Inter-Cagliari, ode al boemo1 min read

28 Settembre 2014 Uncategorized -

Inter-Cagliari, ode al boemo1 min read

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inter-cagliari, ode al boemoDopo una partita terminata 1-4 è abbastanza inutile commentare il lato tecnico o gli episodi. La realtà è che oggi il Cagliari ha letteralmente preso a schiaffi l’Inter in una partita dove, dopo l’espulsione di Nagatomo, una squadra è salita in cattedra mentre l’altra è andata in confusione totale.

Sull’Inter ci sarà tempo di capire se oggi è una giornata storta oppure il terzo segnale (dopo Torino e Palermo) dell’ennesima stagione mediocre, alla faccia del progetto. Giovedì (Europa League) e domenica (Fiorentina) daranno le prime risposte.

Oggi però vorrei soffermarmi sul vincitore, per non dire trionfatore di giornata: Zdenek Zeman. Amato e odiato, mai banale, anche oggi il Boemo si è preso la sua dose di applausi quando lo speaker ha pronunciato il suo nome (molti più di Mazzarri, chi era allo stadio avrà sicuramente sentito) e ha ricambiato con una squadra, che nel bene e nel male, ancora una volta gioca un bellissimo calcio.

Gioca a calcio in velocità, uno/due passaggi, sovrapposizioni e scambi continui: che vinca o che perda, una squadra di Zeman è sempre un validissimo motivo per guardare e godersi una partita di calcio. Perché al di là del risultato, importante anzi fondamentale, le squadre di Zeman ti ricordano che prima di tutto il calcio può essere divertimento, spettacolo, quasi perfezione. Questo è vero tanto quanto il fatto che probabilmente il calcio di Zeman è troppo spensierato e alla ricerca di un’estetica estrema per poter diventare bellezza e vittoria.

Resta un grande amore per le sue idee, le sue battaglie (contro la Juve) e quello che il suo calcio ancora sa regalare a milioni di tifosi ogni domenica. Grazie, boemo. Nonostante gli schiaffi di oggi.

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Scatto in profondità, controllo e, prima del tiro, un impercettibile passo di danza che manda in tilt gli avversari e libera la porta. Tango Hesitation lo chiamano, un movimento sublime un cui tutto – il ritmo, la passione e anche un pallone – rimane sospeso per una frazione senza tempo. Arte e struggimento: il piede e il volto di Diego Milito.
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