Inter-Juventus: un pari Inter-locutorio2 min read

20 Ottobre 2015 Uncategorized -

Inter-Juventus: un pari Inter-locutorio2 min read

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inter-juventusAvete presente quella grandissima sensazione di attesa che si risolve in un enorme flop? Ecco, Inter-Juventus è stata sostanzialmente questo. In casi così si dice “la montagna ha partorito un topolino”. E in effetti la definizione mi sembra azzeccata. Meglio l’Inter nel primo tempo, meglio la Juve nella ripresa, un palo ciascuno, pareggio in fondo giusto. Per dirla in parole povere: un pareggio che significa relativamente poco.

Ci aspettavamo di capire quale potesse essere la vera Inter. La realtà è  che è stata una partita interlocutoria, o Inter-locutoria: non abbiamo visto nulla di più di quanto non avessimo già visto. Cioè una squadra solida, discretamente messa in campo, molto fisica e aggressiva, ma povera di idee offensivamente e aggrappata alle invenzioni del singolo (e non in senso lato, ma proprio di un singolo giocatore, cioé Jovetic). Praticamente l’immagine delle prime 5 partite. Quando tutto funziona alla grande l’Inter è quella del primo tempo; quando qualcosa si inceppa, ecco la squadra del secondo. La solidità funziona, in fondo non è un caso se in 5 partite su 8 Handanovic non ha preso gol.

È quando i nerazzurri hanno la palla che qualcosa non torna. Il modulo “definitivo” forse è stato trovato, quel 4231/442 con Jovetic vicino a Icardi, Perisic largo a sinistra e un esterno (Biabiany) o presunto tale (Brozovic/Ljajic) dall’altra. Il problema resta in mezzo: Medel-Melo è un centrocampo che funziona benissimo quando bisogna difendersi, ma quando c’è da costruire sono abbastanza simili (non è un caso che il brasiliano sia stato il secondo giocatore con meno passaggi tentati dopo Icardi) e soprattutto nessuno dei due è portato all’inserimento senza palla, cosa che rende particolarmente sterile qualsiasi azione. Giusto per fare un paragone, dall’altra parte Khedira in area ci è andato spesso e volentieri, tanto che l’occasione più pericolosa della Juve è capitata a lui. Con una mediana così piatta, terzini mai propositivi, due esterni che faticavano a creare superiorità e uno Jovetic ottimo ma che è andato via via spegnendosi, era difficile rendersi pericolosi. E da qui nasce anche la partita complicata di Icardi, che non è né sarà un attaccante capace di creare occasioni dal nulla. Finché Jo-Jo lo ha aiutato è rimasto in partita, poi, senza palloni dei suoi, è stato annullato (comunque colpevolmente, almeno sul piano della grinta) da Chiellini. Ma a lui non si può chiedere molto di più.

Inter-Juventus: facciamo il punto

Tirando le somme: un punto che dà all’Inter la consapevolezza di potersela giocare con chiunque (in Italia, ovviamente). Ma che lascia, come immagine, tutti i dubbi che erano già emersi. Basterà Jovetic per ovviare ai problemi offensivi (8 gol in 8 giornate sono decisamente pochi)? È solo questione di tempo (cioè devono giocare di più insieme) oppure sono difetti strutturali? La cosa certa è che al 31 maggio scorso il 90% dei tifosi interisti avrebbe messo la firma per questa classifica dopo aver giocato contro la Juve. Magari la vera Inter è davvero questa, magari durerà fino a maggio. Un’altra cosa per cui il 100% dei tifosi metterebbe la firma.

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Classe 1990, trapiantato a Milano ma orgogliosamente friulano, collaboro dal 2011 con il Messaggero Veneto, dal 2013 con Libero e dal 2015 su FabbricaInter, occupandomi prevalentemente di sport. Il mio film preferito è "The Blues Brothers" e John Belushi è la mia guida spirituale, anche se Dio è portoghese.
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