracolo. Quella partita è servita a far capire alla squadra cosa è necessario fare per non ricarderci. Credo sia stata raggiunta una solidità tale per cui difficilmente si ripeterà”.

@Isa Dim
@Isa Dim

Come sta suo figlio Danilo dopo il lungo infortunio?

Ha vissuto un momento difficilissimo, perché quando lavori per recuperare e una volta vicino al rientro ti dicono che devi ricominciare da capo è molto dura. Adesso sta lavorando e tutto prosegue normalmente, non c’è fretta perché tanto il campionato è finito. Purtroppo sarà impossibile rivederlo in azzurro in estate perché non ci sono i tempi, ripartirà direttamente dalla prossima stagione”.

Immagine| Twitter di Danilo Gallinari

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Realizzatore di sogni parzialmente mancato, giornalista sportivo riuscito. Segno che qualcosa è andato per il verso giusto, dai venti in poi. Sostenitore convinto della necessità di pensare e divulgare, meglio se in un pub, peggio se in discoteca. Scrittore per diletto, con la fortuna di vivere del mio lavoro.
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