Inter-Roma. Tipo l’expo, ma coi padiglioni rotti3 min read

26 Aprile 2015 Uncategorized -

Inter-Roma. Tipo l’expo, ma coi padiglioni rotti3 min read

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La Roma che si presenta a San Siro e perde contro l'Inter pare un po' esposizione universale.
@inter

– C’erano due modi per tornare da Milano.
– Coi tre punti o co’ zero?
– Peggio. Coi tre punti o coi biglietti per l’Expo.
– E visto che i tre punti non l’avemo presi…
– Che n’era mejo un buono? Tipo Verdone co’la Sora Lella. Che tanto a succede è successo. Almeno te risparmiavi la violenza inaudita dell’Expo.
– Oh, ma mica tocca andacce per forza. Poi sta storia dei biglietti non m’è tanto chiara pure ‘a polemica col PD, lasciamo perde. Stamosene a casa nostra, evitamo danni.
– Che loro poi so’ convinti che sta a venì bene, capisci?
– Vabbè Mancini è convinto che po’ anda’ ancora in Champions, figurate se un milanese non è convinto che l’Expo sarà una ficata.
– Figata.
– Perché?
– Perché tocca rispetta’ le minoranze linguistiche e a Milano se dice figa o il Roberto,
– Roberto chi?
– Mancini, Roberto Mancini, ma Nanni Moretti non t’ha insegnato niente?
– Tipo, #2015LaChampions. Da un’idea di Roberto Mancini!
– Vabbè lasciali fa’.
– Avevano pure sparso la voce che avrebbe inaugurato Springsteen, porelli. Ma te pare ce il Boss faceva sta cazzata?
– Mai. Il Boss mai!
– Ma noi in fondo, non semo un po’ come l’Expo? Ce la stamo a racconta’ da chissà quanto tempo ma semo un’opera incompiuta… solo che a maggio non inauguramo ma finimo. Velocemente se spera.
– Io finirei pure in anticipo, guarda..
– Semo passati da vinceremo lo scudetto a ottobre, e ce speravamo non dimo cazzate, a vince tre partite negli ultimi quattro mesi. Tre.
– Tipo famo l’Expo più bello della storia delle esposizioni universali e poi non c’avemo le brugole pe’ finì i ponteggi?
– Tipo. Che poi che effetto farà?

Si potrebbe andare tutti quanti all’Expo univesale.
Vengo anch’io. No, tu no.
Per vedere cibi strani e torte con noci
e gridare aiuto, aiuto s’è svitato un bullone,
e vedere di nascosto l’effetto che fa
.

Non semo ‘na squadra, ultimamente. Ma ‘na costruzione de 70 piani rimaneggiata a 25.
Semo un padiglione da mille metri quadrati co’ dentro uno stand da 12 fregato alla fiera dei sanitari di Rho. Ma vuoto, manco i cessi dentro ce stanno. Che dici: Oh, male che va me li rivendo, no niente manco quelli.
Semo la Salerno Reggio Calabria il 13 agosto, che te la prendi ma sai pure che dovrai devia’ per Lagonegro e se tutto va bene ne uscirai il giorno dopo. Semo la vela de Calatrava, una piscina dei mondiali di nuoto, semo il ponte sullo stretto, o una candidatura alle olimpiadi.

Semo incompiuti.
Bellissimi sulla carta.
Inesistenti, al momento.
Non pervenuti.
Inutilizzabili.
C’ho messo 32 partite prima di ammetterlo, ma tant’è. Restiamo uniti, galleggiamo e speriamo che le prossime sei settimane siano indolori. Noi gioiose! Sia mai che uno aneli alla gioia.
Indolori. Che pare de chiede poco, ma manco per il cazzo.

Si potrebbe andare tutti quanti allo stadio stasera.
Vengo anch’io. No, tu no.
Con la sciarpa intorno al collo a gridare il mio amore
e scoprire che va sempre a finire che’nvinci
e vedere di nascosto l’effetto che fa.

Vinco anch’io. No, tu no.
Vinco anch’io. No, tu no.
Vinco anch’io. No, tu no.
Ma perché?
Perché?
BOH?!?

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Anche noto come Coso. Classe 1981, attualmente in vita. Nasce brutto e povero e non potendosi permettere di cambiare vita chirurgicamente è costretto a vendere il suo corpo al giornalismo, ma nessuno se lo compra. Casca, si rialza, non se rompe. È tipo il pongo. Scrive cose, fa lavatrici.
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